lunedì 19 novembre 2007

Meglio soli o...

...mal accompagnati? Non so chi abbia detto la precedente frase, sicuramente qualcuno che, vistosi al perso, ha fatto qualcosa senza rimpiangere di essere solo. La solitudine al giorno d'oggi è meno marcata, meno visibile, ma vi garantisco che, in senso assoluto, pervade ancor'oggi la nostra società. Strumenti come le chat (non il gatto!), sms, mms, che vanno così alla grande, fanno emergere che il dialogo, nonostante i tempi di una grande comunicazione, sia ancora lo scoglio più duro da affrontare. "Ci siamo incontrati online", "ti ho agganciato con il bluetooth", "l'hai letto l'sms?", ormai sono i nuovi termini che hanno preso il posto della rosa, del piccione viaggiatore, del messaggero, che a cavallo portava la missiva del principe alla sua amata. Eppure c'è ancora qualcosa che mi sfugge... Non so se vi è capitato anche a voi, ma nei luoghi dove ci ritroviamo, ad esempio per un aperitivo, in un locale notturno, sembra che tutti parlino con tutti, ma nessuno veramente si capisce. Risate a crepapelle, baci e abbracci, facce felici, mai espressioni sobrie, gesti poco appariscenti, un bel baciamano... un pò come l'ultimo dell'anno: bisogna per forza divertirsi, e non succede quasi mai! Possiamo parlare della morte del dialogo? Non credo, i mezzi di comunicazione moderni dimostrano il contrario, c'è più una paura a rapportarsi con gli altri nei temi che più ci stanno a cuore, parliamo di macchine, orologi, dell'ultimo telefonino, del gossip, e i programmi all Maria de Filippi fanno emergere questo: bella gioventù vuota come una zucca di Halloween.
Perchè comunicare al di fuori delle effimeratezze è così difficile? Forse perchè abbiamo paura di crescere, o di prendere decisioni importanti che ci sconvolgono la vita... Nel dialogo a due non dobbiamo aver paura di rivelare un particolare intimo di noi stessi, non dobbiamo tenerci dentro quel che di buono e apprezzabile possiamo avere, perchè sono i nostri desideri, le nostre paure, le nostre gioie a rivelare parte di noi stessi. Io, per esempio, non accetto di avere 42 anni, ne tantomeno essere considerato un uomo: preferisco venir definito un eterno ragazzo, ma non per questo mi comporto in maniera superficiale. Ho formato una famiglia dall'oggi al domani, senza preoccuparmi del dopodomani, ho vissuto attimi nel momento stesso che li vivevo, e non pensando al dopo... La solitudine vera nasce dalla ricerca spasmodica di non stare soli. Provate una sera a dedicarvi a voi, nel silenzio delle vostre stanze, a guardare un bel film, a prepararvi una cena, a parlare con il gatto, a bere un bel bicchiere di vino... Vi accorgerete di avere dentro una persona al quale non avete mai dato ascolto, eppure quella persona siete voi, nel vostro lato più vero... e non quello che "indossate" quando uscite, nel goffo tentativo di piacere agli altri. Scartiamo a priori i belli dentro e i brutti fuori per poi trovarsi a logorarsi in discussioni sterili... rimpiangendo chi bello non era ma che tante emozioni dava...
Ma è proprio vero che siamo così occupati ad apparire non pensando a dar voce al solitario che c'è in noi?

8 commenti:

  1. Max,sei un grande, beh d'altronde già con il nome non si scappa!
    Sono stata obbligata a conoscerti e da allora benedico quel giorno, distribuisci energia e simpatia allo stato puro!
    Dunque, dobbiamo apparire? Si!, è così, ce lo impone lo status di oggi.
    Dobbiamo veramente riuscire a gratificarci e a piacerci per noi stessi, sicuramente appariremmo agli altri migliori di quello che cerchiamo di far vedere oggi. (provato!)
    Soli...! Mai!!! Viviamo l'oggi intensamente, sconvolgiamoci la vita (se nell'attimo ci fa stare bene), senza pensare che domani probabilmente non si ripeterà.
    Un libro carino che mi ha aiutato:
    Messaggio per un'aquila che si crede un pollo - Anthony de Mello

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  2. Ciao, conosco il libro di De Mello e penso che ci siano spunti interessanti... A volte sono proprio le letture, quelle sensate ovviamente, ad indicarci la strada da percorrere. Il vivere l'oggi, per certe cose, è molto vero, un pò la filosofia del carpe (non quelle del fiume) diem. Io ho sempre colto l'attimo, senza mai però rinunciare a quel filo di razionalità e ragionamento che mi ha fatto apprezzare ancora di più il momento. Chiunque tu sia, sei forte così come sei....

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  3. Belle frasi, belle parole, piene di significato, molto affascinanti!
    Molti conoscono la teoria quasi nessuno la mette in pratica. Sulle dita di una mano forse si contano le volte che cogliamo l'attimo perchè travolti dalla situazione o forse un pò brilli ma niente di più! Il giorno dopo rimuginiamo sul perchè l'ho fatto, cosa accadrà, come mi dovrò comportare, cosa penserà e via discorrendo! Il futuro inteso anche come attimi successivi non ci è indifferente! Dobbiamo lavorare tanto su questi concetti prima di farli nostri e forse non ci riusciremo mai fino in fondo!
    Piacere solo a noi stessi? Non è la società giusta nè tanto meno il periodo storico consono! Abbiamo sempre bisogno che gli altri ci confermino la nostra bellezza sia esteriore che interiore.
    Abbiamo bisogno di essere accettati dal "gruppo", per non essere messi da parte, per non essere considerati diversi, strani, per non cadere appunto nel tunnel della solitudine!
    Quindi meglio soli? Assolutamente no!!!!!! Certo che trovare il gusto del buon vino, del film carino, del parlare al gatto in un momento in cui siamo soli con noi stessi è cosa gradita a tutti e come è agognato quel momento!!!!! Ma questo perchè si ha famiglia, perchè non si è mai soli... vorrei sapere che ne pensano al riguardo chi solo ci sta sempre e non per scelta! I mezzi di comunicazione sono cambiati? o meglio sono informatizzati? Niente di più vero ma hanno il loro lato positivo, perchè si scrive di più, si comunica di più magari tramite lettere stampate ivece che scritte col calamaio ma cosa cambia? E'tecnologia che avvantaggia chi come me riesce più a scrivere che a parlare e niente popò di meno fa arrivare il proprio pensiero in tempo reale!

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  4. Uaooo!!! Grande commento!! Sapevo che nella rete avrei pescato persone inteligenti e argute!!! Certo non posso neanche risponderti perchè tutto ciò che hai scritto e troppo giusto!! Non condivido tanto l'essere accettati per forza, o almeno cercare di farsi accettare, perchè poi alla fine ti snaturalizzi e non sai più chi sei ne che vuoi... Teoria e pratica sono due cose distinte, ma il tempo poi le fà collimare (almeno a me ha funzionato così) La tecnologia ci ha molto aiutato e la dimostrazione sono i post e i commenti. Grazie navigatore/trice per aver accostato le tue vele accanto alle mie!

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  5. vedi Massimiliano... quello che sostieni nel tuo intervento, quello che ha dato spunto a dei commenti è assolutamente vero e reale, ma è alterttanto inequivocabile che non è stata approfondita la questione nella sua totalità. Mi spiego meglio, con la speranza di essere chiaro.
    Affermi che le persone nei locali parlano di gossip o comunque di tutto ciò che è effimero, dimenticando di soffermarsi su questioni profonde che possano scavare nell'IO.
    Ti pongo una domanda...hai molti amici? In una tavolata con svariati amici "veri" e qualche persona della cui genuinità non sei sicuro, sei disposto ad affrontare i Tuoi problemi, le tue perplessità, esprire i tuoi sentimenti? Ma i senitmenti reali, quelli che trovi difficoltà a raccontare fors'anche a te stesso. Bene...credo di no.
    Ci sono momenti per ridere, scherzare e spettegolare e ci sono momenti per confrontarsi. sicutamente un pubblico locale non è il luogo adatto.
    C'è un detto...i panni sporchi si lavano in casa...la famiglia può essere allargata....ma non può essere un porto di mare...
    Pensa un pò...hai una pergamena dove hai riportato i tuoi pensieri più profondi...le tue aspirazioni segrete...gli episodi "bui"; a quante persone le consegneresti?
    pensaci e rispondi...sono curioso.
    Vedi Massimiliano, anche il tuo blog è un buon modo di interagire con persone che non si conoscono...e forse, la possibiltà di scrivere sotto forma di anonimo è uno dei modi migliori per essere sinceri e schietti.
    La circostanza di formulare ipotesi e prendere posizioni sotto forma di Anonimo, consente di realizzare uno dei tre elementi che configurano il concetto di Empatia...nessuno ti può giudicare...al limite viene giudicato un anonimo.
    Purtroppo il mio tempo è scaduto per il momento, ho molto altro da scrivere nel tuo blog e non mancherò di farlo quanto prima. Considera questo messaggio un inzio, mi riprometto di concludere il discorso se non oggi, entro la fine di questa cupa settimana.
    A presto.

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  6. Caro anonimo, non sono l'autore del blog a cui tu ti rivolgi però volevo intervenire perchè mi sembra che il post originale abbia dato diversi spunti poi ognuno di noi si esprime su ciò che lo ha colpito di più o su ciò di cui vuole sfogarsi in quel momento. Anch'io ho commentato ma non avendo giornate intere per poterlo fare mi sono limitato a dare un parere generale su certe questioni e non su altre! L'importante è dire qualcosa, è riuscire a dire qualcosa! Ti sento un pò rigido... esigi un pò troppo da stesso... penso che le vie di mezzo debbano esistere ogni tanto! A tavolino con un amico o un conoscente non è che o si parla di orologi, vestiti di marca, telefonini o bisogna parlare del nostro io più profondo che abbiamo gelosamente custodito in una pergamena!!! Ci sono altre argomentazioni interessanti nel mezzo ... è ovvio che non posso aprirmi al primo che passa, sarebbe essere leggeri, superficiali! D'altr'onde affideresti mai un tuo figlio ad un estraneo o ad uno che hai incontrato una sera ad un piano bar? Pascoli sostenva che c'è un fanciullo dentro ognuno di noi, ecco quel bimbo va coccolato,protetto,custodito come un figlio! A volte basta far capire qualcosa di noi senza che tu lo abbia sbandierato ai quattro venti... magari mentre commenti una frase sentita alla televisione,un articolo sul quotidiano,proprio come accade in questo blog senza risciacquare i tuoi "panni sporchi"! Un giorno ti accadrà di trovarti a parlare di te in maniera più intima con una persona con cui non hai ancora condiviso niente, ma c'è qualcosa, quel quid che ti spinge a farlo in modo così naturale che ti sorprenderà... non ragionarci troppo su.. non servirà...è successo... ti sentirai più leggero e starai bene ogni volta che farai due chiacchere con lei... è magia, è empatia... è questa sintonia che devi mantenere segreta più del resto!!!!!!!

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  7. L'importanza di stare un pò soli con noi stessi...I bivacchi nel deserto, intorno al fuoco, sono momenti unici. E' l'ora del rito del tè, forte e zuccherato, che deve essere bevuto almeno tre volte; è l'ora della conversazione, per le guide tuareg e per i turisti, che forse cercano di scacciare i fantasmi notturni, di vincere l'angoscia di un silenzio così totale che schiaccia e lascia senza parole. Si è soli con se stessi. Nel deserto tutto è superfluo, si pensa solo alla sopravvivenza, a ciò che è strettamente necessario. E i nomadi lo sanno bene. Dice un antico proverbio tuareg: "Chi dorme per terra non ha paura di cadere dal letto". Nel deserto tutte le impalcature mentali, le sicurezze di noi uomini "civilizzati", crollano inesorabilmente; ci si trova soli con i nostri pensieri, piccoli davanti al nulla. I veri signori sono loro, i Tuareg, padroni del vero senso delle cose.

    .....tutto ciò per voler far capire che ogni tanto forse dovremmo starcene un pò per conto nostro.....nel silenzio di noi stessi......chiamiamola meditazione, chiamiamola modo per "staccare un pò la spina"...o come vogliamo noi.......soli nel nostro deserto....per ritrovare un pò di pace...di semplicità.....per ritrovare l'essenza di noi stessi.....lontani per un attimo dalle difficoltà e dai dolori della vita!!!......RITROVEREMMO COSI' LE ENERGIE NECESSARIE PER TORNARE A SORRIDERE ALLA VITA........E AD AMARE SENZA LIMITI...........

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  8. Ciao anonimo Touareg, diciamo che hai un pò colto nel segno del post. Io sono stato nel deserto e ho vissuto per un periodo da solo. In quel periodo ero solo più del solito, non che mi mancassero le amicizie, ma quello che volevo non ce l'avevo. Ed allora mi sono ricordato di una notte passata sotto la volta celeste del cielo della Tunisia dove il silenzio e la bellezza del firmamento si fondevano ai miei pensieri. Casa mia per un pò è stata così. Tornavo a casa la sera, trovavo il conforto dei miei inseparabili gatti, guardavo un film, mi bevevo un buon bicchiere di vino, ed avevo un ottimo rapporto con la mano destra. Non ho mai cercato spasmodicamente il "rapporto", anche se mi mancava, perchè intorno a me non sentivo voci amiche ma solo un brusio... Ho pianto tanto, Dio solo sa quanto, e dalla tastiera di questo computer sono nate tante riflessioni e tante poesie (ho scritto anche un libro!). Poi la vita mi si è rivelata, quando meno me l'aspettavo, e quel deserto si è trasformato in un oasi verde, dove oggi vivo! Ho sempre in testa il mio turbante perchè l'oasi non è infinita, ma ora conosco la fame e la sete e le mie provviste durano a lungo...

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