venerdì 5 marzo 2010

La storia del dottore e del cardellino


In questi ultimi tempi è difficile soffermarsi a riflettere o pensare, tanta è la frenesia dell'arrivare a destinazione, sempre intenti ad occuparci di tutti e di tutto, tralasciando anche i particolari, come il cadere di una foglia o il canto di un uccellino. Eppure la breve storia che voglio raccontarvi è successa oggi, nella città frenetica, dove il rumore prevarica il suono del silenzio... Ed è proprio nel silenzio di una mattina che dalla canna fumaria della cucina odo un rumore, uno sbattere di ali, un grattare contro la parete, di un uccello, non meglio identificato (UFO:-) che evidentemente aveva deciso di fare lo speleologo o più semplicemente attirato dal tepore del tubo. Per fortuna, essendo al primo piano, la canna finisce e al suo ingresso avevo apposto, molto tempo prima, un aspiratore. Ma le lancette dell'orologio, come ogni mattina, stavano correndo e la fredda legge degli uomini mi imponeva inesorabilmente di recarmi al lavoro. Poco male, perchè comunque avrei risolto la questione nel primo pomeriggio. Ma ancora una volta la frenesia della città ti inghiotte e gli impegni diventano inderogabili e così il primo pomeriggio è diventato un pò più tardo. Con la speranza di non aver tardato l'intervento, armato di scala mi arrampico sopra i pensili della cucina, "busso" dentro l'aspiratore per cercare la conferma che quella piccola vita non sia volata via. Ma dall'altra parte nessun segno, nessun battito di ali, nessun rumore alcuno... Forse non ho fatto in tempo, forse il trauma della caduta, forse quei rumori erano gli ultimi movimenti...chissà... Decido allora di lasciar perdere, in fondo non l'ho spinto io nel tubo... Però un senso di colpa mi attanaglia, mi sento un pò colpevole, forse avrei potuto mandare alle ortiche il lavoro, gli impegni inderogabili...
La notte scorre come sempre nel silenzio, e più volte mi sono alzato guardando in alto, pensando che in quel tubo, forse, non ho sentito la richiesta di un amico in difficoltà... Il giorno successivo non c'era novità alcuna se non il solito trantran degli orari e degli impegni. Ma la vita, la storia e i destini hanno sempre disegni strani, ed ancora una volta il rumore della città non ha soffocato il rumore del risveglio del volatile, forse riposato nella notte e pronto a volare se qualcuno levasse quel maledetto oggetto tra lui e la libertà. Ed ancora una volta, quando meno te lo aspetti, il destino bussa alla porta, un amico, Roberto, dottore, passato casualmente per fare un saluto. In casa mia moglie ed i gatti. Spiegata la storia del povero animale, senza neanche preoccuparsi degli abiti "civili", quelli del lavoro e degli orari, si arrampica sulla scala e con caparbietà, fatica e sudore, riesce a levare quel fastidioso tappo con la speranza di dare la libertà a quella piccola bestiola. In un primo momento nessuno è apparso, poi improvvisamente un cardellino nero si affaccia dalla soglia del buco guardandosi intorno. "Libero!!" - avrà pensato - ma dove sono?". Un breve volo nella cucina... la finestra... Pam!!! Una craniata stellare contro il vetro... "Ma dopo 24 ore dentro un tubo, non sarà una stupida testata ad una finestra chiusa a fermarmi!". E così, una volta aperta, il piccolo uccellino è volato fuori, si è posato sul ramo dell'albero di fronte, ha gonfiato il petto ed ha guardato verso la finestra, dove Roberto lo stava ad osservare, certo di aver compiuto un bellissimo gesto nei confronti di quello che per il momento poteva essere un volatile, ma che per un breve, intenso, lasso di tempo era diventato un essere vivente che aveva bisogno di aiuto. E come nelle più belle storie a lieto fine, al saluto degli umani, il piccolo cardellino a chinato la testa due volte ha cinguettato felice ed è volato via, lasciando attoniti e increduli gli uomini con la loro logica e i loro ragionamenti, sottolineando, se mai ce ne fosse bisogno, che il rispetto deve essere universale, indipendentemente che siano uomini o animali, e che forse a volte sono più animali gli uomini...

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