lunedì 8 ottobre 2018

Viaggio nella terra del sisma, dimenticata dallo stato (e dagli italiani)

"Amatrice città degli italiani" recitano i cartelli presenti nella cittadina colpita dal sisma del 2016. Non ero mai stato in quei luoghi prima del disastro ma con un gruppo di amici abbiamo deciso di recarci la per una gita sul Gran Sasso e Monti Sibillini. Visto che la zona è "farcita" di belle strade panoramiche abbiamo pensato di fermarci proprio li, per unire lo scopo ludico della girata ad un momento di riflessione "non filtrato" dalle tv e giornali. Il primo a riceverci è il sindaco di Cittareale che ci illustra e descrive la vita di questo ex ridente borgo di 500 anime circa, oggi situato nel pianoro ai piedi del paese stesso. Con immenso stupore, visto lo stato in cui versa Firenze, scopriamo che il Comune di Firenze, ma anche altri comuni toscani nonchè la Regione e qualche grossa ditta, sono stati fautori di una catena di solidarietà che per una volta tanto mi ha reso un pò fiero di avere il giglio sulla mia giacchetta. Ma il sindaco, come altre persone, ci dice anche un'altra cosa molto più forte e vergognosa: lo stato è presente soltanto nei ragazzi dell'esercito e delle forse dell'ordine, tralasciando l'aspetto degli aiuti concreti per la ricostruzione o magari per eliminare tutti quegli edifici inclusi nelle Zone Rosse off limits per ovvi motivi di crollo imminente. Stesso discorso per Amatrice dove accanto ai cumuli di macerie che un tempo erano case si alternano costruzioni nuove o che hanno "retto" la furia del terremoto. Palazzi anche grandi in attesa di essere demoliti fanno sfondo alle casette che hanno dato "rifugio" agli abitanti che si riuniscono la sera in una sorta di centro commerciale che comprende un pò tutte le attività un tempo dislocate per tutta la cittadina. Tanti progetti di ricostruzione ma nessuna attività di rimozione, vista anche la favorevole stagione perchè qui l'inverno è parecchio rigido e i -20 gradi non sono una cosa tanto rara. Fabrizio Berardi, titolare (insieme ai fratelli) del Centro Vacanze Lo scoiattolo ci racconta che da 2 anni a questa parte solo la voglia di andare avanti li ha portati fino a qui perchè alla fine anche le richieste più banali non vengono mai evase. Eppure il centro si trova in un posto strategico per poter effettuare una serie di iniziative immerse nella natura selvaggia, di fatto un ricettacolo per il turismo alla ricerca di un qualcosa di "intimo" che non siano i bellissimi parchi (ma inflazionati) dolomitici. In ogni paese vedi la totale devastazione e la poca voglia di rinascere senza aiuti concreti, come a Castelluccio sulla vallata che ospita la famosa fioritura. Un feudo arroccato sulla collina con i container che si sono sostituiti alle case in pietra crollate. Il proprietario di un bar ci ha detto che lui, per lo Stato, non sarebbe ancora dovuto entrare dentro e in questi due anni di cosa sarebbe dovuto campare allora? Inoltrandoci verso il Parco dei Monti Sibillini incrociamo paesi con le loro ferite fino ad arrivare a Visso una ridente cittadina avvolta in un silenzio spettrale con gli abitanti costretti ad abitare nelle villette di emergenza mentre le loro case sono in attesa di un destino ineluttabile. Ma anche verso sud a Poggio Cancelli, Campotosto la situazione non varia. Poi per fortuna il Gran Sasso e i suoi pianori all'interno rimettono un pò in pace in noi stessi offrendoci paesaggi mozzafiato, già visti nei grandi film americani, ma che abbiano qui a casa nostra, a due passi dalle nostre comode realtà. E mentre la sera ti addormenti avvolto dal rumore del silenzio non puoi non pensare al perchè uno stato si permette di lasciare da soli una fetta di connazionali che ogni giorno cercano di ritrovare quell'equilibrio che la natura gli ha strappato via in una calda giornata d'Agosto. Abbiamo una parte di Italia ferita ma non vedo più nessuno rammentarla. Vedo solo qualunquisti che si nascondo dietro delle magliette rosse per la difesa di persone che vengono da lontano così come vedo sindaci piangere per la mancata accoglienza dei cosi detti migranti, ma non vedo più nessuno piangere per gli italiani che sono stati lasciati soli. Andate laggiù come abbiamo fatto noi, rendetevi conto che c'è una popolazione ferita ma che non molla, che sfida due calamità: la natura e lo stato latitante. Non so cosa possano offrire quei posti in inverno ma la prossima primavera fateci un salto, prendete la moto, la macchina e portate la vostra solidarietà senza fare elemosina ma visitando dei luoghi bellissimi imparando che l'erba del vicino non sempre è la più verde. Paradossalmente visitando quei luoghi il terremoto si genera anche dentro di te, ma non è una scossa sismica ma più semplicemente una scossa di consapevolezza e di quanto possiamo essere fragili ma anche pieni di risorse. Vorrei poter continuare a scrivere sulle sensazioni che mi hanno pervaso durante tutto il viaggio ma spero che queste semplice righe vi abbiano un pò incuriosito per poter essere in futuro testimoni voi stessi.
Un grande abbraccio dal turista per caso e sicuramente...arrivederci!
Massimiliano Miniati

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