giovedì 2 ottobre 2008

Belli e brutti



Leggo una vecchissima intervista di Oriana Fallaci, risalente a circa 50 anni fa, di un giovane Paul Newman trentottenne, il quale dichiara che l'America è ossessionata dal bello. Ovviamente già all'epoca i miti del cinema americano avevano invaso i nostri schermi, e quella generazione fu segnata in parte da questo, ma coscientemente i nostri padri, trovarono in gag come quella di "Dentone" di Alberto Sordi, una via di confronto sul cosa è il bello e cosa è il brutto senza ghettizzare troppo gli uni e gli altri... Il cinema e la televisione sono poi andati avanti, e mentre noi italici cercavamo di arrivare al bello e effimero creando un esercito di aspiranti veline, letterine, schedine, oltreoceano si cercavano nuovi approcci stilistici valorizzando la figura dei meno belli e meno fortunati in ottime interpretazioni da parte di Mel Gibson (L'uomo senza faccia) o Charlize Theron (Monster) tanto per citarne alcuni. Ma tutto questo si sa fa parte dello show business, fino a che non intacca la nostra vita quotidiana, il nostro modo di vivere. L'altro giorno ho portato i miei figli ai girdini pubblici, e da padre attento mi sono messo da una parte e li ho osservati giocare con gli altri bambini. Ogni bambino cerca di farsi un film suo del gioco, chi si crede un super eroe, che uno scalatore, e comunque negli atteggiamenti si notano molto i tratti di quello che vedono in televisione, usando anche il lessico televisivo, preso sopratutto dai comici. Fin qui ordinaria amministrazione, in fondo sono bambini ed è giusto che usino la fantasia. Ma la fantasia diventa realtà quando tre o quattro bambini mettono nell'angolo la bambina, il bambino grassottello, fuori taglia, magari con un qualche difetto, e lo scherniscono degli epiteti più crudi, che neanche noi adulti forse diremmo. In quel preciso momento, nella mente spugnosa del bambino, pronta ad assorbire di tutto, avviene quella marcatura che potra essere indelebile o meno, portandosela come un brutto ricordo o come una realtà tristemente presente. Oggi in italia facciamo trasmissioni per diventare velina, giovani sculettanti sopra una scrivania con la speranza di diventare moglie, amante, amica di un calciatore o personaggio famoso, per poi finire ospite in trasmissioni o fare l'opinionista di calcio... Bello=Buono, Brutto=Cattivo è questo che i nostri ragazzi imparano. Tutto e subito, la strada per il benessere passa dal calcio o dalla velina, dimenticando il sacrificio e l'impegno. Nella palestra dove mi alleno (parola grossa!) un giorno si è allenato John Cena ed altri Wrestler di passaggio per Firenze. Gente che all'occhio sembrano dei buffoni gonfi come zucche, in realtà è gente detita al sacrificio dell sport, all'impegno, alla ricerca di nuovi limiti... Se madre natura ti ha voluto bene sei in, altrimenti rassegnati perchè nessuno o pochi ti fileranno. La nascita di nuove malattie, di nuovi turbamenti, parte proprio da qui, da noi, dal nostro modo di credere che Darwin avesse ragione, diventando noi stessi selezionatori della specie.
Insegnamo ai nostri figli che la distinzione vera va fatta tra i buoni e i cattivi, non tra i belli e brutti. Ognuno di noi nasconde una bellezza, che sia esteriore o interiore, ma sarà sempre una bellezza che potra essere d'aiuto agli altri. Cambiate canale, guardatevi un bel documentario su Discovery Channel, ammirate la bellezza del volo di un aquila, i colori di un tramonto australiano. Quelle sono le bellezze da insegnare ai nostri figli.
Bello è colui che col passar del tempo riesce sempre ad essere un esempio per gli altri (Massimiliano Miniati)

2 commenti:

  1. Non sò se mi piacerebbe essere di esempio ai miei figli. Cosa è l'esempio? Chi da l'esempio? Certo vederlo fatto su una panchina, o nel mezzo a un branco di tifosi a spaccare tutto ad una stazione, non è un esempio... Ma è necessario seguire un esempio o è meglio lasciare che manifestiamo noi stessi?

    13 settembre 2008 9.54 scritto da Massimiliano M.

    il 02 ottobre 2008 finisci il post con la frase:Bello è colui che col passar del tempo riesce sempre ad essere un esempio per gli altri (Massimiliano Miniati)

    Dovrei dirti che non c'è coerenza nelle tue asserzioni?
    Risparmiamelo... spiegati meglio però!
    N.B: non è polemica, è solo una constatazione
    Firmato Anonima che ti vuole bene!

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  2. Mmmmmmmmmm Questa anonima birichina...
    L'ho letta due volte per capirla la tua risposta. Alla prima, forse ancora tra il sonno, quasi c'ero cascato, poi riflettendo e tornando in me, ho pensato: qui la cosa mi puzza...:-)
    13 Settembre. Parlo dei miei figli, ed il figlio, come tu sai, lo tiri su a minuzzoli di pane, sin da quando è in fasce. Se a tuo figlio gli insegni a maltrattare gli animali (ad esempio) molto probabilmente da grande avrà un repulsione per le bestie. Vado più nel vero. Se tuo figlio sente urlare i genitori da mattina a sera, è più facile che da grande abbia un comportamento rissoso nei confronti degli altri. Ovvio che questi sono casi limite, ma molto ridere mi fanno i bambini portati allo stadio vestiti con i colori della squadra del babbo per paura che più grandi simpatizzino per la squadra avversaria. Essendo "spugne", comunque noi adulti, dovremmo sapere l'abc delle cose fondamentali della vita da insegnare, come il buongiorno e il grazie, che credo siano le cose più indiscutibili (lo si dice sempre meno vero?).
    Il 2 Ottobre finisco con una mia massima (che mi piace parecchio) che esula dal ruolo di educatore ma può servire anche per spiegare i post e i relativi commenti.
    Una riflessione su questo blog può essere un esempio? Ti dirò che quando scrivo sono sincero al 95% (il 5% concedimelo!) e l'idea che altri possano trovare in delle riflessiono scritte, spunti per un commento, quindi riflessione a sua volta, mi fa piacere. Lo testimonia il fatto che tu hai commentato e manco ti conosco (forse). L'esempio che dai da adulto, non è un esempio esplicito. Non facciamo indossare ai nostri colleghi e amici la sciarpa della nostra squadra, ma con il nostro modo di essere, di fare e di vivere, possiamo essere un esempio, senza che loro ce lo vengano a dire. Io non voglio salire in cattedra e dire: "si fa così...". Ho accumulato le mie esperienze per me, e se l'amico a cena mi vorrà chiedere la sensazione che si prova a buttarsi da un areoplano, o assistere alla nascita di un figlio, saprò cosa rispondere. Poi lui penserà di me quello che vorrà, ma se un domani dovesse lanciarsi nel blu, e aprirsi ad un nuovo mondo, non sarò stato un esempio per lui? Perdonami l'essere stato un pò effimero, ma sicuramente con la tua sagacia, saprai cogliere il significato del mio messaggio...

    Non è polemica, è solo una constatazione.
    Firmato Massimiliano che anche se non ti conosco, ti voglio bene lo stesso!! :-))

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