lunedì 14 aprile 2014

Gioie e dolori. Aragon, Misano, Austin 2014

E' inutile guardare fuori dalla finestra e domandarci perchè. E' semplicemente destino. Una volta la mortalità nelle motociclette era altissima, basti pensare ai circuiti stradali. Oggi nelle competizioni questa percentuale è quasi vicina allo zero, e l'unica variabile, non prevedibile, sono proprio le morti per investimento. E' successo anche ieri in una gara minore dove un ragazzo ha perso la vita come in un film già visto diverse volte, investito da altri ragazzi in un giorno di festa e passione. Ironia della sorte è successo proprio nel circuito Marco Simoncelli anche lui vittima del destino. Oggi noi piloti abbiamo un altro angelo a vegliare su di noi, perchè è questo che ci piace credere. Ciao Emanuele saluta i ragazzi.

La Domenica di gare, la prima senza la MotoGp in chiaro (almeno per me) è trascorsa iniziando dalla SBK con due belle manches che hanno sancito il ritorno di Tom Sykes alla vittoria con una splendida doppietta sia di lui che del suo compagno di squadra Baz. Ieri le verdone l'hanno fatta da padrone mostrando i muscoli e delineando già una prima fisionomia al mondiale. Per gli altri solo le briciole. Da un ritrovato Rea terzo nella prima manches ad uno "strano" Melandri (terzo) nella seconda. Sinceramente non ho mai capito l'atteggiamento del ravennate, sopratutto ad Aragon dove al rampino in fondo al rettilineo ne ha sempre combinate di cotte e di crude (vedi il duello con Biaggi). Giugliano invece ha mostrato ancora una volta grinta e la Ducati sembra aver imboccato la strada giusta verso la vetta. L'errore in gara 1 non deve trarre in inganno, anche se un pò di colpa ce l'ha, però l'ultimo giro e l'ultima curva sono ottime motivazioni. Grigia anche la prova di Guintoli, mai in gara per il podio (6° e 4°). Il buon momento Ducati arriva anche da Davies (4° e caduto) mentre da decifrare la gara di Laverty autore di due belle rimonte. Da segnalare l'ottimo avvio di Bimota anche se senza punti mondiali. Nelle EVO Camier si toglie una piccola soddisfazione come sostituto di Barrier in gara 1 mentre Salom batte la concorrenza in gara 2. Nella 600 Supersport trionfa per la prima volta quest'anno Soufoglu dopo una gara meno arrembante del solito ma più accorta dietro Couglan e Cluzel che se le sono date di santa ragione fino all'errore del francese. Con lui Van de Mark secondo e Marino terzo. Bravo Zanetti quarto autore di una gara attenta.
In differita dall'altra parte del mondo, quando oramai il sonno iniziava a prevalere, mi sono guardato le gare del motomondiale (tranne la Moto2). Contento di non aver pagato SKY per delle gare quasi piacevoli (bella la Moto3, strana la MotoGp) ma sopratutto per un commento inascoltabile da far rimpiangere (quasi) Guido Meda, il che è tutto dire. Inizierei dalla maiuscola prestazione di Jack Miller vera rivelazione (io l'avevo già detto in tempi non sospetti) della Moto3 che ha tenuto a bada un nuvolo di scatenanti ad iniziare da uno "strano" Fenati, super euforico alla fine (?) e un Vasquez a posto con una Honda ritrovata. Gara a 4 fino all'ultimo giro quando Marquez ha pensato bene di buttare alle ortiche il tutto. L'inno spagnolo non è dunque suonato in Moto3 ma si è preso tutta la scena in MotoGp dove Marquez ha definitivamente messo il sigillo sulla sua grandezza. Contrariamente ai giornalai che scrivono titoloni per vendere, un pilota, un talento, un fenomeno lo si vede col tempo, non se fa un sorpasso o vince una gara ne tantomeno un mondiale. Sia in Qatar che ieri il ragazzo ha chiuso il mondiale dell'anno scorso con due prestazioni maiuscole degne di tali appellativi, come appunto vero talento e fenomeno. Non si vince una gara in solitario con 5 secondi di vantaggio per caso. Visti i risultati della compagine il rischio è che Marc uccida questo mondiale prima del tempo, ma non per mancanza di avversari (com'è successo ad altri in passato), ma per una supremazia imbarazzante. L'eterno secondo (Pedrosa) lo ha seguito e di più non poteva fare. Ci ha provato Lorenzo che ha pensato bene di partire qualche secondo prima di tutti ma si sa che i regolamenti non lo permettono. Da lodare invece la gara di Dovizioso e della Ducati degni di tutti gli appellativi sempre riservati ad altri. Moto italiana, pilota italiano, terzo, sull'asciutto dopo ottimi sorpassi. Dovizioso ha "sfruttato" la scia di Iannone che è stato terzo per metà gara fino ad un calo, ha combattuto con un ottimo Bradl ed ha regalato il primo podio vero alla Ducati e a Dall'Igna. Bello anche il duello tra Bradl e Smith degno anche quello di qualche appellativo in più. 
Voto basso, bassissimo a Capirossi e compagnia con una telecronaca votata al più bieco servilismo che rasenta la prostituzione. Voto basso anche alla DORNA per permettere alle moto di affrontare rampini quali quello di ARAGON, Monza e Magny Course. Gli Stop and Go servono per le auto non per le moto!!!!

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