lunedì 23 febbraio 2009

Partito Democratico Cristiano

Finalmente una svolta è stata fatta. Meno finalmente la Democrazia Cristiana ha preso le redini del comando. D'altronde che è causa del suo mal pianga se stesso. Ricordo nel 1993 quando l'allora DS si fregavano le mani per aver sbaragliato i "cugini" socialisti falciati dal trattorista immobiliare e dalla vergogna di mani pulite. Io mi ricordo di tutti gli esuli, quelli che fino al giorno prima osannavano Bettino Craxi e poi hanno rinnegato tutto, tra cui Ottaviano Del Turco. Io mi ricordo chi diceva "...si, sono stato socialista, ma adesso sono guarito...". Mi ricordo anche della scellerata scelta di Uolter un anno fa di estromettere i socialisti dalla nuova coalizione, al posto di altri che meno ci potevano stare, ma facevano molto "fico". Peccato, l'idea era partita bene, facendo fuori le ali estreme della sinistra e dando un immagine più moderata ma sempre di "sinistra"... Poi però la convinzione "ma anche" la paura hanno fatto imbarcare un pò tutti a bordo dell'arca di Noè, e gli italiani se ne sono accorti, ed hanno stroncato in maniera inequivocabile le scelte del povero Veltroni che dal "we can" è passato all'"I go" (che non è la macchina della Toyota). Che dire... Con Franceschini alla guida e vari leader che si sono palesati in varie città tra cui Renzi a Firenze, ai post comunisti o presunti tali, non resta che iniziare a pregare, a non bestemmiare più, a riporre le icone tanto care alla sinistra, tra cui la falce e martello che verrà sostituita dal rosario e dalla Bibbia e dalla immancabile domenica alla messa... Già infatti si vocifera che l'ex leader del PD vada in Africa come missionario tenendo fede agli impegni presi... A me personalmente dispiace, perchè l'idea di Uolter non era male, però uomini con gli attributi non ce ne sono tanti, e in politica ancora meno... Tutte bandierine che sventolano al primo cambio di vento, pronte a vendersi, e con loro il popolo ignorante e ciuco pronto a seguirli e fare la stessa fine... Ciao compagni, sicuramente vi ritroverete in una nuova coalizione che prenderà vita alle europee, con un figuro che è stato sotto naftalina per un anno intero, pronto a risvegliarsi e a imprecare contro tutto e tutti, cavalcando il cavallo del populismo. Per il resto bentornata balena bianca, i miei più vivi complimenti...

venerdì 6 febbraio 2009

Il vero scandalo era obbligare i dottori al silenzio

di Mario Giordano
Un Paese incivile? Un Paese xenofobo? Un Paese fascista, parafascista, iperfascista, comunque indegno, zotico, barbaro e contro la vita? Un Paese razzista e disumano? Davvero siamo diventati tutto questo? Oggi? Di colpo? Leggo le agenzie e trasecolo: l’approvazione del provvedimento che dà ai medici la possibilità di denunciare i clandestini scatena un’ondata di reazioni che sembra di essere finiti all’improvviso dentro un comizio di Malcolm X. Ma dove sarà il Ku Klux Klan? Quale la norma che suscita tanta indignazione? La leggo e la rileggo: dà la possibilità ai medici di denunciare i clandestini. Tutto qui? Tutto qui. Scusatemi ma l’unica cosa che io trovo indegna, a dir la verità, e che finora non potessero farlo. Non vi pare? Sembra impossibile. E invece è proprio così. In base a una legge del ’98 al medico oggi è vietato (ribadisco: vietato) denunciare un clandestino. Non può farlo. Proprio non può, salvo incorrere lui (non il clandestino) in sanzioni. A me sembra una stupidaggine. E al contrario mi sembra puro buon senso la nuova norma che gli dà la possibilità (ribadisco: possibilità, non obbligo) di fare ciò che per qualsiasi cittadino sarebbe una responsabile azione civica. Non la vogliono usare? Non la usino. Ci vogliono rinunciare pubblicamente? Ci rinuncino. Mettano un cartello fuori dall’ambulatorio, un’insegna luminosa, uno striscione fluorescente: «Qui i clandestini non si denunciano». Nessuno li obbliga. Nessuno li costringe. Ma non si lamentino: chi, come noi, ha somma fiducia nella coscienza, nella professionalità e nella sensibilità dei medici, non può che essere contento che a loro sia affidato uno strumento in più. Ribadisco: uno in più, non uno in meno.Dicono che così i medici diventano poliziotti e anche delatori. È una balla. E chi la dice lo sa benissimo. I camici bianchi non indosseranno la divisa. Non più, per lo meno, di quanto la indossino oggi quando segnalano che nel loro ambulatorio è arrivato un ferito da arma da fuoco o la vittima di un pestaggio. In quel caso, infatti, già ora scatta la denuncia. Il medico si sente per questo meno medico? Si sente trasformato in poliziotto? O in delatore? Perde la sua funzione «curante»? No? E perché, nel caso dei clandestini, invece tutto ciò succede? Perché la denuncia di una rissa è compatibile con la funzione del medico e quella di un clandestino no? Tanto più che i medici fino al ’98 potevano denunciare regolarmente i clandestini. Non c'era divieto. E non c’era scandalo. Come mai? Dieci anni fa eravamo un Paese incivile e non lo sapevamo? Eravamo un Paese xenofobo, parafascista eccetera come dicono in coro Veltroni, Gino Strada, le Acli e il solito coro del perbenismo conformista? E nessuno ci aveva informati? E nessuno s’era indignato? E già che ci siamo: sono Paesi razzisti anche Francia e Gran Bretagna, dove i medici hanno da sempre la possibilità di denunciare i clandestini? Ed è razzista la Germania, dove addirittura esiste l’obbligo (ribadisco: l’obbligo) di denuncia da parte degli ospedali? C’era ieri un’esponente della sinistra che commentava la notizia dicendo: «Mi vergogno di essere italiana». Ecco: bisognerebbe spedirla a imparare come funziona all’estero. Biglietto di sola andata, però. Dicono un’altra cosa. Dicono che questo emendamento è sbagliato perché i clandestini, temendo di essere denunciati, rinunceranno a farsi curare. Sarà. Però a me pare che si stia dimenticando che stiamo parlando di clandestini. Ribadisco: clandestini. Questi in Italia proprio non ci dovrebbero stare. Entrano infrangendo la legge. Vivono al di fuori delle regole. Nessuno nega il diritto alla cura, ci mancherebbe. Nessuno nega il diritto alla salute. Ma poi, dopo aver fatto di tutto per guarirli, avremo diritto di chiedere loro: scusate, il permesso di soggiorno dov’è? E prima di porci il problema di come limitare la diffusione delle loro malattie, non potremmo porci il problema di come limitare la loro invasione? Anche perché, come si sa, la maggior parte delle cure richieste al pronto soccorso non sono cure d’urgenza. Non sono malattie terribili, epidemie contagiose, questioni di vita e di morte. La maggior parte delle cure richieste al pronto soccorso sono cure che si potrebbero ricevere (con costi molto minori per il servizio sanitario) in altri modi. Si passa dal pronto soccorso perché è più rapido, è più facile, è più comodo. Se ne abusa un po’. Per porre un freno agli abusi, infatti, gli italiani sono chiamati a pagare un ticket: se l’intervento non era urgente, se è un codice bianco, mettono mano al portafoglio. I clandestini, invece, in quanto clandestini, non pagano una lira. E allora la situazione è la seguente: gli italiani che pagano il servizio sanitario tramite le loro tasse, appena arrivano al pronto soccorso vengano registrati, lasciano i dati, e devono stare attenti perché se sgarrano arriva la mazzata sotto forma di ticket. I clandestini, nulla. Non pagano le tasse, non lasciano i dati, non versano il ticket. Possono abusare fin che vogliono. Possono intasare le sale d’attesa. Possono occupare i medici anche in futilità. Anche in ripetute futilità. Vi sembra normale? A me no. E, a dirla tutta, il difetto del provvedimento che fa tanto discutere a me pare esattamente l’opposto di quello che si sta strillando da diverse ore: il suo difetto, cioè, è che sarà più utile da spendere sulle piazze che nella lotta alla clandestinità, più come arma di comizio che come vero strumento di equità. Il suo difetto, spiace per le Acli e anche per Veltroni, non è di essere disumano e barbaro. Il suo difetto, piuttosto, è che forse sarà inutile.

lunedì 2 febbraio 2009

Siamo diversi


Guardate la foto e leggete la storia. Poi venitemi a parlare delle moschee e integrazione totale. Guardate il cranio della bambina. E mi venite a dire che siamo uguali? Ai fautori della totale integrazione, se la vogliono veramente, dico di andare la, in quei luoghi. A chi è già qui massimo rispetto, ma non chiedeteci altro...


Questo dovrebbe essere un titolo dei giornali… non la spazzatura che ci propinano ogni giorno!È una storia dura ma che riscalda il cuore… con una foto di John Gebhardt (marine americano) in Iraq. La moglie di John Gebhardt's, Mindy, ha detto che l’intera famiglia di questa piccola bambina è stata sterminata. Gli insorti volevano uccidere anche la bambina e così le hanno sparato alla testa… ma non ci sono riusciti. È stata curata nell’ospedale militare di John e adesso sta guarendo ma continua a piangere e a lamentarsi. Gli infermieri hanno detto che John è l’unico che sembra riuscire a calmarla per cui John ha passato quattro notti tenendola in braccio mentre tutti e due dormivano su quella sedia. La bambina continua a migliorare. John è un vero eroe di guerra e rappresenta ciò che il mondo occidentale sta cercando di fare. Questo, amici, merita di essere condiviso con il mondo! Fatelo!Non vedrete mai cose del genere al telegiornale. Fatelo girare. Se non lo fate non succede nulla ma la gente ha bisogno di vedere foto come questa e di rendersi conto che stiamo facendo la differenza. Anche se si tratta semplicemente di una piccola bambina per volta.

sabato 31 gennaio 2009

I missili di Obama W

Ebbene si. Noi che lo abbiamo sempre saputo e detto, la notizia non ci stupisce affatto. Ma per tutti i pacifisti, verdi, arcobaleno, radical chic, bonisti, perbenisti, razzisti, la notizia li dovrebbe sconvolgere. I giornali partigiani, quelli che sbattono in prima pagina il presidente americano, solo perchè "scuro" non hanno dato della notizia (solo la Stampa con Maurizio Molinari) che al quarto giorno di presidenza, Barack Obama ha lanciato cinque missili in due attacchi militari in Pakistan (almeno venti morti). Repubblica e Corriere niente, anche perché erano impegnate a scrivere la balla che sotto Bush c’era "il divieto totale ai fondi pubblici per la ricerca sulle staminali" (Corriere), tre errori in una sola frase: il divieto non è totale, i fondi pubblici non sono vietati, la ricerca sulle staminali non è vietata. Il Corriere, inoltre, non s’è accorto dei cinque missili sul Pakistan anche perché impegnato a titolare così, "Seggio a una sconosciuta", la decisione del governatore di New York di nominare al posto di senatore lasciato vacante da Hillary Clinton una deputata eletta due volte al Congresso di Washington. Sconosciuta a chi?
Questo è Barak Obama signori. Noi lo sapevamo e ci piace lo stesso, ma voi adesso che dite? Tornerete a bruciare la bandiera degli States dopo neanche 15 giorni dal vostro orgasmo collettivo? Dove sei adesso accusatore di Bush e sostenitore di Obama, dove sei?

martedì 27 gennaio 2009

C'è qualcosa che non va...

Sicuramente c'è qualcosa che non va, altrimenti forse andremmo meglio. Aprile è lontano quasi un anno, e sicuramente è poco, o forse giusto il tempo per stilare i bilanci del nuovo governo Berlusconi. Per quanto mi riguarda sono tendente al deluso, perchè comunque ancora non c'è stata quella simil svolta "dittatoriale" che avrebbe dovuto mettere i puntini sulle "i". Tra i tanti problemi che ci affliggono, quello dell'immigrazione è certamente il più dannoso in ottica futura, perchè l'italia e una piccola parte di italiani, mescolano di continuo le carte in tavola sul non prendere decisioni al momento drastiche, ma che andranno sicuramente prese. I fatti di Lampedusa e Massa ci suggeriscono che non c'è volontà di integrazione, ma solo richieste, imposizioni, pugni alzati, che con l'integrazione non hanno a che fare. Integrare significa accogliere il cittadino comunitario o extracomunitario, che si presenta con dei regolari documenti e si mette a servizio della collettività, lavorando, creandosi una posizione, e non richiedendo lo stato di rifugiato politico. Di politici fancazzisti ne abbiamo già abbastanza, non ci servono altri sulle spalle. Che se li prenda la chiesa romana, che se li prendano le associazioni umanitarie che non vedono altro che gli stranieri e non gli italiani. Perchè di italiani che hanno bisogno ce n'è da dare e da serbare... Fino adesso la visione della Fallaci non ha avuto errori, e all'orizzonte non vedo soluzioni o persone o propositi che qualcuno possa far cambiare il vento. Il vento lo farà cambiare forse il popolo, che stufo delle invasioni delle proprie piazze, campagne, parchi, si organizzerà per conto suo, scatenando quello che è all'opposto di una protesta civile, ma di un intolleranza che prenderà tutti, anche quelli che sono qui regolarmente, a lavorare onestamente. Siamo ancora ostaggi del razzismo? No signori, questo si chiama vivere civile e pretendere che gli altri rispettino la nostra terra. La razza non centra niente, anzi... ce lo vogliono far credere per nascondere interessi più grandi, perchè tali vanno chiamati. Spiegatemi il senso di far girovagare orde di clandestini quando potremmo rimandarli al mittente. Spiegatemi il senso di un campo nomadi, il senso dell'occupazione di case destinate ad altri, il senso di proteste effettuate in pubbliche piazze da chi non ha neanche il diritto di calpestare il suolo italiano... Abbiamo i satelliti che leggono i giornali, e non siamo in grado di vedere da dove partono le barche, le navi, i gommoni? Non siamo in grado, in tutta l'Europa evoluta, di dare nomi e volti a chi cerca disperatamente asilo politico, di arginare il problema? Sono tutti rifugiati o gente che ci prova? Caro Cavaliere, caro Maroni, e cari tutti gli altri onorevoli ballerini, il popolo, in maniera inequivocabile via ha dato un segnale forte, in tutte le direzioni. Ha mandato a casa le ali estreme (dx e sx), ha tirato fuori la pochezza di una certa corrente politica, ha sottolineato che ha bisogno di un leader forte. E voi che fate? Discorsi, parole, bla, bla, bla,... Potevate e potete ancora passare alla storia, quella vera, quella dei libri di storia, ma se continuate così sarete quasi peggiori di chi vi ha preceduto, almeno a loro, la mediocrità, già gli si leggeva in faccia!

sabato 17 gennaio 2009

Il guerriero sulla collina

Non sempre la vita ti è benevola, o almeno ti si prospetta facile. Ma in fondo si chiama vita proprio perchè la devi vivere, nel bene e nel male. Poi c'è la via di mezzo, la via di tutti i giorni, il lavoro, la famiglia, lo svago, tentare di avere delle parentesi positive in mezzo ai problemi quotidiani. Certo è, quando sei giovane cerchi di tracciare una linea della tua vita, magari inizi a pensare ad un lavoro, a mettere su famiglia, ma spesso le nostre previsioni subiscono dei cambi di direzione improvvisi, e questo si sà fa parte del gioco. Però vivi, e se hai un minimo di carattere reagisci, ti rimetti in discussione, e se la svolta avviene in senso positivo, godi di quel cambiamento, gioisci, comunque apprezzi ciò che ti è stato donato. Mi ritengo molto fortunato di aver vissuto la vita che mi ha portato fin qui. Mi ritengo fortunato perchè sarei un ipocrita a ridurre la mia felicità solo perchè vorrei avere più agi economici. Ho tutto quello che una persona può desiderare. Certo la fine del mese a volte non arriva, ma tutto sommato chi se ne frega!! Ho un ottimo lavoro, ho due figli splendidi, una casa, le mie passioni, pochi amici ma buoni, che volere di più? Però come sempre, ad ogni poeta manca un verso, e come ogni poeta che si rispetti sono sempre accompagnato da quel velo di tristezza e malinconia latente dei momenti più felici, che mi perseguita e mi fa dire: avrò fatto la cosa giusta? La vita non la puoi cancellare ne cambiare. La puoi modificare, ma il minuto trascorso è già passato, e in qualunque modo lo hai passato non torni mai indietro. Se fosse un hard disk ci sarebbe il tasto formatta, o cancella parziale, ma il vissuto rimane scritto dentro il tuo libro, che ogni tanto, anche se non vuoi, si riapre e sei costretto a leggerlo... Io non cancellerò mai quello che ho fatto, fa parte della mia vita, sempre vissuta alla ricerca del limite, sfidando la sorte, a volte anche con arroganza, senza però mai nicchiare. Giudicato e giudicante, non mi sono mai peritato di dire cosa pensavo ad un amico o conoscente, anche se questo poteva comportare la fine del rapporto, e ho sempre visto la vita degli altri, ma poco la mia... Mi è stato sempre detto "certo hai un bel carattere nel prendere le cose anche negative", ma se sono qui a scrivere forse il carattere si è affievolito, e la grinta annacquata, e cerco di ritrovarla parlando a me stesso in questo specchio-diario, che parla di me... Non spero di trovare qualcuno che mi risponda, in fondo conosco già la risposta, ma nel silente spazio cibernetico, ci sono tante voci come la mia che forse non si incontreranno mai, o forse si, sorreggendosi a vicenda, come in un grande mosaico, dove dei piccoli pezzetti di vetro colorati formano un immagine ben definita... Oggi il guerriero ha posato la spada e aperto la sua armatura, in fondo l'aria è fresca e non ci sono battaglie da combattere...

giovedì 8 gennaio 2009

Nemo propheta in patria (sua)


Frase volutamente tratta dal Vangelo Ancor oggi simile espressione viene usata da coloro che vedono il proprio operato non apprezzato da chi sta più vicino: familiari, colleghi, amici... Guardando la foto mi verrebbe voglia di dire "senza parole", ma siccome chi tace acconsente, io non acconsento!!! Nella più classica delle frasi scalfariane: "NON CI STO'!!". Come posso starci allo scempio, anzi alla profanazione di un simbolo della cristianità, quale il Duomo di Milano o tutti i duomi nel mondo. La foto dimostra un atto di forza e di sottomissione da parte dell'islam nei confronti della chiesa. E' inutile prendersi in giro. E' inutile dire che alla Mecca non ce lo farebbero fare. Non me ne frega niente perchè alla Mecca, pronao come nella più classica espressione "sparecchiavo", non ci andremo mai!! E quando dico che non ci andremo parlo della stragrande maggioranza di cristiani, non di bau bau micio micio!!! Aboliti i presepi, i babbi natale, i crocefissi in nome di cosa, della tolleranza? Io non bestemmio, ne vado in chiesa, ma sono nato e cresciuto con l'Ave Maria, il Padre Nostro, il "tua" di quando passava una suora, e dell'Islam e di Maometto ne sapevo soltanto leggendo la Divina Commedia l'Inferno. Dante e la Fallaci, due fiorentini come me, che non hanno avuto peli sulla lingua per dare un giudizio o vedere più in la del loro naso. C'è chi dirà che l'Islam non è solo fondamentalismo. Mi stà bene, non dico questo, però qui, in Italia patria del cattolicesimo e della chiesa romana, patria delle Madonne con Bambino, del Cristo risorto del Mantegna, dei puttini, degli angeli e dei santi, e, di come recita la messa, di tutto l'ordine sacerdotale, voglio simboli cristiani!! Ratzingher dove sei? Non voglio Benedetto XVI, voglio R-A-T-Z-I-N-G-H-E-R, cognome fiero e tedesco, un pò rigido se si vuole, ma autoritario che ci ricordi che siamo cristiani. Tettamanzi che ha già il destino scritto nel suo cognome, vada altrove a predicare il vangelo, vada nelle sabbie aride dell'arabia, vada a redimere chi vuole in Turchia, vada via però. E con lui i preti che mettono la moschea nel presepe, chi impedisce di santificare il Natale nelle scuole. Io non voglio onori nella mia patria, nessuno forse li vuole, ma non voglio neanche che gli altri se li prendano a discapito dei miei e di chi ci ha preceduto e che ha combattuto per essere quello che siamo oggi! Amen.

La balla spaziale!!

di Paolo Granzotto
Adesso, se i membri dell’Accademia Reale delle Scienze disponessero di una seppur modica quantità d’amor proprio e volessero restituire al Premio Nobel quel poco di rispetto che tutto sommato si merita, dovrebbero convocare a Stoccolma Al Gore e Rajendra K. Pachauri, il presidente dell’Ipcc, Intergovernmental Panel on Climate Change. E lì, nella sala del concerto dell’Accademia Reale di Musica dove nell’ottobre del 2007 il Bibì e il Bibò del «global warming» ricevettero dalle mani di Re Gustavo il Nobel per la Pace - per la Pace! -, degradarli come si fa con gli ufficiali felloni o traditori. Con obbligo di restituire medaglia d’oro, diploma e, soldi sull’unghia, quel milione e centomila euri che ricevettero di prebenda. L’abbiamo scampata bella. Se non interveniva la Natura con le sue gelate, le sue piogge e le sue nevicate, se non ci si fosse messa di buzzo buono per riempire fino all’orlo fiumi, laghi e bacini, per rimpinzare - in un fiat, fra l’altro - con trilioni e trilioni di tonnellate di ghiaccio le calotte polari di sopra e di sotto oltre che ghiacciai di tutto il mondo, ivi compreso il dato per morto e sepolto Perito Moreno, se non avesse, insomma, voluto dimostrare che lei fa quel che più le pare e piace strabuggerandosene delle proiezioni matematiche dell’Ipcc e delle quattro puzzette emesse da noi umani, Al Gore e Rajendra K. Pachauri sarebbero ancor qui a dettar legge. Lasciamo stare noi, che da anni battiamo e ribattiamo per denunciare la grande bufala del riscaldamento globale di origine antropica. Contiamo niente, noi. Ma i 650 scienziati - non cialtroneschi dilettanti, non improvvisati cultori della materia: scienziati, fisici, geologi, meteorologi - ai quali, grazie al provvido intervento della Natura del quale abbiamo parlato si presta finalmente orecchio, non è che abbiano smantellato il dogma del «global warming» solo ieri. È da sempre che lo picconano, è da sempre che lo smascherano rivelandolo per quello che è: una balla planetaria. Ma la stampa internazionale (con rare eccezioni), le tivvù, i blogger, i Michel Moore, le stitiche star di Hollywood, i rincoglioniti da Facebook o altri «social network» per finire ai pecorariscanio, alla minutaglia ambientalista nostrana, tutti a irriderla, la scienza. Tutti a crogiolarsi nel catastrofismo. Mi ripeto, lo so e so anche che infierire sul vinto non è bello, ma tant’è: qualche tempo fa L’espresso sparò una mezza dozzina di pagine - con le solite fotografie delle zolle seccate dal sole, dello stento ciuffetto d’erba ingiallita - per annunciare al suo popolo di beoni che a far data 2022 la Puglia si sarebbe ritrovata totalmente desertificata. Niente più olivi e vigne. Solo sabbia e pietraie, pietraie e sabbia. E Repubblica? Avrà sfornato mille, duemila paginoni sul tema «Il pianeta ha un piede nella fossa». Attaccandosi a tutto, prendendo a pretesto i fatti più insignificanti o stravaganti. Come quella volta che lanciò l’allarme - e gli ci volle ovviamente un’intera paginata - per la diminuzione del numero delle farfalle in non ricordo più quale plaga del Sudamerica. Non si sa bene chi mai le avesse contate - prima e dopo - le farfalle, comunque sia, con matematica certezza i repubblicones attribuirono il calo della presenza dei lepidotteri all’effetto serra originato dalla dissennata attività umana. E gli orsi annegati per via dello scioglimento dei ghiacci polari? E il pesce flauto - uno, uno di numero - pescato nel Mediterraneo lui, lui il pesce, che bazzica abitualmente acque subtropicali? Ecco! Strillarono i repubblicones, il riscaldamento globale costringe i poveri pesciolini a risalire il canale di Suez e ciò dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che tra due o tre anni il Mar Rosso entrerà in ebollizione.E cosa dire della mattana che colpì la società che si dice civile? Cosa dire di Fulco Pratesi che andava predicando di tirare lo sciacquone solo una volta ogni due giorni, di farsi il bagno solo una volta al mese e di cambiarsi la biancheria solo al mutare delle stagioni? Il tutto per risparmiare anche solo dieci litri di quell’acqua che il riscaldamento globale stava velocissimamente evaporando? Cosa dire dell’ossessione per la «carbon print», per l’«impronta ecologica» che falangi di bischeri tenevano aggiornata, attenti a non sforare i parametri? Tram in luogo di taxi uguale tre punti guadagnati, quattro se al posto del tram s’è inforcata la bicicletta. Dieci piani a piedi in luogo dell’ascensore punti due, virgola uno. Panino con la Bologna in luogo di spaghetti pomodoro e basilico uguale (per via del risparmio d’acqua e di gas) cinque punti tondi tondi. Punti preziosi, estremo omaggio al pianeta in agonia, già alla canna del gas. Che poi, se le conseguenze del canone catastrofista si fossero limitate al folklore del radicalume chic ambientalista o alle menate di Repubblica, amen. Potevamo anche farcene una ragione. Il guaio è che aveva finito per indurre eminenti statisti, tirati per i capelli dagli Al Gore, a sottoscrivere e giurare di rispettare i precetti di quell’incommensurabile bidone chiamato Protocollo di Kyoto. Bidone che all’Italia, cioè a noi contribuenti, sarebbe costato la bellezza di 180 miliardi (e qui è doveroso dirlo: puntando i piedi, mettendosi «fuori dall’Europa», rifiutandosi di sottostare ai diktat degli ayatollah ambientalisti, Silvio Berlusconi vide più lontano di tutti i Sarkozy e le Merkel e gli Zapatero messi insieme. Chapeau).Ma sì, ci è andata bene. Seppure in zona Cesarini, l’abbiamo scampata. Vecchia cara Natura, sempre pronta a metterci una buona parola e a sputtanare, scusate il termine, i cialtroni. Non ci resta, ora, che rimboccarci le maniche e con tanta pazienza chiarire alle nuove generazioni, cresciute ahiloro a forza di balle sul clima condizionato dalle lacche per i capelli o dal forno a legna d’una pizzeria, che la neve, la pioggia, il sole, il caldo o il freddo sono fenomeni naturali. Anche i capricci del tempo - e il tempo può essere molto capriccioso - sono fenomeni naturali. E non invece, come hanno fatto loro credere bombardandoli di fregnacce ecologiste, reazioni più o meno inconsulte di una sussiegosa Terra Madre indispettita per scarsa sensibilità ambientalista dell’uomo cattivo. Ci vorrà tempo, ma si convinceranno. Anche perché fra una dozzina d’anni potranno sempre andare a dare un’occhiata alla Puglia e ivi controllare se quelle che gli avevano raccontato erano verità scientifiche o panzane di ciarlatano.

sabato 3 gennaio 2009

La solitudine


"Marco se ne è andato e non ritorna più..." Beh! Non intendevo questa di solitudine, ma come inizio non ci stava male! Sono di ritorno da uno dei miei cyber viaggi su Facebook, la piazza virtuale più famosa al mondo, non che ci stia fisso, però come strumento per il contatto ha quasi superato l'email. Certo ogni cavolata è pubblica, ma questo non impedisce a un gruppo di amici di fare una chiamata per poi trovarsi a cena o in gita. Su Faccialibro (è più ganzo chiamarlo così) sono nati un sacco di gruppi all'insegna di "quelli che...", tanto per condividere delle passioni, su detti, o modi di dire, personaggi del cinema, usi e costumi che oramai si sono saldamente impiantati anche nel lessico quotidiano. Per esempio, io che sono un fan del piatto di fagioli del primo Trinità ho creato il mio personalissimo gruppo "Queli che il piatto di fagioli...". Momenti ludici che accomunano una serie di persone più per spirito goliardico che per uno scambio di vere informazioni, ma in fondo che importa... Un altro aspetto che ho notato è la "gara" ad avere più amici. Quello, devo dire la verità, mi ha un pò sconcertato. Da quando mi sono iscritto il mio contatore ha da poco superato i 100, e ogni volta che guardo la lista, trovo effettivamente dei nomi che conosco più o meno bene, comunque abbastanza presenti nella vita quotidiana. Al che, grazie anche allo strumento trova persone, si sono aggiunte persone che non vedevo da 20 anni e questo ha fatto si di giudicare Faccialibro uno strumento "importante". Però il mio contatore resta sempre uno dei più bassi in fatto di amici e questo mi pone davanti al dilemma: forse non sono così gradito? Ovviamente è una battuta, perchè la massima di pochi ma boni è sempre valida, ma allora perchè questa ricerca spasmodica di dei contatti? Un'amica di recente ha dovuto creare un altro account perchè aveva perso completamente il controllo degli "amici", ovvero aveva accettato talmente tante richieste, che alla fine non sapeva più chi era vero o amico dell'amico dell'amico. Possibile che ognuno di noi abbia 200 e più amici? O è la nostra convinzione di averne tanti che ci fa sentire meno soli? Certo che potrete anche rispondermi dicendo che comunque si tratta sempre di contatti effimeri che fanno parte di un gioco, e che comunque non bisogna dargli peso più di tanto, ma allora perchè chiamarla amicizia e non semplice conoscenza?

Credo che il tempo frenetico abbia rubato spazio al contatto tra le persone, ed oggi siamo costretti a parlarci chattando piuttosto che incontrandosi, tanti sono gli impegni della vita quotidiana. Romanticamente sono portato a vedere il monitor del computer come una grande finestra sul mondo, che osserva le cose dall'alto, come quando ci affaciamo e vediamo il traffico giù in strada. Non penso di conoscere tutte le persone che passano per strada anzi, posso riconoscere qualche volto, ma sicuramente vedo pochi amici, o non ne vedo neanche uno, passare sotto la finestra, ma questo non vuol dire che non ne abbia. Perdonatemi questa elucubrazione di inizio anno, ma quello che vorrei dirvi è che non è il numero del contatore degli amici a farci sentire meno soli, ma bensì la capacità di scambiare qualche riflessione, di avere un interlocutore che parli e ascolti, quando la giornata volge al desio, e magari cerchiamo un amico quando ci affacciamo alla finestra... Che facciamo, ci vediamo su Face?:-)

sabato 20 dicembre 2008

Cena di classe

C'è chi dei ritrovi di scuola ne fa un evento annuale, chi non si perde mai di vista, chi rimane in contatto per paura del tempo che scorre e le rughe che avanzano. Io ho avuto la fortuna di frequentare un' ottima scuola, grazie sopratutto ai miei genitori, e questo ha fatto si che dopo anni di distanza io porti ancora dentro l'insegnamento dei professori. A scuola poi c'è il gruppo dei compagni di classe, che non scegli, ma che tuo malgrado, sei costretto a conviverci per cinque o sei anni (se hai fatto il liceo per esempio). La convivenza è sancita dai ritmi della gioventù, quando ancora non hai quella malizia necessaria per valutare bene le persone, quindi a 17 anni di solito vanno tutti un "pò bene". Finita la scuola ti inserisci nella società, lavorando, creando una famiglia, comprando una casa, e ti accorgi che tutto sommato a scuola si stava parecchio bene! I numeri di telefono dei compagni si perdono nelle agende degli anni precedenti, e a parte qualche sporadico contatto, ognuno va per la sua strada. Una domanda che ricorre spesso nei ragazzi è "chissa come saremo tra 20 anni", perchè a 18 anni, vent'anni dopo sono una vita, e non ci fai mai caso. Sei giovane e immortale, per te il tempo non passerà mai... Poi però arriva il giorno, in cui quelle foto dai colori sbiaditi ti ritornano nelle mani, e la data impressa sopra è proprio quella di vent'anni prima... Eppure c'è qualcosa che ti fa sorridere, perchè pensi al giorno in cui ti sei fatto quella domanda e tutto a un tratto sembra ieri. Risfogli le agende (oggi c'è internet ma detta così è più romantica!), ripeschi i numeri di telefono, fai un pò di passaparola e ti ritrovi a cena, tanto tempo dopo, con le stesse faccie, gli stessi discorsi, lo stesso modo di essere... Non tutti ovviamente sono così, ma chi ha risposto a quella chiamata è sempre il ragazzo o la ragazza di venti anni fa. E la macchina del tempo, che tanto cerchiamo, esiste davvero, perchè è dentro di noi. Ieri sera a cena con i vecchi compagni di classe non abbiamo vissuto un momento, ma lo abbiamo continuato da quando lo avevamo interrotto tanto tempo fa. Il tempo passato fa parte delle nostre vite, ma non ha interferito sui nostri spiriti che sono rimasti giovani, pur con tutte le problematiche della vita quotidiana. Il segreto è di non considerare il tempo trascorso, ma di considerare che possiamo essere sempre giovani se lo vogliamo...
Grazie ragazzi a tutti voi per aver conservato quello spirito, che mi ha permesso in questa mattina fredda di Dicembre, di guardarmi allo specchio e di fare un sorriso, e di immaginarmi ancora nei corridoi della scuola in attesa del suono della campanella....
A presto.

venerdì 12 dicembre 2008

Walter L'indifendibile

Difendere il Pd? No, grazie. Non questo Pd. Non il Pd che s’è affidato all’abbraccio mortale con Di Pietro, non il Pd che in un anno, sulla strada dei girotondi, ha dilapidato il suo patrimonio di credibilità. Non il Pd del Circo Massimo, non il Pd che cavalca l'Onda, non il Pd che solletica la piazza diffondendo menzogne. Non il Pd che predica la superiorità morale mentre annega nell'immoralità, non il Pd che insegna la pulizia mentre sprofonda nella sporcizia. Non il Pd che sale sul pulpito per urlare che la sinistra rappresenta «l'Italia migliore» mentre le sue giunte cadono a pezzi sotto le inchieste della magistratura. Non il Pd che grida contro Berlusconi tiranno e dittatore. Non questo Pd, che non s’è mai saputo dare un tono, ma purtroppo s’è dato un Tonino. Difendere il Pd, come chiede per esempio Giuliano Ferrara, sarebbe possibile se Veltroni in un anno avesse fatto un po’ di quello che aveva promesso. Se, anziché buttarsi fra le braccia del trattorista di Montenero, avesse provato davvero ad andare da solo. Se avesse creato una sinistra liberata dall’odio anti-berlusconiano, un partito unico capace di elaborare un progetto dell’Italia anziché ripetere all’infinito il proposito di distruzione dell’avversario. Se avesse avanzato un’idea, una proposta, un suggerimento al di là del fin troppo facile e scontato «dagli al Cavaliere». Non esulto di fronte alle inchieste giudiziarie. Tutt’altro: continuo ad avere molti dubbi sul modo di procedere dei magistrati, sui tempi degli arresti, sull’uso delle manette e sui contenuti delle accuse. E il fatto che il Partito democratico sia dato già per morto, se non altro dai vignettisti della sinistra, mi preoccupa. Così come mi preoccupa l’inevitabile paragone che in queste ore corre sulle pagine dei giornali fra il Psi di Craxi del ’92 e il Pd di Veltroni di oggi (il finale è sempre previsto in Africa, anche se forse non a Hammamet). Il crollo dell’opposizione non è mai un bene per una democrazia. E l’avanzata di Di Pietro, pronto a fagocitare l’intera sinistra, ancor meno. Ma non se ne esce se non si capisce che questo è il risultato del fallimento di Veltroni. Ho l’impressione che il segretario del Pd abbia giocato col fuoco, sperando che l’alleanza con Tonino e il partito dei magistrati lo aiutassero a regolare conti interni. La situazione, però, evidentemente gli è scappata di mano. E se dopo oltre un anno di conduzione è costretto a dire che non si riconosce nel partito che conduce, bene, ha solo una strada da seguire: deve prendere atto del suo flop e andarsene. Così il Pd potrà difendersi. E così, forse, potremo difenderlo anche noi.

Uomini con le palle!!!!!!!!!


A dirla così sembra una frase maschilista, quasi volgare. Pensandoci bene tutti gli uomini hanno le palle, nel gergo medico genitali. La frase poi è migrata verso un significato che sottolinea le capacità di un/a individuo nel prendere decisioni, o porsi verso determinate questioni. Nel post precedente ho sottolineato un pò la fine delle ideologie, o almeno un forte annichilimento della nostra classe politica, ma il concetto vale un pò per tutti, anche a livello quotidiano, dove osserviamo che tutti noi stiamo arroccati nelle nostre convinzioni, con poche aperture, e guai se ci toccano la sfera personale, della serie "armiamoci e partite".

Ritornando al discorso politico, si nota come tutti, e dico tutti, siano affetti da una mancanza quasi totale degli attributi e la manifestano quotidianamente senza troppa vergogna. Ora nel perlamento ci sono però anche le donne, e a parte qualche sporadica apparizione di trans, la domanda sorge spontanea: e a loro che diciamo? Anche le donne sono senza palle (il fatto di non trovarcele "in mano" nel buio di una camera ci conforta), perchè ovviamente il significato è relativo al carattere, alla personalità. Leggo stamani che la Gelmini fa slittare il provvedimento relativo alla scuola. Relativamente che uno possa essere d'accordo o meno, mi chiedo il perchè, dopo tanto putiferio e piazze devastate, il provvedimento sia stato fatto slittare. Si parlerà di "concertazione delle parti", di confronto, di dialogo... Perchè allora non è stato fatto prima? Dov'è il premier forte, quello che indubbiamente negli ultimi 15 anni ha cambiato il corso della politica? Dov'è? Dov'è chi ce l'ha duro? Dall'altre parte lo smelenzio Uolter aveva già dimostrato di essere in cerca di affetto non "avendo le palle" per correre da solo. Ma la destra, o centro destra che dir si voglia, con gli ex arditi e fieri, dov'è finito? E' bastato un semplice buh! da parte di un gruppo di persone per far cadere il castello? E noi persone normali, con stipendio limitato, e famiglia da mantenere, quando il bambino punta i piedi per il gormito, o l'ultimo giocattolo, che dobbiamo fare? Comprarglielo? Tanto poi vanno a scuola, vedono le manifestazioni, e pensano: basta opporsi e otteniamo tutto. Li vedo già li striscioni e manifestazioni collettive che dal salotto arrivano in cucina: "Il dialogo è finito, compraci il gormito!!", "Niente sapone con le bolle, compraci la consolle (PS2)", "Ormai non sono più un bambino, voglio il motorino!!" e così via...

Ecco, cerchi di insegnare qualcosa di educativo ai figli, che subito lo stato, quello da cui prendere esempio, ti gira nel manico, e incita al caos totale. Bravi!! Qui non c'è in gioco la politica, qui c'è in gioco il sentimento, la determinazione di uno stato, che comunque dovrebbe fare delle scelte, anche difficili, per un idea di bene collettivo. Cosa dovrebbe fare allora chi era a favore del decreto? Scendere in piazza a sostenerlo? Evidentemente chi scrive e pochi altri la pensano così, perchè comunque nessuno ha il coraggio di dire o fare qualcosa, anche nell'urna per esempio. Mai che il popolo dia un segnale di essere stufo. Quindi l'equazione più logica è: politici senza palle=popolo senza palle!

mercoledì 10 dicembre 2008

La fine delle ideologie.

Nel 1993 in pieno mani pulite, il compianto Funari e non solo, dalla televisione incitava Di Pietro ad andare avanti. Ricordo la valanga di arresti e vittime illustri di tutto questo, una su tutti Bettino Craxi. Non voglio parlare di arresti può o meno "veri", ne la loro soluzione finale (sappiamo tutti com'è andata), ma voglio parlare del termine che venne coniato: "fine della Prima Rebubblica". In effetti il 1994 vide la nascita di Forza Italia e un pò di rimescolamenti sia a dx che a sx. "E' finita!!" gridava il popolo. Sembrava un uscita dalla schiavitù, un ritorno alla libertà. Questo lo dissero anche nel dicembre del 1959 a Cuba... Oggi siamo alla fine del 2008 e sono passati 15 anni da quel lontano '93. Abbiamo assistito a tutto, abbiamo visto di tutto, politici che con disinvoltura sono passati di qua, di la, peccatrici redente, brigatisti osannati, la scomparsa dei camerati e dei compagni, odiare l'Amerika e guardare l'America... Oggi siamo talmente disinvolti che anche il sindaco di una delle più importanti città italiane, si incatena, il tanto odiato torso nudo di Mussolini rispolverato alla guida di un trattore, imbonitori delle folle con un 730 da 4 milioni d'euro... Ah! Il progresso, ah! la seconda repubblica!
Su facebook di recente è passato un gruppo dedicato a Berlinguer, ricordandolo in maniera molto nostalgica. Ebbene io mi sono iscritto a quel gruppo e non ho ricordato solo lui, ma anche tutti gli altri politici della prima repubblica, Spadolini, Fanfani, Cossiga, Andreotti, Longo, Martelli... Quelli che Forattini li massacrava in maniera gentile, e che a sua volta si facevano massacrare perchè era il costume dell'epoca. Riprendete una vecchia registrazione di un geniale (all'epoca) Benigni. Era il 1982 e Tuttobenigni era fantastico! Eppure le città ridevano, la gente era diversa, lo spirito pure... C'era un ideologia latente, chi era cattolico, chi laico, chi ateo, c'era qualcosa... Oggi non c'è più niente di tutto questo. Tutti fanno di tutto, per tutto, contro tutto... Mio nonno diceva sempre che si stava meglio quando si stava peggio... E siccome al peggio non c'è mai fine, quanta ragione avevi nonno!!!!!!

mercoledì 3 dicembre 2008

Ci siamo o ci facciamo?

Volevo scrivere un post intitolato "Popolo di deficenti reprise", ma siccome la parola "popolo" è un pò troppo grande, poteva andare bene anche "parte del popolo". Comunque imo innanzi. Che le tasse siano una cosa fastidiosa è appurato, che siano "bellissime" beh lascio giudicare a voi, che l'unica Iva che andrebbe tenuta è la Zanicchi non ci piove (a molti di voi non starà neanche simpatica per motivi polici), ma (virgola) che si prenda a pretesto l'aumento dell'IVA per gli abbonamenti SKY, come grave offesa, vilipendio alla bandiera, abuso dei diritti dei lavoratori, mi sembra veramente eccessivo. Cavolo! Facciamo una battaglia per l'abolizione dell'IVA totale, arrabbiamoci per il bollo auto, il canone RAI, l'ILOR, l'IRPEF, L'ERPES, combattiamo per una battaglia giusta, leviamo l'IVA dai generi alimentari, la pasta, il latte, arrabbiamoci per il taglio ai contributi sul risparmio energetico... No, parte, una piccola parte del popolo si arrabbia perchè a SKY viene aumentata l'aliquota IVA dal 10% al 20% come tutte le altre cose di questo paese del c..biiiip!! E' forse un apparecchio medico? Un bene di prima necessità? Un salvavita? 4 milioni di italiani l'hanno in casa, gli altri 46 che fanno? Sono tutti zombie? Ed ecco i soliti che ci vengono a dire che a SKY lavora un sacco di gente e che in questa maniera perderanno il posto di lavoro bla, bla, bla... Intanto sulle "epurazioni" di LA7 nessuno si è mosso, eppure mi sembra che anche li abbiano dato una sforbiciata netta. A Mediaset fanno il loro percorso, e che ci piaccia o no, il TG5 è il tg più visto. Ora perchè il male assoluto, l'uomo di Arcore, lo psiconano (intanto Grillo se ne andato), e il suo governo hanno aumentato la tassa ad un bene effimero, chi non ha neanche più gli occhi per piangere ha cavalcato la tigre, dimenticandosi che SKY non è una scuola pericolante, un ospedale malgestito, una città da salvare. A parte Discovery Channel e qualche altro canale, SKY dovrebbe essere pagata dai contributi forniti dalle miliardarie squadre di calcio che vengono trasmesse, dai supergiocatori inquadrati, non dalla gente che ne usufrisce. Perchè avevano l'IVA al 10% eh? Al 30% la metteri e il 10 al grano, alla pasta, al latte!!! Obama ieri diceva che di fronte alle cose serie non siamo ne democratici ne repubblicani: siamo americani... Quanto siamo indietro, popolo di deficenti!!!!