lunedì 29 ottobre 2007

Everest




Il mio primo post di questo blog era dedicato all'Everest. Recentemente ho detto "che per te conquisterei l'Everest". Incredibile, anche se non sono un alpinista, sono attratto e affascinato da cio che riguarda la montagna più alta del mondo. Essendo curioso per natura sono andato a scartabellare un pò di cronaca al riguardo ed ho trovato la lettura letteralmente affascinante. Pensate che durante l'arrampicata possiamo imbatterci in molti corpi, stimati intorno alle 192 unità. Non hanno un nome, ne un cognome, e la maggior parte di essi, non sono sherpa, ma bensì uomini facoltosi o aiutanti di essi che hanno trovato la morte nel tentativo di aver scalato il tetto del mondo. Ma chi ha iniziato questa corsa verso l'alto? Sicuramente il più rappresentativo e forse il vero eroe non è Sir Hillary, che le cronache lo danno come il primo ad aver raggiunto la vetta, ma George Mallory e Andrew Irvine che perirono nel tentativo nell'Aprile del 1924. Nel 1999 un spedizione dedicata al ritrovamento e a far luce su quanto accadde quella mattina, ritrovò su di un versante della montagna, il corpo di Mallory, sicuramente slittato in quel luogo dopo una lunga caduta. Ebbene, immaginatevi per un attimo il 1924, senza Gore Tex, senza materiali sintetici, senza GPS, senza tutta la tecnologia che oggi abbiamo. Immaginatevi, le sciarpe di lana, gli indumenti di cotone, gli occhiali scuri, gli scarponi di cuoio, le tende di barbour o simili, e due uomini che prima del sorgere del sole si sono incamminati verso la conquista della cima. L'altro della spedizione Odell che li lascio a circa 300 mt dalla vetta, li vide stagliati verso il cielo sereno, con il passo deciso, e niente li avrebe fermati. Quello che è accaduto dopo è soltanto leggenda, e forse ci piace credere che sia così, e lasciare a Sir Hillary il nome del primo ad aver visto il mondo dall'alto, e a noi inguaribili romantici, credere che 30 anni prima, qualcuno, con meno clamore, con meno tecnologia, possa aver raggiunto la vetta pagando il pegno di aver lasciato le sue spoglie mortali a testimonianza della sua impresa. Sir George, Sir Andrew, grazie del vostro coraggio, grazie delle vostre gesta che ci sono arrivate fino a noi, in un mondo totalmente diverso da quello che avete lasciato, ma non migliore della lana e del cotone che con semplicità vi hanno condotto verso la storia.

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