lunedì 22 maggio 2017

Suzuki GSX R1000, Ready to race!!!! #SuzukiGSXR1000

Quattro anni mi hanno separato dalla mia ultima volta al Mugello. Ieri, grazie a Suzuki e alla sua iniziativa Demo Ride, ho avuto l'occasione di fare un turno in pista con la nuova nata di casa Hamamatsu, la splendida Suzuki GSX R1000. Compito facilitato visto che la moto che mi ha accompagnato per tanti anni nei circuiti di tutta europa era proprio la mamma, quel GSXR1000 K5/6 che vinse anche un mondiale con Corser. Evitando tutta la lista delle ottime innovazioni introdotte su questo nuovo modello la prima cosa che salta all'occhio è la potenza che è passata dai 185cv ai 202 rispetto al modello precedente e che ha visto aumentare il range dei giri da 13500 ai 14500. Numeri che fanno impressione ma in linea con le supersportive attuali. Il layout estetico ricalca i modelli precedenti con la doppia bocca d'aspirazione, il faro romboidale e il codone slanciato e filante. Dopo una bella introduzione motoristica di Andrea che ci ha spiegato le novità del propulsore, siamo finalmente pronti per il nostro turno in sella alla "Gixxer".
Bella la dashboard ricca di informazioni che andrebbero lette prima di dare gas vista la numerosa quantità di parametri settabili, specialmente nel controllo di trazione ma, visto il tempo tiranno, sono dovuto uscire dalla pit lane e, per mia "sfortuna", il turno nella quale eravamo inseriti era quello dei veloci, pertanto seguendo l'esperto apripista, ho dovuto subito cercare un feeling che mi permettesse di non fare errori senza leggere troppe informazioni. Che dire, alla prima esse, la Luco-Poggiosecco ero già a mio agio sia come posizione di sella che come lunghezza (considerando che sono 1,85 per 100kg) quindi non proprio un pilota sui generis. La cosa più buffa l'ho provata alla esse successiva, la Materassi-Borgo San Lorenzo quando "cispando" sulla strumentazione mi sono accorto di essere in quarta, ma la moto tirava quasi come aver messo la seconda. Incredibile, cambio stradale (lungo), marcia alta, ma moto con un gran tiro, tipico di questa generazione di GSXR, Visto che una marcia alta mi permetteva di stancarmi meno ho deciso di affrontare le curve del Mugello in terza quarta all'uopo della seconda terza come avviene normalmente. Gli interventi al motore per renderlo fruibile in un maggiore arco di giri si sono fatti subito sentire, ed anche se in quarta, durante la percorrenza delle Arrabbiate, mettendo mano al gas la risposta è stata pronta e potente senza la necessita di cercare una terza sicuramente più cattiva. La sensazione più bella si ha durante la percorrenza della Bucine (in terza) quando arrivi a riaprire il gas. Nonostante l'assetto "stradale" e un pilota poco filiforme, la moto non si è mai scomposta più di tanto portandoti verso il cordolo esterno con tutta sicurezza, tanto è che mettendo la quarta ti senti dare un calcio dietro e un tiro fuori dal comune. Infatti poco dopo sei già in sesta prima del traguardo con la moto che sembra non finire mai. Come arrivi alla massima velocità in fretta la nuova Suzuki frena anche in fretta con i nuovi dischi maggiorati, che hanno inglobato un nuovo sistema per la dispersione del calore. Le staccate a vita persa alla San Donato sono un lontano ricordo tanto facile è frenare per poi introdursi nel primo quarto di curva in tutta tranquillità. Nuovo giro e passo ancora aumentato ma la situazione non cambia. La Suzuki urla di più ma rimane facile nella guida, quasi imbarazzante dalla confidenza trasmessa. C'è da dire che il tutto ci era permesso da coperture Pirelli SC1 intelligentemente messe su per una pista impegnativa come il Mugello. Nonostante la mia stazza la moto ha offerto una buona protezione aerodinamica ed è risultata, alla fine degli 8 giri, poco stressante nella guida. L'elettronica non l'ho mai sentita, certo non ero in grado di metterla alla frusta da farla intervenire, però viste le specifiche mi sono sentito più sicuro, come se, qual'ora avessi fatto qualcosa di sbagliato, la moto correggesse il mio errore. Questo è un consiglio che mi piace dare sempre agli amatori: l'elettronica deve essere un extrema ratio di quando guidiamo e non la normalità, come succede tra i professionisti. Conclusioni? Bella, bella, bella, come ho sempre detto da svariati anni, la moto ideale per un ready to race. Solo le carene vanno cambiate per la pista. Il resto veramente tutto di ottima fattura e professionale. Una moto da comprare indipendentemente dai risultati in pista di Suzuki. Tra le impressioni "rubate" sentivo la critica sulla mancanza del cambio elettronico nella versione "base", acquistabile in kit separato. Sinceramente la moto è già pronta per la pista così com'è e prima di passare alla RR sappiate che già così com'è va veramente ma veramente bene.

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