venerdì 18 settembre 2020

SBK 2020 a che punto siamo

 


Nonostante l'atipicità dell'anno in corso, l'SBK ci sta fornendo un anno decisamente meglio della cugina MotoGp, vuoi perchè tutte le pedine sono al loro posto, vuoi perchè Redding ha portato una ventata di "sfrontatezza" utile quando si ha a che fare con il Cannibale Rea. Il campionato è iniziato nella maniera più equilibrata possibile dove dei nuovi outsider e vecchie conferme avrebbero potuto dare una scossa al dominio di Rea. Ad oggi però il solo Redding ha realmente tenuto il passo del pilota della Kawasaki il quale sembra che riesca a trovare sempre nuove motivazioni per vincere, indipendentemente da chi guidi la corsa. In gara 2 di Argon 2 Rea ha lottato con uno splendido Rinaldi (vincitore di gara 1 Aragon 2) come se fosse il suo diretto avversario nella lotta per il titolo. Per carità, forse lo potrà diventare, ma in classifica è ancora lontano, eppure Rea era li, staccata dopo staccata. Nonostante una caduta mi è piaciuto tanto fino a qui Scott Redding, che in sella alla sua Ducati non ci ha fatto rimpiangere l'avvio al fulmicotone dell'anno scorso di Bautista perchè comunque ha dimostrato totale abnegazione in questo progetto, tanto è che dopo la caduta si è messo a piangere dimostrando il lato umano del pilota guascone che da sempre è. Dicevamo dell'ottimo lavoro di Rinaldi e del Team Go Eleven in entrambi i week end che hanno portato il team indipendente ai vertici delle cronache. Un pò meno mi è piaciuto Davies, del quale sono un ammiratore, ma ancora non all'altezza di una costanza che lo dovrebbe vedere molto più avanti in classifica. Stesso discorso vale per Ratzatioglu tanto sbandierato come il vero outsider ad oggi messo in ombra anche dal suo compagno partente (verso BMW) Van DerMark. Honda sta cercando di vedere la luce in fondo al tunnel con due piloti "lavoratori" ai quali non si potrebbe chiedere di più. Di contro altare nel BSB la Honda va veramente forte... Il resto del circus tra vari sali e scendi ad iniziare da Baz, passando per BMW ancora in cerca della quadra del cerchio. Bene Caricasulo e Gerloff in crescita, meno bene l'apparizione di Melandri ma d'altronde era solo una sostituzione. Il mercato piloti è in fermento in attesa di riconferme e dipartite anche se, visti i risultati in MotoGp, un occhio a Rea lo darei volentieri e magari una nuova chance a Redding. Ma questo è solo fanta mercato di un appassionato di moto. 

Una grande menzione d'onore va a Locatelli in Supersport dove senza fare prigionieri alcuno si sta dirigendo verso la conquista del titolo iridato con l'ottimo Team di Evan Bros e magari con un posto prenotato in SBK. 

Domenica un'altra grande pista per la SBK e speriamo (per lo sport) in una riscossa di Scott per interrompere l'ennesimo cammino vittorioso di Johnny Rea.  

domenica 13 settembre 2020

MotoGp (ed altre classi) il punto dopo Misano 1 2020

 


Vorrei partire dalle parole di Stoner, già espresse dal sottoscritto (e altri) poco tempo fa: questo mondiale non "vale" per la sua atipicità. Due gare sullo stesso circuito snaturano lo spirito della competizione mondiale, se poi ci mettiamo l'assenza del campione abbiamo un campionato con tanti vincitori ma nessun re. Oggi ha vinto Morbidelli con una gara matura, condotta al comando egregiamente, coronamento di tanti sacrifici anche al cospetto di un compagno di squadra scomodo, che poi tanto scomodo non sembra più essere. Sinceramente, guardando la gara, non sembra più un mondiale MotoGp ma più una SBK sterile visto che nel campionato di "serie B" c'è molta più intensità e personalità. Paradossalmente chi tiene le fila di questa sorta di "mondiale" è ancora il vecchio Rossi, sempre li, ed oggi quarto dopo una gara senza alcuna sbavatura. Di oggi salvo i primi 5, degni di nota, il resto nel nulla più totale. Ad iniziare da Ducati e dal suo staff, spocchiosi, boriosi e sopratutto poco umili. Dicono che vogliono puntare ai giovani, ma con i giovani (se non si chiamano Stoner) non si vincono i mondiali. Si possono fare belle gare, ma il mondiale è ben altra cosa. Dovrebbero imparare da Honda che senza Marquez vale meno delle altre colleghe. E' un mondiale strano dove Yamaha non sfrutta il miglior interprete dell'M1, Jorge Lorenzo, ai box senza nessun motivo (cit). Quindi cosa dire se non guardare al 2021 sperando che tutto ritorni alla normalità? Chiunque vincerà questa edizione sarà un re senza corona perchè la corona va guadagnata nell'arco di un campionato con tutti i circuiti e, lasciatemelo dire, con in pista il numero 1! Gli infortuni fanno parte del gioco ma sinceramente senza un riferimento come Marquez sembra di essere tornati ai tempi del 2005 (e non è un anno a caso). 

La Moto2 ci regala un ottimo Marini che adesso guida il campionato davanti a Bastianini fresco di firma con Ducati, cha a Misano a tirato fuori una gara fotocopia di Jerez. A meno di grandi rivelazioni questo campionato si giocherà tra di loro più Bezzecchi. C'era anche Martin ma il Covid se l'è preso, quindi non sapremo mai la sua reale potenzialità.

In Moto3 invece Arenas ha pensato di riaprire il mondiale sdraiandosi con la sua KTM meno veloce delle Honda che hanno dominato con McPhee. Ogura e Suzuki. Tutti avranno modo di rifarsi domenica prossima, cercando nei dati quelle mancanze che oggi gli hanno impedito di emergere. L'unica cosa positiva (ma anche no) è che la MotoGp ci regala ogni round nuovi colpi di scena, prerogativa sempre stata della SBK, considerata la sorella minore. Ma il punto sulla Superbike lo affronterò nel prossimo post.

Stay tuned!!!

lunedì 24 agosto 2020

Ne vincitori ne vinti, Austrian GP Zeltweg 2020

 

E' incredibile come una pista brutta come Zeltweg (ci ho corso quindi la conosco benissimo) possa aver offerto tanto materiale di discussione. Ancora una volta le gesta dei ragazzi in pista sono state offuscate dalla pressappochezza nella quale vive il motosport odierno, capitanato da un'organizzazione che fa un pò acqua da tutte le parti, vivendo alla giornata, modificandosi quando fa più comodo. I ragazzi ci hanno messo l'anima da Vietti a Bezzecchi (Martin?) fino all'ottimo Oliveira che regala la prima vittoria ad un portoghese nell'anno di entrata del toboga (bello) di Portimao. Gare avvincenti senza dubbio, ma condotte con quel briciolo di "arroganza" in più perchè a Zeltweg si può osare, tanto oltre il cordolo c'è l'asfalto. Vi garantisco che curva uno è veramente delirante per delle gare ai massimi livelli. Ma ci metto anche la 3, quella in fondo al rettilineo, forse buona per la F1 ma non per le moto. Correre su una pista da 9/10 curve perche quelle sono, mi sembra ridicolo quando ci sarebbero potuti essere circuiti più all'altezza (perchè BRNO solo una? Perche il Mugello no?). Meno male che le gare (al netto della linea verde) sono state belle con Vietti che regola Arbolino dopo un bel duello tattico, Martin su Bezzecchi (poi invertito l'ordine) e infine Oliveira che ha sfruttato l'errore dei due litiganti tanto che è stato l'unico a goderne. Sarebbe bello parlare anche del gesto di Vinales che "scende" dalla moto a 210 km/h perchè senza freni anche se lo spagnolo aveva avuto avvisaglie di malfunzionamento, ignorandole... Si narra che in Yamaha abbiano usato "materiale" non consono... non sta certo a me giudicare! Giudico però i giudici chiedendogli: perchè Martin si e Espargaro no? Qual'è la misura del giudizio? Aleix Espargaro ha anche puntato il dito contro Spencer reo di non aver mai guidato una MotoGP. In parte sono d'accordo, ma gli altri due chi sono? Sono ex piloti? Fate una commissione di piloti veri forse si risolverebbero tante incomprensioni. Dulcis in fundo la polemica sulle gomme simile a quella del 2012 quando Stoner (ancora lui) accuso Bridgestone di mescolare le carte in tavola. Qualcosa di strano c'è perchè non è possibile che tutti abbiano problemi di gomme. Perfino Dovizioso che è sempre stato un regolare non può vincere la domenica prima e remare nelle retrovie quella dopo. Di tutto questo caos "organizzato" chi ne esce vincitore è KTM e Suzuki proprietari di ottime squadre, poche parole e tanta sostanza, al momento le uniche a meritarsi il titolo. Bravi! Una parola la vorrei spendere per Marquez che ha deciso di guarire al meglio de facto rientrando a Portimao. Visti i risultati quest'anno Marc avrebbe umiliato il circus, che nel frattempo ci regala gare sempre incerte, con fenomeni che ancora non sono fenomeni (Quartaro) vecchietti sempre presenti (Rossi), piloti in cerca d'autore (Dovizioso), squadre che farebbero meglio ad abbassare la testa (Honda), e altre che dovrebbero cambiare management (Ducati).

Prossimo Round Misano 1 e 2!!

P.S. La SBK andrà a Magny Course e anche li ce ne sarebbero da dire (sulla pista) 

domenica 16 agosto 2020

Divorzi e aiuti divini, GP Austria Zeltweg 2020

Fine settimana intenso quello di Zeltweg, dove gli argomenti da trattare sono parecchi e forse quello della gara il più marginale. La prima notizia a tenere banco è il divorzio di Dovizioso da Ducati (o viceversa). Io personalmente ho una mia teoria sul fatto, visto che seguo le corse oramai (ahimè) da diversi lustri. Quando Ducati ha preso dall’Igna, sapeva benissimo di prendere un ingegnere vincente e lo aveva pienamente dimostrato in SBK quando volle fortemente Max Biaggi, l’unico in grado di garantire un feedback totale per lo sviluppo di Aprilia, tanto è che insieme hanno vinto 2 mondiali. A meno di avere a che fare con Stoner o Marquez, i piloti hanno le proprie sensibilità e le proprie caratteristiche, e solo pochi possono trasmettere le sensazioni ai tecnici. Uno di questi era Lorenzo. Sottratto il punto di riferimento per l’ingegnere veneto, in Ducati hanno creduto che fosse la moto ad andare forte, come sta succedendo adesso in Honda (loro però se la passano molto peggio). Dovizioso è un bravo pilota e un ottimo lavoratore del manubrio, ma per essere campioni occorre ben altro. Gigi Dall’Igna sa di poter aver una moto vincente ma non puoi sostituire Lorenzo con Petrucci, con il dovuto rispetto per Danilo.
Domenicali si è lamentato dei 24 milioni spesi in due anni, ma un titolo mondiale costa caro e a volte i risultati non sono proprio a portata di mano. Giustamente Dovizioso avrà fatto delle richieste consone anche agli ultimi 3 anni di risultati ma Ducati sembra non aver accettato e gradito. Stoner ha dato ragione ad Andrea in virtù del fatto che, a meno di clamorosi colpi di scena, chi sarà in grado di sostituirlo? Miller (già in squadra)? Ma per favore! E’ australiano ma tra lui e Stoner ci corre quanto tra mangiare e stare a vedere. Un giovane? Perchè no, ma a meno di grossi exploit un mondiale non si vince dall’oggi al domani. Alla fine abbiamo una prestigiosissima sella libera e un buon pilota dal futuro incerto, al quale auguro di trovare una sistemazione. Una romantica soluzione finale potrebbe essere la vittoria del mondiale, ma Marquez non c’è e resta da vedere in quale stato di forma tornerà. Perchè se lo spagnolo rientra e ri bastona tutti il campione sarà un campione a metà che vi piaccia o no. E la classifica non si è mossa più di tanto, e dai 50 punti iniziali dell’anti Marquez (Quartararo) siamo arrivati a 67 e la previsione che il francese vinca la prossima gara è molto lontana. Da sportivo dico forza Dovi ma non forza Ducati (chissà cosa ne penseranno i vertici tedeschi).

Il GP di oggi ci ha anche fornito uno spunto sulla fortuna ed è stato un attimo che non si ripetesse quel lontano Maggio 1973 (se siete appassionati andatevelo a rileggere). Una moto che schizza via a velocità fotonica e rimbalza sulla pista passando precisa tra Vinales e Rossi senza recargli danno alcuno credo sia la vittoria più bella di questa giornata perchè il destino quando vuole sa essere beffardo ed anche ironico visto l’accaduto. Consiglio a Rossi di non vederle più quelle immagini perchè sono veramente spaventose perchè dal sorriso alla tragedia oggi è veramente passato un attimo! Mi piace sapere che da lassù qualcuno ci abbia messo una pezza…Quindi rimando il mio post gara a Zeltweg 2 e mi accontento che nessuno si sia fatto male... Grazie ragazzi!!!!



domenica 9 agosto 2020

La prima volta di Binder e KTM!!! Brno 2020

 

Che fantastica vittoria ci ha regalato Brad Binder. Il forte pilota sudafricano ha messo tutti in riga con una gara imperiosa, tattica e intelligente, con una moto perfetta che è passata sopra tutti i problemi del circuito ceco. Ci ha provato Morbidelli, oggi ottimo secondo, ad accennare una fuga ma, una volta accortosi della superiorità del 33, ha preferito conservare un posto sul podio, seguito da un ottimo Zarko reduce da una storica pole position. Fra le tante Zarko è anche stato penalizzato in maniera ingiusta dopo un incidente di gara con Pol Espargarò e il conseguente long lap penalty. Bene uno stoico Rins quarto (ricordiamo anche lui operato alla spalla) davanti ad un convincente Rossi ed ad un bravo Olivera (sempre su KTM). Gli elogi finiscono qui perchè Quartararo ha raccolto solo un misero settimo posto mentre Honda senza Marquez vale un ottavo posto. Debacle Ducati (Bagnaia a parte) con Miller nono, Dovizioso 11° e Petrucci 12°. Nell'unico momento senza Magic Marc Ducati raccoglie le briciole e questo dovrebbe far riflettere sulle scelte future. Crisi profonda anche per Vinales solo 14° senza un briciolo di scuse. Di tutto questo chi ride è proprio Marquez che vede la classifica comprimersi ed anche se non riuscirà nella mission impossible se la starà godendo anche dopo tutto quello che è stato detto sul reale valore di questo strano campionato.

Bis per Bastianini in Moto2 (anche lui con il numero 33) al comando dall'inizio alla fine, pressato solo da un maturo (finalmente) Lowes e da un bravo Roberts. Vicini al podio anche Marini e Bezzecchi in una classifica dove si rivede un pò di tricolore.

Prima vittoria per Foggia in Moto3, anche per lui una gara accorta dopo la solita bagarre da Moto3, che ha visto un ottimo Arenas (sempre più leader) secondo davanti ad Ogura.

Prossimo appuntamento a Zeltweg che ospiterà un doppio round (preferire il circuito austriaco al Mugello è roba da pazzi!) dove sulla carta ci dovrebbe essere il rilancio Ducati oppure un bis di KTM visto che è la loro pista. Chissà...

lunedì 27 luglio 2020

Mission One, Jerez 2020 (parte seconda)

Mission One è il nome che Yamaha dette al suo progetto MotoGp più di venti anni or sono, ma era anche ieri l'unica opzione per Quartararo per distanziare, non socialmente, quanto più possibile il suo rivale diretto Marquez. Operazione perfettamente riuscita con pole e vittoria imperiosa che non lascia dubbi sulla nuova leadership in Yamaha. Al netto dell'assenza di Marquez, Fabio ha dimostrato che quest'anno il mondiale ha un nuovo protagonista che ha sancito con le due vittorie questo inizio di campionato. Gli altri purtroppo al momento hanno un pò deluso ad iniziare dai piloti Ducati, Bagnaia escluso. Miller e Petrucci sono volati via mentre Dovizioso si è accontentato di un misero 6 posto che poteva anche essere peggio. Vinales, anche ieri secondo, doveva essere in battaglia con Quartararo fino alla fine, invece dopo pochi giri era già a 3 secondi. Pessima Yamaha con un sacco di motori punzonati e anche ieri rotto al povero Morbidelli autore di una bella gara. Si salva il vecchio Rossi che ieri ha rivisto il podio dopo un bel duello con Vinales a suon di staccate. Honda raccoglie qualche misero punto con Nakagami (quarto) e Alex Marquez (ottavo). Suzuki si affaccia nei primi 5 con Mir in attesa del rientro (in salute) di Rins. Anche se non presente ne vincitore Marquez ha fatto parlare di se tentando uno stoico rientro, prima con delle flessioni in "commissione" medica, poi con le libere il Sabato. Saggiamente lo spagnolo ha deciso di non correre per non compromettere ulteriormente il braccio destro, ma a Brno ci sarà e non credo a fare da comparsa.
In Moto2 finalmente un tris d'assi con un Bastianini che ha replicato le gesta di Marini la settimana scorsa, con una gara tosta controllando Marini stesso mai domo fino alla fine. Bene anche Bezzecchi finalmente lassù in alto.
Spettacolare come sempre la Moto3 che ha visto svettare su tutti Suzuki dopo entusiasmanti duelli al vertice, che hanno portato McPhee al secondo posto e Vietti al terzo dopo una bella rimonta dalle retrovie. In sordina Arbolino ieri decimo.
Prossimo round BRNO  dove capiremo che piega prenderà questo strano mondiale al momento ricco di incognite e poche certezze.

lunedì 20 luglio 2020

Covid MotoGp, Jerez (parte prima) 2020

Sinceramente avrei voluto iniziare il post in ben altra maniera, visto il lungo digiuno da moto che la situazione mondiale ci ha imposto. Mi sarebbe piaciuto parlare della bella prima vittoria di Quartararo, concreta e matura che sancisce il suo battesimo con il podio. Bella anche la vittoria di Marini in Moto2, cosi come spettacolare la gara in Moto3 vinta da un astuto Arenas. Purtroppo però questo fine settimana ci ha privato di tre protagonisti Rins, Marquez e Crutchlow anche se quest'ultimo rientrerà già domenica prossima. Da sportivo scrivo purtroppo perchè l'assenza del Campione del Mondo sarà un vuoto che non darà lustro ai futuri vincitori, come lo è stato per Dovizioso in questi ultimi anni. Vincere contro Marquez è un valore aggiunto alle gare e ai piloti che lo hanno fatto, cosi come lo è stata la rimonta dopo una spettacolare uscita a 200 km/h sulla terra. Un gesto sportivo che dovrebbe far riflettere tutti sulla grandezza di un campione come lui. Eppure in telecronaca abbiamo sentito la solita apatia nel commento sfociata nello schifo finale quando gli stessi commentatori si "auguravano" la rottura di qualche osso, come se avessero la vista a raggi X di Superman. La mano dx penzolante poteva anche non essere sinonimo di rottura, magari solo una forte contusione. Lo schifo è poi proseguito sui social dove un popolo arido ha festeggiato la caduta dello spagnolo. Per carità non tutti, ma quando uno sportivo, un campione si fa male, esultare è proprio da imbecilli. Cosi come lo stesso popolo ha insultato Rossi reo di aver fatto passare Marquez senza in realtà vedere che era in grosse difficoltà. Oltre agli spalti vuoti sarebbero più belle le gare senza telecronaca, con il solo rumore delle moto a commentare, visto il vuoto celebrale dei cronisti e ospiti vari.
Ci sarebbero tante cose da analizzare oltre la gara ma al momento preferisco smaltire la rabbia (e lo schifo) rimandando il commento a Jerez 2 domenica prossima. Mi limito solo a fare i complimenti ai vincitori Arenas, Marini e Quartararo e a tutti gli altri ragazzi che hanno reso lustro al nostro sport, praticato e non parlato.

martedì 7 luglio 2020

Nostalgia, passato presente e futuro

Ritorna un pò a richiesta la vecchia rubrica Max and the City dedicata ai più disparati argomenti (se volete andare a ritroso nel presente blog troverete un sacco di materiale).
Non so se siete amanti della guida in solitaria, chilometri e chilometri mangiati dalle vostre gomme e voi all'interno della vostra capsula col solo rumore dei vostri pensieri, radio o quant'altro. Certo la radio o la musica sono un ottimo metodo per far scorrere il tempo ma anche il panorama che scorre da grande rilassatezza invogliandoti a scavare un pò dentro di te. Poi ci sono le emozioni quelle evocate da un particolare brano, quelle che ti smuovono dentro, e automaticamente il veicolo che state conducendo ti fornisce un supporto per il viaggio che parte dal passato portandoti nel futuro. Un futuro che solo immagini, un futuro frutto del passato che hai vissuto tanto che per un momento il tempo sembra fermarsi. Il più delle volte una lacrima solca il volto accompagnata da una sbirciatina allo specchietto retrovisore per vedere la tua immagine e capire chi sta piangendo, se l'uomo attuale, se il ragazzo oppure il vecchio. Ogni volta che viaggi sembra sempre un dejavu ed è solo l'immagine riflessa che cambia. Quante volte avrai visto quelle pianure o montagne e l'ombra proiettata sull'asfalto sembra essere sempre la stessa ma in realtà è il motorino che è diventato una moto, la piccola utilitaria un auto più importante. Viaggiare in solitudine significa anche viaggiare dentro noi stessi perchè i chilometri passano come così passa la vita. Come recita un detto la parte bella del viaggio non è la meta ma il viaggio stesso. E a voi quali sentimenti evoca un viaggio da soli? Cosa pensate mentre il nastro di asfalto segna lo scorrere del viaggio?

martedì 7 aprile 2020

Ritorno al passato

Prima di esprimere il mio personalissimo pensiero in questo post vorrei fare una premessa rivolgendomi a coloro i quali questo momento di stop gli ha minati sotto il profilo economico augurandogli quanto di prima di ripartire per potersi risollevare e abbracciando coloro che hanno perso dei cari che forse non hanno neanche salutato.
Fatta questa doverosa introduzione, partirei con un inciso: ritengo questo momento di stasi totale un periodo meraviglioso. Certo è anche vero che prima le nostre vite, la mia vita, erano piuttosto frenetiche, ogni giorno un agenda ricca di impegni, lavorativi, familiari, sportivi e così via, ma oggi tutto questo si è magicamente dissolto nell'arco di poche ore, trovandoci perfno impreparati a convivere con persone che poi altro non sono che le nostre famiglie. Non esiste più un aperitivo, una palestra, uno shopping, non esistono più quegli automatismi che regolavano le nostre vite ad iniziare dal mattino. Possiamo sembrare inermi ma in realtà ci siamo riappropriati di noi stessi e del mondo che ci circonda. Non ho ricordanza di aver visto Firenze senza persone, senza quel turismo mordi e fuggi, senza quei negozi senza senso che hanno sostituito le vecchie botteghe. Oggi Firenze ci guarda dall'altro, dall'imponenza e dal silenzio dei suoi monumenti che sono nati nel silenzio, un silenzio antico lontano dall'arroganza e dallo sciattume della moderna civiltà. La città sembra quasi respirare, come un cane al quale hai tolto i parassiti ed ora è libero di dormire senza grattarsi. Anche gli spostamenti vanno più piano, tanto dal lavoro devi tornare per forza a casa e viceversa. Anche le telefonate hanno un gusto diverso. Ci telefoniamo per sapere come va, e noi siamo anche fortunati perchè abbiamo le video chiamate, per scambiarsi una battuta e non più per fissare una cena alle 20.00, 20.15, 20.30 perchè "sto ritardando". Mille messaggi per sapere in tempo reale dove siamo quando un tempo l'ora fissata rimaneva quella. E' senza dubbio che ripartiremo e quel tempo non sarà poi così lontano, e per fortuna non dovremo spalare le macerie di una guerra, ma solo ripartire pian pianino perchè l'apertura non sarà totale ma inizieremo dalle nostre regioni. Non andremo a vedere l'indubbia bellezza di un tempio indù, ma ci limiteremo a visitare quella chiesina di quel borgo che sempre abbiamo visto passando ma che mai ci siamo fermati. La skyline di Manhattan potrà benissimo attendere perchè andrò a godermi un pranzo nel Chianti. Signori godetevi questo momento perchè lo ricorderete a lungo come il momento in cui il tempo è ritornato a scorrere lento come nelle storie dei nostri nonni. In futuro forse ricorderete che non importa avere una "corona" per essere Re o Regine ma basterà guardare intorno a noi stessi.

martedì 31 marzo 2020

Un nuovo mondo (forse)

di Massimiliano Miniati

Ogni epoca ha avuto i suoi grandi sconvolgimenti che hanno segnato profondamente la vita del pianeta e dei suoi abitanti. La Pandemia che ci ha colpito in questi ultimi 4 mesi non è certo la più grave registrata, ma il nostro tempo ci aveva dato la convinzione di essere immortali, intoccabili, vicini alla perfezione. Con la nostra tecnologia a "portata di mano" credevamo che sapere tutto fosse oramai scontato e l'incipit "l'ho letto su internet" fosse la panacea di tutti i mali e problemi.
Ma ancora una volta l'uomo, mentre si bea delle sue opere più grandi, viene sconfitto da qualcosa di minuscolo, di invisibile, dapprima trattandolo con superficialità poi, resosi conto che la risposta non era più in rete, con la consapevolezza che ancora una volta abbiamo ancora tanta strada da fare. Quindi il mondo si è fermato lentamente come una pellicola di un film che smette di girare fino a fermarsi ad un preciso fotogramma, a frizzare nel tempo l'immagine dello stop, dove ognuno ritorna alle proprie origini e paure. Non più la vita frenetica fatta di aperitivi, serate mondane, viaggi, concerti e grandi momenti di aggregazione, ma solo noi stessi, chiusi nelle nostre dimore, a riscoprire la vita che solo pochi anni fa i nostri genitori facevano quotidianamente, senza computer, telefoni o i mille canali televisivi. Il rumore della città si è assopito, nei cieli nessun sibilo, nei mari nessuna scia d'acqua, nessun viavai frenetico ma solo quello il necessario. Un prezzo che in molti stanno pagando con la vita, in molti con perdite economiche, impotenti di fronte a un destino che deve ancora essere svelato. E' finito il consumismo globale a tutti costi, non usciamo più di casa per comprare l'ultimo modello di telefonino, o l'ultimo grido di scarpe alla moda. Usciamo solo per la spesa ed in molti hanno anche riscoperto la bottega sotto casa, che tante volte abbiamo "offeso" tornando dal supermarket carichi di roba. Un carciofo, una lampadina, un roast beef già pronto lo possiamo comprare anche nel negozio accanto... anche dopo... A tutti i sognatori di una grande globalizzazione la Pandemia ci ha mostrato di nuovo i nostri confini geografici, ci ha mostrato di nuovo che ogni stato ha i suoi interessi e le sue priorità, giuste o sbagliate che siano. Possiamo stringerci la mano da uomini ma non possiamo rinunciare alle nostre culture e tradizioni. La Pandemia ci ha mostrato quello che siamo iniziando dall'interno delle nostre case e delle nostre famiglie. Un nuovo mondo forse è dietro l'angolo, che poi tanto nuovo non è perchè i nostri genitori l'hanno già vissuto e in molti ancora oggi avrebbero voluto ritornare "come allora". Forse ne avremo la possibilità o forse, una volta passato il tutto, torneremo ad essere boriosi ed arroganti fino al prossimo virus o altro evento naturale.
Il mio pensiero va a tutti quelli che sono impegnati in prima linea, sprezzanti del pericolo, gettando le loro vite in mano al fato senza sapere se sarà benevolo o meno, ringraziandoli del loro lavoro. A tutti voi dico di rimanere a casa e di ascoltare voi stessi per una volta tanto, senza l'approvazione di un mondo virtuale, ma soltanto di un'approvazione che viene da dentro.
P.S. Post scritto dal mio divano che non credevo fosse così comodo con lo sguardo rivolto al di fuori della finestra aspettando che il sole sorga ancora... 

sabato 22 febbraio 2020

Santa Cruz Heckler, divertimento e sicurezza allo stato puro!


E così dopo la mia prima Pantera GT Hardtail, passando per la Specialized Turbo Levo Expert e finendo sulla attuale Focus Sam2 oggi mi sono ritrovato tra le mani (e le gambe) la Santa tra le Sante ovvero l’ultima nata in casa Santa Cruz, l’ebike che mancava come dicono in molti. Grazie ai miei personali “spacciatori” di ebike di ProBike Firenze ho avuto l’occasione di testare questa nuova bici che sulla carta si dimostra veramente al top, ma che sul campo non avevo avuto ancora modo di provare. Il rider del test un bel manzo di oltre 100kg (102 per l’esattezza) al suo secondo anno sulle ebike ma con un bagaglio di esperienza quasi trentennale sulle moto da corsa. Il perché del peso è presto detto: visto che il vero ciclista è anoressico e attento ad ogni tipo di alimentazione, l’utente medio, quello che alla carbonara associa un bel bicchiere di vino, quello del tiramisu della casa, quello del grappino per digerire, va ben oltre gli 80 kg e potete capire subito a quali sforzi e torsioni sono soggette le povere bici che al massimo pesano 25 kg… Se poi pensiamo che la Santa arriva ai 21kg circa...

La bike della prova è la Hecker modello S, uno step in più del modello base, ed anche se tutte condividono lo stesso telaio in carbonio, ovviamente la differenza la fanno le dotazioni che fanno lievitare il costo dai 7300 dollari fino agli abbondanti 13,000.
Bene, fatte le dovute regolazioni, salgo in sella ed inizio a pedalare per cercare il giusto feeling con il mezzo e subito devo dire che ho l’impressione di pedalare una bici normale, tanta è la fluidità della pedalata anche a motore spento. Motore che, tendo a precisare, nonostante sia uno Shimano 8000, “fischia” meno del fratello montato sulla Focus. Che i ragazzi di Santa abbiano chiesto a Shimano specifiche diverse? Finito l’obbligato nastro di asfalto che ci porta in collina, inizio subito con un bel sentiero in salita condito da pietroni e radici e già sento la “magia” del posteriore della Santa dove ad ogni compressione e rilascio dell’ammortizzatore sembra (ed è prorpio così) che la ruota non perda mai di trazione anzi, da la sensazione di spingere in avanti. Certo è che anche con un e-bike bisogna sempre pedalare in salita (e durare parecchia fatica) però questo “aiutino” la rende meno faticosa, specialmente sui gradoni o sulle cuspidi rocciose quando le altre bike tendono a subire un po' di più le asperità. Ovviamente il mio pensiero, mentre faticavo nell’irta salita, era la curiosità nel vederla in azione in discesa su tratti a me noti, visto che in questa zona disponiamo di una bella varietà di terreni.
Finalmente ecco l’agognata discesa, con un primo tratto di strada bianca per infilare su un percorso ricco di sassi per finire su un single track prima stretto e poi largo, molto flow. Beh, che volete che vi dica… la strada bianca (con le fosse per il drenaggio dell’acqua) è passata in un attimo, tanto è che ho pensato che l’avessero spianata. Il tratto con i sassi smossi l’ho sentito più per le sollecitazioni sull’anteriore perché il posteriore sembrava che fosse sollevato da terra. Le asperità avvertite da una normale bike, vengono completamente digerite dal posteriore, evitando che il rebound si trasmetta alla forcella creando quella sorta di fastidiosa instabilità tipica dell’andare sullo sconnesso. Incredibile! Quelle che un tempo erano discese che “odiavo” sono diventate magicamente strade serene, dedicate a contemplare la natura circostante e ad osservare gli altri riders impegnati nell’arrivare sani in fondo alla discesa ;-)
A questo punto non rimaneva che un bel flat morbido e scorrevole ma tanto la risposta la sapevo già. Sullo stretto la Santa gira senza problemi ed anche li è il posteriore che facilità l’ingresso in curva ed i cambi di direzione. Una volta poi aperta la strada e aumentato la velocità, non sembra più di avere una bici ma una moto che ti permettere di spingere forte senza problemi.
Vorrei poter scrivere di più ma questo breve articolo non potrebbe rendere bene l’idea se non provare la Santa, comparandola con i nostri mezzi. Attenzione però, compreso nel prezzo non ci sono i soldi dell’avvocato per la separazione dalla moglie!!
La conclusione finale è una sola: “amazing”!, per una bike che ti permette tutto in ogni situazione, spinta da un ottima unità quale lo Shimano 8000 (uguale per tutte) e comunque con una buona dotazione di serie anche sul modello “base”. Non mi piace l’offerta dei colori, solo due, un giallo apprezzabile e un nero/marrone un po' funereo, quando magari un po' di grafica non avrebbe fatto male, specialmente per gli amanti del genere.
Il prezzo è elevato? Se la mettete al confronto con gli altri marchi in carbonio è perfettamente in linea. Forse manca un entry level sui 6000 euro ma realizzabile solo con un telaio in alluminio (credo). Una cosa sulla quale penserei è l’aumento della capacità per la batteria dove in questo caso Focus è stata più lungimirante costruendo una bike con batteria principale da 375Wh fornendo una batteria di riserva, sempre da 375Wh, da applicare su di una slitta al posto della borraccia, ottenendo una bici “leggera” per giri di 25 km circa aumentandone la capacità per le lunghe escursioni.
Chiudo qui il post perché ho appuntamento dall’avvocato per avere un preventivo Santa Cruz + separazione…. 

venerdì 31 gennaio 2020

Il ritorno di Lorenzo e l'oblio Ducati

Non ho mai creduto all'abbandono definitivo di Lorenzo dalle corse. Certo il danno alle vertebre sofferto dopo la rovinosa caduta lo ha fatto riflettere molto, unito poi al mancato feeling con l'Honda, l'unica strada da percorrere era la recessione del contratto fino a fine 2019 per poi svincolarsi da tutto e da tutti. Se escludiamo Marquez, Lorenzo è il pilota più forte in griglia, l'unico che sa prendere una moto e di renderla "guidabile" per poi vincerci. I fatti parlano chiaro. Di certo non avrei mai pensato ad un ritorno in Yamaha. Ero più propenso per un ritorno in Ducati oppure (ancora più fantasioso) in KTM con Dall'Igna nel 2021. Invece, ora che è ritornato all'ovile qualcuno si dovrà preoccupare molto, perchè Yamaha ha due piloti "abbastanza" simili a Jorge, se poi la moto la sviluppa Jorge stesso ne vedremo delle belle. Non solo, ma se Lorenzo starà bene e clinicamente avrà l'ok di un "tutto risolto" a livello vertebrale, potrà fare qualche wild card per testarsi per poi rientrare nel 2021 con una moto che ha sviluppato per un anno. E Ducati? In Ducati a mio avviso si drogano, o almeno assumono sostanze non buone. Già le dichiarazioni di Domenicali fanno veramente ridere (meglio arrivare secondi con due piloti che primi con uno, cit.) e poi cosa credono di fare? All'operaio Dovizioso non puoi chiedere di più perchè quello è il suo limite, ed è già tanto quello che ha fatto con Ducati. Petrucci? Simpatico e guascone ma niente più. Miller? Buono per qualche gara e una birra. Bagnaia? Se era buono avrebbe dovuto già far vedere qualcosa. Zarco? Al momento un'incognita. E per il futuro? Vinales già blindato come Quartararo, Rins? Non credo. E poi c'è la variabile Ducati, moto che Lorenzo ci ha impiegato più di un anno per farla vincere. L'unica strada percorribile per tornare a lassù in alto era di riprendere almeno Lorenzo per poi puntare a Marquez, ma con le ultime notizie già il 2020 è compromesso e il 2021 non si annuncia per niente roseo. Certo pensando che a Domenicali basta anche il secondo posto va tutto bene. Ma la mia domanda è: ma in AUDI non dicono niente, loro che sono abituati a vincere, oppure gli basta avere soltanto la moto più bella del mondo in vendita? Ma sopratutto, gente come Domenicali, si sentono quando parlano o danno fiato soltanto alla bocca?  

lunedì 18 novembre 2019

MotoGp 2019, considerazioni finali parte seconda

Finito anche questo 2019 con lo scossone più grosso dell'annuncio del ritiro di Jorge Lorenzo dalle competizioni. Annuncio del quale io non sono ancora molto convinto perchè le variabili che si sono palesate successivamente sono avvolte nel mistero. Il primo indizio è stato al Ducati Week di Misano l'anno scorso quando Jorge disse "non è finita qui" (eppure aveva già firmato con Honda). Poi l'arrivo di don Carmelo a caldeggiare una sua decisione in merito al prosieguo della sua carriera visti gli scarsi risultati (con altri non lo ha fatto però). Ed infine la voce che vorrebbe Alex Marquez in MotoGp quando in realtà "avrebbe" già firmato la sua permanenza in MarcVDS per un altro anno. Due fratelli campioni sotto il solito tetto, foraggiati da uno sponsor spagnolo (Repsol) sarebbe una ciliegina sulla torta troppo golosa per rinunciarvi vista la carenza di avversari contro Marc. Se poi i risultati arriveranno (dubito fortemente) è una questione secondaria. L'unico a mettersi un pò di traverso, per tattica o meno, è stato proprio Marc che è nettamente consapevole dei problemi di Honda, tanto è che anche ieri sia Zarko che Crutchlow sono finiti a terra di anteriore, cosa abbondantemente denunciata dallo stesso Lorenzo.
Ducati dal canto suo per scelte più che discutibili, anche ieri Miller ha dato paga sia a Dovizioso, che aveva il dovere di arrivare almeno secondo, sia a Petrucci mestamente finito nella ghiaia, si ritroverebbe un pilota molto gradito al padre della desmosedici a svilupparla per un anno senza la pressione delle gare e con un occhio alla completa guarigione fisica e magari qualche wild card giusto per testarsi un pò, arrivando al 2021 con una moto pronta per un top rider senza per forza chiamarsi Marquez.
Il 2020 a meno di grandi sconvolgimenti sarà ancora un anno di Marquez visto che anche ieri ha vinto, senza lunghi rettilinei, ma infilando magistralmente Quartararo all'interno e cucinandolo a suon di decimi segno che per batterlo qualcuno dovrà inventarsi qualcosa di diverso oltre i pettegolezzi.
Domani i test e forse altri annunci di mercato... 

domenica 3 novembre 2019

Motomondiale 2019, Considerazioni finali

Con il titolo assegnato anche in Moto2 la gara di Valencia sarà soltanto una passerella e quindi riassumerei gia oggi, per sommi capi, questa stagione di motorsport non scordandosi dell'ennesimo lutto che ha colpito il circus, un ragazzo indonesiano che correva inseguendo i suoi sogni come quelli di tutti i ragazzi che praticano questo meraviglioso sport.

MotoGP. Tutti contro Marquez era l'imperativo, invece lo spagnolo si è incattivito e li ha asfaltati peggio che degli altri anni. Nessuna flessione, nessuna smorfia solo tanto gas a dimostrazione che per batterlo ci vogliono idee più chiare quelle che mancano un pò dappertutto. Ciabatti si consola con l'ennesimo secondo posto ma fossi in AUDI farei un bel pulito all'interno del reparto corse lasciando solo Gigi Dall'Igna e i ragazzi del box. Confermare Petrucci non fa altro che prolungare l'agonia di un altro anno e non me ne voglia il buon Dovizioso ma una volta partito Lorenzo si è trasformato in un pilota quasi "normale" viste anche le super prestazioni della Ducati. E visto che ci siamo, vista la gara di Vinales oggi a Sepang, ci sarebbe solo un uomo al momento in grado di battere Marquez, e quello è proprio Lorenzo sia su Yamaha che su Ducati, altrimenti perchè una casa come la Honda si terrebbe un 5 volte campione del mondo per vederlo arrivare esimo? Fate due conti e capirete perchè. Parliamo di Yamaha, ma non quella descritta dai giornalisti prezzolati, ma quella moto che risulta essere sempre la più equilibrata tanto è che sono sempre nei primi dieci, sia con il team ufficiale sia con Petronas. Petronas che ha saputo portare in evidenza un ragazzo niente male quel Fabio Quartararo che tutti già cercano ma che ancora deve vincere. La frenesia di un pilota veloce a volte fa accecare e gridare al fenomeno, ma la strada è ancora lunga per il giovane francese come Vinales insegna, ancora all'asciutto di titoli. Su Valentino Rossi evito il giudizio non per demeriti ma perchè oramai ha già dato e preso tutto da questo sport e giudicarlo sarebbe poco elegante. Oltre 400 Gp, le tribune sono sempre gialle, Yamaha vende ancora bene quindi di cosa stiamo parlando? Bene Suzuki meno bene l'altalenante Rins, che a me piace parecchio, ma ancora poco costante e comunque ancora in lotta per un terzo posto in campionato. Bene Ducati Pramac con il chiaccherone Miller meno bene con la promessa Bagnaia portata agli apici con un pò troppo cinema così come Morbidelli. KTM ancora lontana dalle posizioni che contano così come l'Aprilia. Ultima nota per Zarco il francese catapultato nel team di Lucio Cecchinello ed oggi protagonista di una buona gara prima dello scontro con MIR. Zarco ha per le mani il modello 2018 quello con il motore più docile e subito ha dimostrato grande feeling. Che sia (anche) quella la strada da seguire visto l'ennesima caduta di Crutchlow? In attesa di una notizia bomba per quanto riguarda il mercato vi lascio alle vostre (e mie) elucubrazioni da bar!

Moto2 Finalmente il fratello di Marquez, Alex è arrivato al suo sigillo in Moto2. Un parto un pò lungo ma voluto fino in fondo, prima di fare troppi salti di categoria, e questo gli fa comunque onore vista anche la presenza di un fratello ingombrante. Bravo il team Marc VDS ancora una volta sul tetto del mondo e sopratutto bravo Alex a rimanere ancora un anno per cercare di riconfermare quel numero uno evitando di bruciare le tappe per essere poi esimo nella massima categoria. Doveva essere l'anno di Luthi al rientro ma lo svizzero non ha saputo cogliere i passi falsi dell'avversario così come si è svegliato tardi Binder o meglio KTM vincitore delle ultime gare con una moto che l'anno prossimo non ci sarà più. Anche in Moto2 ci sono state numerose esaltazioni pre campionato ma il primo degli italiani è settimo, quel Luca Marini ancora da maturare, forse lontano dai riflettori

Moto3 Con la vittoria di oggi Lorenzo Dalla Porta ha messo il sigillo su una stagione da incorniciare vinta con grande maturità da quella squadra che sta fornendo campioni uno ogni due anni segno che gira tutto alla perfezione (i quasi 100 punti di vantaggio la dicono lunga). E' mancato sul finale Canet nel novello team di Max Biaggi, forse un pò il limite del pilota catalano ma sappiamo che il campione romano saprà di nuovo scegliere il pilota giusto per ritentare la scalata al titolo. Bene anche Arbolino e bene il team di Simoncelli che è riuscito a fare delle buone gare sia con Antonelli sia con Suzuki anche se la strada da fare è ancora tanta, la vittoria di Misano rimarrà nei nostri cuori.

Per il momento è tutto, grazie a tutti voi che avete sempre la pazienza di leggermi, di commentare, di scambiare anche 4 chiacchere dal vivo. Buon Valencia a tutti e buon EICMA se ci andrete!!! 

lunedì 28 ottobre 2019

Lorenzo Dalla Porta Campione del Mondo Moto3 2019!


Lorenzo Dalla Porta Campione del Mondo!!! 14 anni dopo Andrea Dovizioso e tanti (troppi) dopo l’ultimo campione toscano, quell’Alex Gramigni che portò in cima al mondo per la prima volta l’Aprilia. Una stagione da incorniciare quella di Lorenzo fatta di costanza e attesa quella che non ha avuto Aaron Canet, anche se incolpevole della caduta thailandese. Lorenzo comunque ha vinto vincendo e questo da una dimostrazione del carattere che lascia presagire qualcosa di buono. Ma Dalla Porta non ha solo vinto un titolo ma ha dimostrato che con l’impegno e il sacrificio si possono ottenere risultati pregevoli senza essere iscritti a nessuna accademia “privata” concessa solo a chi “dice si”. L’accademia dovrebbe essere quella stessa Federazione Motociclistica Italiana che dovrebbe impedire quote di iscrizione esose per un campionato che vale sempre di meno tant’è che i nostri ragazzi se si vogliono mettere in mostra “emigrano” nel CEV dove il trampolino di lancio è sicuramente garantito. Un vivaio di pochi piloti non può generare talenti o fenomeni quando in realtà di ragazzi ce ne sarebbero tanti da osservare e dare loro una possibilità. Dalla Porta ha vinto grazie ai sacrifici della famiglia ed ha battuto di gran lunga quelli che provengono dall’accademia con tutto il cinema, sponsor e telecronisti prezzolati al loro seguito.
Quindi bravo Lorenzo e ti auguro di proseguire su questa strada e che tu possa anche essere d’esempio ad altri come lo dovresti essere per la Federazione stessa che oggi si gongolerà per il suo pilota anche se non veste Dainese o AGV.