venerdì 18 marzo 2011

Energia questa sconosciuta

Dopo il terremoto in Giappone parte del mondo si sta chiedendo quali misure e quali soluzioni si possono attuare a fronte di catastrofi naturali che interessino siti di importanza strategica quali sono le centrali nucleari e il loro apporto alla nostra quotidianità. Chi grida con forza "no al nucleare" lo fa solo per partito preso e per poca conoscenza di tutto ciò che ruota intorno alla richiesta di energia elettrica della nostra vita quotidiana. Nessuno di loro si è mai chiesto quanta energia serve in una nostra giornata tipo, certo è che tutti hanno il cellulare, aria condizionata, computer, televisione, frigo, microonde, lavastoviglie e così via. Ma evidentemente queste argomentazioni non bastano per fermare l'esercito del "no nucleare" in quanto sicuramente trattasi di persone che vivono in foreste e mangiano il cibo che producono da soli. Paragoniamo per ipotesi una centrale ad un automobile. Noi tutti utilizziamo l'auto per i nostri spostamenti quotidiani e non pensiamo che quando giriamo la chiave per metterla in moto, involontariamente attiviamo un arma che se male usata, provoca grossi danni alla collettività, pensando ad esempio ai piccoli o grandi incidenti stradali. Nessuno chiede con forza lo stop delle auto, perchè la comodità del mezzo stesso fa parte della nostra vita quotidiana e ci arrabbieremo molto se ci venisse tolta questa possibilità. L'energia è la stessa cosa. Pensate a tutte le azioni che fate in casa e eliminate quelle che coinvolgono l'energia elettrica. Cosa rimane? Pettinarsi i capelli, leggere un libro, mangiare insalata, giocare a dama o a carte, suonare la cetra. Questo è quello che succede quando manca la corrente elettrica. Tutto ciò che ne consegue, quando siamo “on-line” prevede un consistente dispendio di energia che noi (italiani) compriamo da altri. Ma chi sono questi altri? La Francia, Germania ed altri paesi che hanno centrali a poca distanza da noi nelle quali, se si verificasse un guaio, diventeremo anche noi fosforescienti. Non è che la dicitura sui cartelli comunali "Comune denuclearizzato" fa deviare le particelle radioattive. Lo ha detto anche Margherita Hack che è assurdo comprare energia nucleare da paesi confinanti quando ce la possiamo fare benissimo in casa. La battaglia da condurre, cari signori pseudo-ecologisti-pieni-di-gadget-elettronici, è la verifica costante delle centrali, come quelle in Romania ad esempio, che hanno la stessa età di quelle di Cernobyl ed iniziano ad essere vetuste. La battaglia è sull’attuazione e la messa in atto di centrali di quarta generazione, quelle tecnologicamente più progredite e più sicure anche in caso di malfunzionamento. Non pensate che coi pannelli solari, pale eoliche e tutte le energie "pulite" possiamo soddisfare la continua crescita di richiesta di energia. Nikola Tesla aveva immaginato un futuro diverso per l'energia già 100 anni fa, ma la maggior parte di voi ambientalisti non conosce neanche la storia di questo grande scienziato. L'energia elettrica fa parte del business che tutti noi, giornalmente, contribuiamo ad alimentare ad iniziare dall'accensione del vostro pc per navigare ed informarvi. E’ il mondo degli interessi che ci ha fatto evolvere in questa direzione purtroppo, e non sarà certo a breve termine che potremmo cambiare tecnologia. Certo è che non sarà una distesa di pale eoliche o un “deserto” di pannelli solari a soddisfare il nostro bisogno di energia elettrica e per adesso l’unica forma che ci garantisce il nostro fabbisogno è questa. Tanto per farvi un esempio (reale) cliccate sul link http://www.world-nuclear.org/education/uran.htm e guardate quante centrali ci sono nel mondo. Lo sapevate? Non credo, eppure ogni giorno sono accese come le nostre auto. Sapevate che Roma è più radioattiva di Cernobyl? Eppure i “grandi contestatori” non parlano mai di questi valori. Si narra che Grillo stesso abbia un contratto con ENEL per 20 Kw (o giù di li) eppure è il primo a sbraitare contro le centrali e a ostentare pannelli solari. La politica del terrore serve solo ai politici che oggi cavalcano un referendum, poi lo disconoscono a loro piacimento, mantenendo costantemente il popolo nell’ignoranza come il motto degli antichi romani insegna: Dividi et impera. Mi piacerebbe vedere in tv dibatti sull’energia, ma non trattati da comici o politici, ma trattati da chi studia ed ha una conoscenza a 360 gradi per poter istruire il popolo su dati concreti e non su supposizioni. Forse è da li che dobbiamo ripartire, da una conoscenza diversa sulla provenienza dell’energia e da un uso più attento di essa anche nei piccoli gesti, non solo quelli casalinghi, ma anche negli uffici dove lavoriamo anche se non la paghiamo direttamente. Forse un domani quella lampadina piantata a terra e accesa da Tesla a Colorado Spring si illuminerà di nuovo, perché anche i grandi affaristi e burattinai di questo nostro pianeta capiranno che non si potrà più vivere in un mondo “sporco” e che neanche per loro potrà esserci una boccata di aria fresca.

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