lunedì 10 aprile 2017

Allungo argentino, MotoGp Rio Hondo 2017

Difficile dare un volto a questo inizio campionato o forse è più facile di quello che sembra. Fatto sta che i vincitori del Qatar si sono riconfermati tali non solo per demeriti altrui ma per una superiorità che sta iniziando ad essere "preoccupante" per l'esito finale. Mir, Morbidelli e Vinales hanno rivinto in terra argentina consacrando la loro leadership nei rispettivi campionati ed iniziando a tracciare un piccolo solco con gli inseguitori. In Moto3 Mir ha vinto una gara intelligente dopo la solita ressa iniziale portandosi dietro con se gli altri due del podio di Losail ovvero McPhee e Martin che si sono dimostrati degni avversari. Malino gli italiani, viste le premesse. Si salvano solo Migno quinto e Fenati settimo. 
La Moto2 vede la replica di Morbidelli che si ripete nella vittoria ma sopratutto da sfoggio di grande maturità nello stare al comando di una gara che lo ha visto trionfare davanti ad un ottimo Oliveira (e la sua KTM) e a Luthi dopo che Marquez si è steso all'ultimo giro. Bene anche Baldassarri quarto, Corsi sesto e Bagnaia settimo.
Delle tre categorie è la MotoGp a manifestare più incognite e poche certezze. Le certezze hanno il nome di Vinales che porta a casa la sua seconda vittoria consecutiva, non per eliminazione diretta degli avversari, ma per una condotta matura e quasi priva di rischi. Dopo un ottimo inizio di Crutchlow, Maverick ha lasciato la compagnia dell'inglese e di Rossi lasciandoli a 2,5 secondi e mezzo senza che riuscissero a riprenderlo. Così mentre Vinales danzava il suo tango argentino Rossi cucinava a fuoco lento Crutchlow per poi prendersi la seconda posizione senza più mollarla. Le incognite arrivano invece da chi un incognita non dovrebbe essere ovvero Marquez e Pedrosa caduti a terra nello stesso punto del tracciato. Una caduta di anteriore fotocopia che apre un interrogativo sul ritardo di Honda rispetto alla casa dei tre diapason. Yamaha che mette al quinto e al sesto posto anche le moto satelliti con Zarko e Folger in netto crescendo durante l'arco della gara. Per Dovizioso l'Argentina rappresenta una pista per il crash test visto che ogni anno (o quasi) il forlivese viene abbattuto da qualche missile terra aria. Anche se nelle retrovie, il Dovi quest'anno è stato centrato dall'Aprilia di Espargarò che non stava affatto facendo una brutta gara. Mentre le Ducati ufficiali assaggiavano la terra Argentina (Lorenzo lo ha fatto dopo una curva) due Ducati clienti si distinguevano per gli ottimi risultati. Stiamo parlando di Abraham con il secondo tempo in griglia e Bautista ottimo quarto a fine gara. Non mi è piaciuta la gara di Petrucci sprecone nel gestire la sua Ducati finendo sulle tele a fine gara. 
Un emergenza reale la MotoGp ce l'ha: Vinales e Yamaha al momento fanno un binomio fortissimo e lo dimostrano anche la costanza di Rossi e delle moto del Tech3. Non tutto è perduto per Honda e Ducati ma ad Austin Marquez (l'unico in grado a mio avviso) dovrà fermare il top gun per non parlare di mondiale già assegnato. 
Una curiosità: la foto del post si riferisce all'incidente tra Espargarò e Dovizioso. Questo è il motociclismo che a me piace. 

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