lunedì 15 aprile 2019

La legge del più forte, Assen 2019 #NLDWorldSBK

1.34.5 il best lap di Bautista in gara 2 solo 3 decimi più piano di quello di Vinales in MotoGp nel 2018. Ne vogliamo parlare? Doveva essere la gara di riscatto del Cannibale Rea invece è diventata una Caporetto per l'alfiere Kawasaki. Se nella prima manche poteva invocare una partenza da lontano, nella seconda ha fatto tutto nella maniera migliore possibile ma quando il 19 della rossa lo ha passato lo ha letteralmente frantumato, cuocendolo a fuoco lento, tanto è che perfino Van DerMark gli ha soffiato il secondo gradino del podio. Una prova di forza dello spagnolo così netta tanto da mettere alle corde un pilota come Rea e conosciamo tutti il talento del nord irlandese. Bautista danza con la sua Ducati, scivola nelle curve, frena, mai una sbavatura. 250 giri in meno non sono bastati perchè i veri giri da togliere sono quelli al polso visto che senza di lui sarebbe ancora Rea il dominatore. Ducati ha fatto una super moto che potrebbe davvero essere messa in MotoGp arrivando nei primi 10 costantemente. Ma allora perchè Bautista non è rimasto nel team ufficiale accanto a Dovizioso? Il resto del gruppo sempre altalenante ad iniziare da Davies che, al netto delle sue prestazioni, conferma che è Bautista a fare la differenza. Bene le Yamaha con un ritrovato Van DerMark ma solo in terra olandese. Grigie ancora le BMW con un Reitemberger più attivo ma sempre calante nel finale. Tra la moltitudine di delusioni, Melandri in primis, spiccano invece il Team Puccetti e il Team Pedercini entrambi al parco chiuso come migliori privati con Torres e Ratzatioglu.
Il prossimo round sarà in quel di di Imola, pista sconosciuta per il capo classifica, ma non per il suo inseguitore che ci ha vinto diverse volte. Riuscirà la Kawasaki a mettere in mano a Rea una moto vincente, oppure nessuno può farcela contro il binomio Ducati-Bautista? 

La prima di Alex Rins, #AmericasGP 2019

Houston abbiamo un problema! In realtà sembra più Honda abbiamo un problema. Nel giorno del meritato trionfo di Rins e della Suzuki stona un pò vedere le tre Honda ufficiali "rimanere" a terra, e la Ducati arrivare a podio con il team satellite. Alla fine meglio così ne giova sicuramente il campionato, però la gara di ieri è vissuta su parecchie singolarità tranne che il duello tra il giovane spagnolo e l'inossidabile vecchio Rossi. Nella delusione Honda permettetemi l'azzardo ci infilo anche una Ducati da decifrare, vista la ghiotta occasione di poter allungare in campionato. Il primo posto in classifica lo ritengo più un risultato di costanza che di un forte binomio uomo macchina. Mentre per Rossi alla fine il suo compito da quarantenne è rimanere sempre li, sfruttando ogni singola falla della concorrenza, D&D (Ducati e Dovizioso) ieri dovevano fare di più. L'attenuante è un circuito che non su può vedere con i piloti impegnati nei sobbalzi degni di una strada di Firenze. Austin diciamo che non ha fornito una rampa di lancio per Marquez e tutto viene rimandato allo sbarco in Europa a Jerez dove i valori reali prenderanno forma. Una considerazione sul tempo gara di Rins e Rossi: entrambi hanno concluso 7 secondi in meno rispetto allo scorso anno il che ci fa notare che comunque i due piloti non hanno lesinato di dare gas nonostante le condizioni della pista.
Brevi considerazioni di inizio campionato. Honda sinceramente da decifrare alla luce delle "disgrazie" dei loro tre piloti. Yamaha regolare con un sempre ottimo Rossi e un pasticcione Vinales che ancora non è riuscito a mettere in ombra il suo anziano collega. Suzuki una bella sorpresa insieme a Rins un ragazzo che a me è sempre piaciuto. Miller-Pramac una bella realtà, di contraltare al Team Ducati che spero vivamente di ritrovare a battagliare nelle posizioni di testa (e comunque insisto sul grave errore di aver "allontanato" Lorenzo). Bene anche Petronas con Morbidelli e Quartararo. Il resto al momento non pervenuti.
Prossimo round Jerez terra di scontri leggendari... Vedremo.

domenica 7 aprile 2019

Bautisterminator Aragon SBK 2019 #AragonSBK

Da dove vogliamo partire? Rispetto all'anno scorso entrambe le manches vinte da Bautista hanno avuto più o meno la stessa durata, secondi più secondi meno quindi che significa? Che la differenza la fa il solo Bautista capace di guidare la Ducati che ha sfornato una (quasi) MotoGp stradale. La colpa? Di nessuno o di tutti dipende. Se prendiamo il regolamento del BSB troviamo che il massimo dei giri che si può ottenere con una moto è pari a 16.000 compreso il bonus di 750 giri. Quindi se una marca ha un regime di serie di 15.250 giri può arrivare ai 16.000. La V4 nasce già con tale regime pertanto non usufruisce del bonus. Certo è che nessuno poteva pensare ad una simbiosi cosi perfetta pilota moto tanto da permettersi vantaggi abissali. Nove gare e nove vittorie con una facilità imbarazzante anche al cospetto di Johnny Rea il quale quest'anno sembra soffrire più del solito anche se ha fatto sempre secondo. La conclusione è che le corse sono anche queste quando dal cilindro viene pescato un jolly di tale portata. A questo punto le limitazioni alle altre moto diventano superflue oppure qualcosa nel regolamento va rivisto. Io credo che Bautista + V4 siano in grado di vincere tutto comunque, riesumando la vecchia diatriba fra chi sono i piloti più forti tra Superbike e MotoGp? Qualcosa di simile potrebbe accadere proprio nel BSB dove Redding disponde di una V4 anche lui anche se li, alcuni circuiti sono meno "performanti" rispetto a quelli mondiali. Solo le prossime gare tipo Imola ci potranno dare una misura completa della supremazia uomo-macchina fin'ora mai messa in discussione.
La prova del 9 la possiamo verificare con Davies e Laverty, felici possessori di V4 anche loro, arrivati (sembra) a capirci qualcosa proprio nel round di Aragon anche se, facendo un confronto sulla guida, sembra che il lavoro da fare sia ancora tanto.

lunedì 1 aprile 2019

Tango solitario #ArgentinaGP 2019

Avevo chiuso il post sul GP del Qatar dicendo: "vediamo le prossime gare in condizioni normali". Se l'Argentina ci ha fornito questi parametri il mondiale mi sembra già segnato. Ieri Marquez non ha vinto, ha stravinto dopo 3 curve arrivando al traguardo con un vantaggio di 12 secondi (ma potevano anche essere di più) permettendo agli avversari di vedere solo la sua ombra. Nessuna sbavatura, nessun duello. Ma è la seconda gara direte voi. Purtroppo spesso il buondì si vede dal mattino e la preparazione alla gara di Marc è stata impeccabile. Gli inseguitori ieri si sono plafonati a 8/9 decimi di gap al giro comprese le Ducati in lotta con Yamaha ufficiali e clienti più l'Honda di Crutchlow prima del ride through. Che significa? Che Yamaha ha fatto uno step in più? Ducati uno in meno? Tra questi emerge un buon Miller e la Suzuki con Rins autore di una bella gara che si è anche permesso il lusso di rimontare arrivando a quel pacchetto di piloti che si sono giocati le posizioni sul podio. Della partita è stato anche Morbidelli fino al disastroso finale dove ha tirato giù l'incolpevole Vinales. Un ottimo secondo Rossi (che ci ha messo una bella pezza) ha dunque relegato Dovizioso alla terza piazza che a mio avviso lascia un pò l'amaro in bocca a Ducati anche se Petrucci è arrivato subito dopo. Personalmente mi ritornano in mente le parole di Marquez l'anno scorso: "è una fortuna che Lorenzo abbia lasciato Ducati". A parte le sfortune personali del maiorchino a mio avviso l'unico pilota in grado di metterci qualche pezza poteva essere lui insieme a Ducati visto che con Honda deve ripartire da zero, se poi ci aggiungi che è mezzo "rotto"... Un brutto segnale per il campionato pensando anche al prossimo round Austin dove mi sembra di ricordare che fin'ora c'è sempre stato un solo vincitore... 
In Moto2 grande riconferma di Baldassarri nella sua gara più matura che ha saputo resistere ad un ottimo Gardner dopo un bel duello con Marquez, Schrotter e un "impossesato" Binder. Bene anche Marini e i rookie Bastianini e Locatelli.
La Moto3 come sempre è stata spettacolare e questa volta sono stati in 15 a lottare per il vertice. Sembrava la giornata di Canet e invece è spuntato Masia, dopo una bella pole anche una bella vittoria seguito dall'altro impossessato Binder (fratello) e dal primo podio di Arbolino. Gara comunque super avvincente visto che 17 piloti sono arrivati nell'arco di 2 secondi!
Prossima gara ad Austin città di grandi concerti con la speranza di non rivivere un altro "assolo"
   

giovedì 28 marzo 2019

Si chiama destino

Recentemente è venuto a mancare un giovane ragazzo di 14 anni deceduto per un incidente in pista con la sua moto da corsa. Come ogni volta l'orda barbarica dell'opinione pubblica si scaglia sul senso delle corse, delle gare, e di tutto ciò che ruota intorno al motorsport. L'equazione motori e rischio sembra sia un demone che aleggia ogni qualvolta succede qualcosa eppure i decessi in ambito sportivo sono molteplici anche senza un motore "tra le gambe". Uno dei più grandi piloti di tutti i tempi giace su di un letto da svariati anni per un banalissimo incidente a sciare, altra disciplina "pericolosa" in fatto di incidenti. Volendo possiamo puntare il dito sulle Road Racers come ad esempio il TT o la North West fino ad arrivare alla "macelleria" di Macao, tutte pratiche a rischio elevato ma che la gente, i piloti, ogni anno non esitano a frequentare pur sapendo di andare incontro all'ignoto. "Ma loro sono grandi, un ragazzo di 14 anni no". Un ragazzo da 14 anni può andare in moto alla stessa stregua di uno che può sciare, giocare a calcio, fare equitazione ne più e ne meno. Ogni sport comporta un rischio come un rischio lo corrono tutti i giorni i ragazzi che vanno in motorino a scuola nelle nostre caotiche città. Eppure fanno più morti le strade che le piste ma ogni qual volta che succede subito siamo pronti a puntare il dito dimenticandosi dell'unica variabile che non possiamo controllare: il destino. Negli anni 80 conoscevo un ragazzo di nome Massimo che sfrecciava in lungo e in largo per le vie di Firenze a velocità "smodate". E' morto in un circuito a Varano de Melegari per un banale incidente come quello che ha coinvolto il piccolo Marcos Garrido. Oggi correre in moto è molto più sicuro di tanti anni fa ma non esiste nessuna protezione contro il fato e contro il destino. Marco Simoncelli in una delle sue ultime interviste ha detto che la sua vita non poteva essere diversa dal guidare una moto da corsa, 1000 volte meglio che di stare dietro una scrivania come un impiegato qualunque. Marco è volato via inseguendo i suoi sogni e non a causa di un ago in vena, perchè anche quelle sono le realtà. Quando da lassù parte la "cartolina" è difficile non riceverla. Evitiamo quindi condanne e diti puntati e prendiamo esempio da quei genitori che "vanno avanti" e impariamo da loro ad apprezzare quello che "abbiamo", imparando da quel dolore che mai sarà cancellato ma che più saggi, forse, ci farà diventare... 

lunedì 18 marzo 2019

Quale futuro per la Superbike?

Vi è piaciuta la "nuova" SBK 18 moto in griglia, e una mini gara tra Gara 1 e Gara 2? Intanto chi pensava di aver "azzoppato" il Cannibale Rea se ne ritrova un altro, forse anche peggio visto che nemmeno il nord irlandese è riuscito a contenerlo. 6 gare 6 vittorie e per un certo verso abbastanza noiose se escludiamo Gara 1 in Thailandia. Chi sta uccidendo il mondiale quest'anno? Ducati ha senza dubbio partorito un missile terra aria ma Bautista ci ha messo del suo confrontando il risultati delle altre V4, ma Rea che arriva così lontano non è solo frutto della differenza tra piloti. Ma queste sono le corse direte voi. Intanto mentre una griglia strabuzza di piloti, il BSB inglese, un'altra si svuota tanto da arrivare a 18 partenti, un pò troppo poco per un mondiale con una gran voglia di rilancio. Il pubblico SBK non è quello della MotoGp e lo è sempre stato e poco digerisce i grandi stravolgimenti che si sono succeduti. Sicuramente i giornali contribuiscono in maniera negativa, visto che dovrebbero essere i deputati a veicolare una giusta informazione verso che di moto ne capisce meno, come un pò si assiste oggi in MotoGp. Autodromi pieni di tifosi e pochi appassionati, ma che però fanno tanto merchandising e spalti gremiti. Infatti è solo la MotoGp a "tirare" perchè delle classi minori importa poco basti vedere gli ascolti durante una domenica di gara dove solo la MotoGp registra dati importanti. Certo una collocazione interessante potrebbe essere l'SBK al posto della Moto2 ma così avremmo troppi galli in un pollaio e forse spazi risicati nei paddok. Ingaggiare grossi nomi? Meglio di Rea che ha vinto più di tutti non ne potevamo avere ma è stato detto che è "poco personaggio" quindi? Una risposta proviene dalle tribune affollate della Thailandia quindi la logica conseguenza all'apertura dei circuiti asiatici spostando l'indotto in oriente. Vedremo la prossima tappa ad Aragon con (speriamo) la limitazione di qualche cavallo in meno per Ducati sperando in un duello più ravvicinato nelle curve e nelle staccate rispetto ad accelerazioni varie o velocità supersoniche che fanno poco SBK. Chissà, nel frattempo tanto di cappello a Ducati e Bautista e a Johnny Rea che ancora una volta ha dimostrato di essere un vero combattente! 

domenica 10 marzo 2019

Tutto cambia, niente cambia #MotoGp #gpqatar2019

Marquez e Dovizioso oppure Dovizioso e Marquez, a voi la scelta. Alla fine, anche se era la prima gara farcita di diverse incognite, sono stati i protagonisti degli ultimi 2 anni a darsi ancora una volta battaglia. Una bella battaglia sempre con il solito copione: Marquez il gatto, Dovizioso calcolatore. Che sia questa ancora una volta la trama del 2019 non lo sapremo ma intanto Dovi 1 - Marquez 0. E' vero che per avere un quadro completo bisognerà aspettare il Gp del Mugello o forse la prossima gara, perchè di variabili ne abbiamo viste parecchie ad iniziare da Suzuki, penalizzata dal lungo rettilineo ma un fulmine nelle curve. Bravi entrambi i piloti con un Rins battagliero e un Mir studioso cosi come sono felice per Cecchinello che ha visto Crutchlow arrivare al podio. Ancora da decifrare le Yamaha quinta con Rossi e settima con Vinales, dietro ad un troppo "chiaccherone" Petrucci. All'appello è mancato Lorenzo mai così tanto a terra nel senso letterale del termine. Tre cadute per lui nel fine settimana lo hanno sfiancato fino a relegarlo al 17esimo posto.
Una considerazione però va fatta: la gara è stata bella solo per 2, 3 giri visto che per tutto il tempo si è girato un secondo più piano per paura dell'usura delle gomme. Tutto questo fa parte del nuovo show business? Molti più sorpassi è vero, ma si vedeva lontano un chilometro che il ritmo non era quello, ed i tanti sorpassi stile Moto2 ne sono la prova. I reali valori in campo si vedranno alla prima gara "normale"senza l'incubo di una pista scivolosa o della troppa usura DEI (no degli!) pneumatici.
In Moto2 il debutto del nuovo propulsore Triumph ha sancito un notevole abbassamento dei tempi mantenendo sempre il medesimo appeal. Bene Baldassarri che vince e convince in una gara d'attacco difendendosi sul finale da un certo Luthi sempre molto incisivo nella sua azione. Terzo sul podio Shrotter. Bene i nostri rookies con Bastianini nono e il Diggia subito dietro.
Moto3 spettacolare come sempre che ci ha regalato una bella carrellata di sorpassi dei soliti noti ma con un nuovo vincitore, il giapponese Toba che sinceramente mi è sembrato molto concreto che ha battuto in volta un ottimo Dalla Porta davanti a Canet. Ottimo il ritorno di Fenati che ha fatto un pò il bello e il cattivo tempo ma ci fa piacere vederlo di nuovo in pista combattente come sempre.
Vorrei fare un plauso a Mattia Pasini e perchè no al suo compagno di viaggio Triolo al momento abbastanza neutri nel commento a tratti anche divertente. Prossimo round Argentina, magari davanti ad un bel manzo della pampa.     

lunedì 4 febbraio 2019

Faccia a faccia

Vi è mai capitato di pensare di incontrare il voi bambino? Una sorta di faccia a faccia con il voi delle elementari, quel periodo di prima formazione dove fatti più o meno traumatici si mescolano ad esperienze di vita tipiche dei bambini. Ho utilizzato la parola fatti "traumatici" perchè spesso non abbiamo idea di cosa accade nelle scuole o nelle interazioni esterne, magari fatti banali agli occhi degli adulti, ma importanti per i bambini che li subiscono. Ma senza dover scavare nei traumi cosa direste o suggerireste al voi bambino per essere un domani un uomo o donna migliore, o vi piacete così come siete?
Eppure noi adulti siamo frutto di quelle esperienze primordiali che all'epoca sembravano solo situazioni ludiche ma che in realtà erano i primi mattoni della nostra personalità che poi ci avrebbe segnato la strada di quello che siamo oggi. Leggendo la biografia di grandi personaggi della storia troviamo sempre delle strade segnate dal destino che, a mio avviso, recita sempre la parte fondamentale, eppure per tanti non sembra che sia stato il destino ma semplicemente una scelta "umana". Ma allora è destino anche quello? Noi siamo veramente il frutto di quello che abbiamo seminato? Io non ho grossi ricordi delle elementari, ricordo vagamente qualche episodio, qualche volto, qualche scena di famiglia. Ricordo sicuramente un grande benessere e una grande gioia perchè ho avuto la fortuna di avere una famiglia "completa". Forse uno dei traumi più grossi è stata la nascita di mio fratello più che altro dovuta al fatto che mia mamma soffriva... Ma cosa potrei suggerire al me stesso bambino? Col senno di poi forse avrei cambiato il mio presente, forse avrei fatto scelte diverse, ma alla fine la mia odierna vita non è poi così male, certo se poi ci ripenso... Ma non posso saperlo e non voglio neanche suggerirlo ai miei figli perchè alla fine siamo frutto delle nostre scelte. E voi cosa suggerireste al vostro voi bambino?

lunedì 10 dicembre 2018

Un paese confuso a suon di trap (parte prima)

Ho aspettato a scrivere un post sull'immane tragedia di Ancona dove ho letto e sentito di tutto tranne il focalizzarsi su una cosa sola: la morte di 5 ragazzi e di un adulto (con la speranza che la lista si chiuda qui). Ma la domanda ancora più grave è: PERCHE'? Perchè sono arrivati a stivare 1500 persone in un luogo che ne può contenere 800? Questa dovrà essere la linea per le VERE indagini affinchè non si ripeta in futuro. Uno spry urticante spruzzato per uno scopo futile non può essere motivo di una tale tragedia. Un incendio forse si ma non questo. Questo dovrebbero chiedere a gran voce gli italiani, un controllo su questo tipo di manifestazioni legate ai locali dove esse avvengono. Punto. Cosa centra tirare in ballo l'artista (parola molto grossa), la sua produzione musicale (altra grossa parola) o l'età o i gusti dei figli. Sono morti 5 ragazzi (e un adulto) per responsabilità che vanno oltre tutto ciò. I morti di Torino avrebbero dovuto già insegnarci qualcosa eppure in quell'occasione non c'era un artista "posseduto da demonio". Quindi limitiamoci all'analisi dei fatti su quanto è accaduto evitando una caccia alle streghe di medioevale memoria.
Su tutto il resto potrei anche esprimermi ma non è questo il post perchè sui fatti di Ancona dobbiamo solo chiedere a gran voce giustizia perchè non si può morire così in un luogo pubblico dove tutti prima o poi possiamo andare (e non per vedere un artista ma anche solo per ballare).

mercoledì 14 novembre 2018

The Amazing Stan Lee

Sembra ieri che mi arrampicavo sui muri del bagno con 4 ventose per poi cadere miseramente a terra sotto gli occhi disperati di mia zia, oppure sperare che un ragno radioattivo mi mordesse per darmi dei super poteri. Sono cresciuto con i super eroi e forse da loro ho imparato "che da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Nonostante tutto oggi, ad oltre 50 anni, posseggo sempre le magliette di SpiderMan, Capitan America, The Punisher e così via... E' anche vero che me lo posso permettere visto il fisico ;-) però il meraviglioso mondo creato da Stan Lee & Co è sempre con me e non mi abbandonerà mai. Oggi siamo a studiare i grandi artisti del passato ma in futuro dovremmo studiare la vita e le opere di chi per oltre 50 anni ha creato un universo di fantasia ricco comunque di contenuti sociali. In fondo anche l'Uomo Ragno era li l'11 Settembre nel 2001 a piangere sul crollo delle Twin Towers perchè i mali del mondo non colpiscono solo la realtà ma anche la fantasia. Infatti i primi super eroi nacquero negli anni 30 (Flash Gordon e Superman) in un momento dove l'imperialismo germanico stava diventando egemone sul senso di democrazia e libertà che proveniva dall'altra parte dell'oceano. Addirittura nel 1941 nacque Captain America come simbolo di propaganda tra i giovani all'indomani dell'inizio del Secondo Conflitto Mondiale. Stan Lee insieme ai disegnatori Jack Kirby e Steve Ditko ripresero negli ani 60 la fucina dei personaggi creandone sempre di nuovi iniziando dai Fantastici 4, Spiderman, Devil, Iron Man e così via. In Italia la casa editrice Editoriale Corno ci vide lungo e affiancò ai prodotti nostrali un pò in "scadenza" Criminal e Satanik eroi più nuovi e positivi provenienti da culture diverse ma che subito fecero breccia negli adolescenti di allora, devastandoli per il resto della loro vita. Quindi grazie ragazzi per le belle fantasie che ci avete solleticato con i vostri personaggi, le vostre storie e i vostri disegni che da 18 anni a questa parte sono diventati dei bellissimi film che niente hanno a che vedere con il classico albo a fumetti ma che apprezzo comunque grazie anche all'ausilio di CGI e attori straordinari uno su tutti Robert Dawney Jr. 

lunedì 5 novembre 2018

Le tigri della Malesia, Sepang #MotoGp 2018

L'appuntamento di Valencia servirà solo da passerella per festeggiare i campioni del mondo (ne rimanevano 2 da assegnare) in quanto il risultato Malese ci ha detto che Jorge Martin (Moto3) e Francesco Bagnaia (Moto2) sono i campioni del mondo delle rispettive classi. Impresa abbastanza facile dell'italiano forte di un cospicuo vantaggio sull'ottimo portoghese Oliveira ma che nulla ha potuto contro la costanza e la classe di Bagnaia. E così mentre un pilota festeggia il suo primo mondiale un altro pilota sempre del solito team festeggia la sua prima vittoria di classe, quel Luca Marini finalmente arrivato lassù dopo un inizio carriera (nel mondiale) un pò al di sotto delle aspettative. Indipendentemente dal più famoso fratello fino a qui Luca ci è piaciuto per il suo atteggiamento con la speranza che non venga "compromesso" in futuro. Bene comunque in quanto l'anno prossimo, vista la migrazione di Pecco in MotoGp, avremo ancora piloti italiani su cui scommettere in Moto2.
Chi invece ha fatto un capolavoro è Jorge Martin che ha piegato la resistenza di un outsider (nessuno se lo aspettava) Bezzecchi che complice la sfortuna, inesperienza e il confronto con un avversario forte, è riuscito a coronare il sogno iridato con un campionato costellato anche da infortuni importanti. La pattuglia tricolore poteva essere più nutrita ma situazioni altalenanti non hanno permesso a Bastianini, DiGiannantonio & C. di essere incisivi fino alla fine. 
In MotoGp chi invece ancora brilla, nonostante il titolo già assegnato, è Marc Marquez che trova da divertirsi anche partendo dalla terza fila (dopo la penalizzazione) stile SBK. I campioni si vedono anche da questo, dalla continua voglia di vincere e di lottare fino in fondo, la stessa voglia dimostrata da Rossi avendo condotto la gara sin dall'inizio per poi cadere sul finale. Purtroppo Rossi ha pagato la voglia di vittoria con un usura eccessiva dei pneumatici, tanto è che è caduto ad una bassa velocità (una curva da prima marcia) perdendo il posteriore oramai giunto alla fine. D'altronde il titolo del suo libro "Pensa se non ci avessi provato" parla chiaro e ieri non poteva che essere così. Onore delle armi comunque al vecchio anche dal rivale Lorenzo che su twitter ha dedicato un bel pensiero al campione italiano. E visto che parliamo di onori non possiamo dimenticare un ottimo Rins secondo e sempre più costante con una Suzuki in netta crescita e uno Zarko ritrovato, segno che comunque Yamaha ieri ha funzionato alla perfezione avendo avuto anche Vinales quarto. "Disonore" invece per Dovizioso che ha perso un pò troppo tempo nelle chiacchere da bar nei confronti del suo compagno di squadra invece che concentrarsi sul risultato in una pista favorevole a Ducati, arrivando sesto davanti ad un ottimo Bautista e a un deludente Petrucci (nono) in odore di passaggio nel Team Ducati.
Sempre più penosa ai limiti del patetico la telecronaca di giornalisti ed ex piloti che altro non sanno più che inventarsi per portare alle stelle o alle stalle piloti e situazioni farcendo di un gossip inutile un mondo dove comunque il risultato è quello scritto sulle classifiche finali.
Prossima tappa lo "stadio" di Valencia con pagelle finali di vincitori e vinti e qualche considerazione personale. Stay Tuned!!!

lunedì 22 ottobre 2018

Marc Spaccatutto e il settimo sigillo, #JapaneseGP

Ha spaccato tutto quello che c'era da spaccare laureandosi per la settima volta campione del mondo, cosa possiamo aggiungere di più? Possiamo aggiungere che senza grandi avversari i campioni non brillerebbero così e da due anni a questa parte un grande avversario è stato Andrea Dovizioso e la sua Ducati. Evitando congetture da bar su chi sia più forte se la moto o il pilota, Andrea è stato l'unico ad insidiare il fenomeno spagnolo che altrimenti avrebbe chiuso il mondiale quasi a metà campionato. Solo nel 2015 Lorenzo è stato in grado di batterlo, nel mondiale che gli stolti chiamano rubato, ma che in realtà ha opposto due grandi campioni diversi sotto tanti aspetti ma concreti nel perseguire l'obiettivo. La gara di ieri ha messo in risalto le doti di un fenomeno, Marquez, contro le doti di un ottimo pilota e gran lavoratore del manubrio, Dovizioso, che al penultimo giro ha peccato di troppa fretta, tipico di chi cade di anteriore. Marquez dirà che aveva qualcosa ancora nel taschino fatto sta che ha fatto commettere un errore al rivale. 7 volte sul trono più alto, nessuno come lui alla sua età contro avversari che portano i nomi di Rossi, Lorenzo, Pedrosa e in ultimo Dovizioso. L'unico rammarico è il mancato confronto con Stoner del quale ha ereditato la sella e lo stile ma nessuno scontro diretto. Peccato, sarebbe bastata una gestione migliore del paddok da parte di Don Carmelo ma questa è un'altra storia. Onore dunque a Marquez, onore a Dovizioso e onore allo staff del team Honda Repsol che non ha esultato per la caduta dell'italiano, perchè c'è molto più gusto a combattere contro l'avversario che vederlo cadere, così come al parco chiuso Marc avrebbe voluto accanto a se Andrea per l'onore delle armi. Si fa così tra appassionati di moto e tra gentiluomini, aggettivo sconosciuto ai commentatori prezzolati e faziosi figli di uno show business già sul viale del tramonto. 
Di contorno a "quei due" c'è da segnalare il secondo posto di un maturo (speriamo per Lucio) Crutchlow, l'ottimo terzo posto di Rins su una Suzuki energica e veloce e il quarto del veterano Rossi che conserva la sua terza posizione in campionato (un tempo avrebbero detto secondo degli ultimi). Rimane il grosso rammarico del forfait di Lorenzo, come dargli torto, e questa "nuova" gestione della gara con un andatura di 5, 7 decimi più lenta fin'oltre metà gara per poi aprire realmente il gas. Prossimo round Phillip Island dove la pista si tuffa nell'oceano con la romantica idea di poter vedere Bayliss o Stoner al posto di Lorenzo per assaporare ancora un motociclismo fatto di eroi e di icone che forse vediamo solo Paolo Gozzi ed io! Stay Tuned!

lunedì 8 ottobre 2018

Viaggio nella terra del sisma, dimenticata dallo stato (e dagli italiani)

"Amatrice città degli italiani" recitano i cartelli presenti nella cittadina colpita dal sisma del 2016. Non ero mai stato in quei luoghi prima del disastro ma con un gruppo di amici abbiamo deciso di recarci la per una gita sul Gran Sasso e Monti Sibillini. Visto che la zona è "farcita" di belle strade panoramiche abbiamo pensato di fermarci proprio li, per unire lo scopo ludico della girata ad un momento di riflessione "non filtrato" dalle tv e giornali. Il primo a riceverci è il sindaco di Cittareale che ci illustra e descrive la vita di questo ex ridente borgo di 500 anime circa, oggi situato nel pianoro ai piedi del paese stesso. Con immenso stupore, visto lo stato in cui versa Firenze, scopriamo che il Comune di Firenze, ma anche altri comuni toscani nonchè la Regione e qualche grossa ditta, sono stati fautori di una catena di solidarietà che per una volta tanto mi ha reso un pò fiero di avere il giglio sulla mia giacchetta. Ma il sindaco, come altre persone, ci dice anche un'altra cosa molto più forte e vergognosa: lo stato è presente soltanto nei ragazzi dell'esercito e delle forse dell'ordine, tralasciando l'aspetto degli aiuti concreti per la ricostruzione o magari per eliminare tutti quegli edifici inclusi nelle Zone Rosse off limits per ovvi motivi di crollo imminente. Stesso discorso per Amatrice dove accanto ai cumuli di macerie che un tempo erano case si alternano costruzioni nuove o che hanno "retto" la furia del terremoto. Palazzi anche grandi in attesa di essere demoliti fanno sfondo alle casette che hanno dato "rifugio" agli abitanti che si riuniscono la sera in una sorta di centro commerciale che comprende un pò tutte le attività un tempo dislocate per tutta la cittadina. Tanti progetti di ricostruzione ma nessuna attività di rimozione, vista anche la favorevole stagione perchè qui l'inverno è parecchio rigido e i -20 gradi non sono una cosa tanto rara. Fabrizio Berardi, titolare (insieme ai fratelli) del Centro Vacanze Lo scoiattolo ci racconta che da 2 anni a questa parte solo la voglia di andare avanti li ha portati fino a qui perchè alla fine anche le richieste più banali non vengono mai evase. Eppure il centro si trova in un posto strategico per poter effettuare una serie di iniziative immerse nella natura selvaggia, di fatto un ricettacolo per il turismo alla ricerca di un qualcosa di "intimo" che non siano i bellissimi parchi (ma inflazionati) dolomitici. In ogni paese vedi la totale devastazione e la poca voglia di rinascere senza aiuti concreti, come a Castelluccio sulla vallata che ospita la famosa fioritura. Un feudo arroccato sulla collina con i container che si sono sostituiti alle case in pietra crollate. Il proprietario di un bar ci ha detto che lui, per lo Stato, non sarebbe ancora dovuto entrare dentro e in questi due anni di cosa sarebbe dovuto campare allora? Inoltrandoci verso il Parco dei Monti Sibillini incrociamo paesi con le loro ferite fino ad arrivare a Visso una ridente cittadina avvolta in un silenzio spettrale con gli abitanti costretti ad abitare nelle villette di emergenza mentre le loro case sono in attesa di un destino ineluttabile. Ma anche verso sud a Poggio Cancelli, Campotosto la situazione non varia. Poi per fortuna il Gran Sasso e i suoi pianori all'interno rimettono un pò in pace in noi stessi offrendoci paesaggi mozzafiato, già visti nei grandi film americani, ma che abbiano qui a casa nostra, a due passi dalle nostre comode realtà. E mentre la sera ti addormenti avvolto dal rumore del silenzio non puoi non pensare al perchè uno stato si permette di lasciare da soli una fetta di connazionali che ogni giorno cercano di ritrovare quell'equilibrio che la natura gli ha strappato via in una calda giornata d'Agosto. Abbiamo una parte di Italia ferita ma non vedo più nessuno rammentarla. Vedo solo qualunquisti che si nascondo dietro delle magliette rosse per la difesa di persone che vengono da lontano così come vedo sindaci piangere per la mancata accoglienza dei cosi detti migranti, ma non vedo più nessuno piangere per gli italiani che sono stati lasciati soli. Andate laggiù come abbiamo fatto noi, rendetevi conto che c'è una popolazione ferita ma che non molla, che sfida due calamità: la natura e lo stato latitante. Non so cosa possano offrire quei posti in inverno ma la prossima primavera fateci un salto, prendete la moto, la macchina e portate la vostra solidarietà senza fare elemosina ma visitando dei luoghi bellissimi imparando che l'erba del vicino non sempre è la più verde. Paradossalmente visitando quei luoghi il terremoto si genera anche dentro di te, ma non è una scossa sismica ma più semplicemente una scossa di consapevolezza e di quanto possiamo essere fragili ma anche pieni di risorse. Vorrei poter continuare a scrivere sulle sensazioni che mi hanno pervaso durante tutto il viaggio ma spero che queste semplice righe vi abbiano un pò incuriosito per poter essere in futuro testimoni voi stessi.
Un grande abbraccio dal turista per caso e sicuramente...arrivederci!
Massimiliano Miniati

Quando il gioco si fa duro... #ThaiGP 2018

...i  duri giocano. Cosa altro dire di Marquez? Se mai ce ne fosse bisogno ha dimostrato di essere il numero uno in tute le situazioni e per essere un grandissimo numero uno ci vogliono avversari degni. Negli ultimi due anni quest'avversario porta il nome di Andrea Dovizioso, non un pluricampione ma un tipo tosto che ha fatto brillare ancora di più la stella Marquez per poi brillare di luce propria e non riflessa. Purtroppo nella rinuncia di Lorenzo la gara ha perso uno dei suoi protagonisti ritrovando però un pò di smalto nel duo Yamaha rivitalizzato (forse) dai massaggi thailandesi. Terzo Vinales, quarto Rossi e addirittura quinto Zarko...non male per una moto con tanti problemi.Come sempre la gara è stata viziata da il solito andamento lento dei primi giri (e non solo) e questo ha permesso al gruppo di rimanere compatto tant'è che ci sono stati 10 piloti all'arrivo in 11 secondi. Certo niente a che vedere con il duello Marquez-Dovizioso ma se vogliamo trovare del buono in questa MotoGp soporifera... Il duo di testa ha veramente il monopolio delle gare sia per atteggiamento sia per la grinta di entrambi i piloti anche se lo spagnolo è veramente di un altro pianeta. Complice una serie di sfortunati eventi per Ducati poteva essere l'anno giusto ma hanno buttato tutto al vento con una serie di scelte e dichiarazioni che potevano benissimo essere evitate con una gestione più intelligente. 
Escludendo le gesta dei vincitori e vinti al mondiale non resta che buttarsi sul gossip, sulle presunte crisi di una marca che, per voce del suo direttore sportivo, vorrebbe far spostare l'oraro delle gare alla "mattina" perchè la loro moto rende meglio dopo la colazione. Episodi e frasi brutte che sviliscono il nostro sport fatto di piloti dove non hanno bisogno della giustificazione dei genitori per non fare un esercizio o non andare a scuola. A Motegi in casa Honda Marc avrà la possibilità di mettere il suo quinto sigillo in MotoGp, il settimo della sua (ancora) corta carriera, avendo vinto contro avversari tosti che portano i nomi di Lorenzo, Rossi, Pedrosa, Vinales e in ultimo Dovizioso, un dato molto importante che in molti evidentemente ancora trascurano. 
Il commento sulla Moto2 e Moto3 non è pervenuto in quanto impossibilitato a vedere le gare. Bene per Bagnaia che allunga su Olivera in Moto2 mentre la sfortuna colpisce il povero Bezzecchi falciato da una caduta del connazionale Bastianini. Martin, ancora una volta sfortunato (un'iniezione ha toccato il nervo del braccio), riesce a metterci una pezza arrivando quarto e allungando nel mondiale. Arigartò (non so come si scrive) a tutti voi in preparazione di un bel sake giapponese!

lunedì 1 ottobre 2018

Johnny "o'Ray" Rea, nessuno come lui! #WorldSBK Magny Course 2019

Nessun dubbio, nessuna incertezza, forse anche nessun avversario. Quattro titoli mondiali di fila, record battuti (tranne le pole) vittorie a nastro è l'impressionante ruolino di marcia di Johnny Rea, il pilota che Biaggi definì "questo con una moto buona le vince tutte". La stima di un campione qual'è Max la dice lunga sul talento del nord irlandese mai sazio di vittorie come ha dimostrato ieri in Francia. Un anonimo Lavilla dice che Rea non è carismatico, come se Gregorio sapesse cosa vuol dire tale appellativo visti i suoi risultati in carriera. Rea e la Kawasaki dovrebbero essere catapultati anche per una volta in una gara della MotoGp, con il motore del Kawa libero e con le stesse gomme e vi garantisco che in tanti piangerebbero. In un attimo diventerebbe subito carismatico. Come definiresti un pilota ed una marca che avete deliberatamente "azzoppato", li avete fatti partire dietro ma nonostante ciò vincono tutto? Alla SBK non manca niente o forse mancano gli appassionati che la organizzano e dirigenti che dovrebbero stare più zitti. I Fratelli Flamini erano avanti luce rispetto ai dilettanti della Dorna! Ciliegina sulla torta forse il mondiale SBK passerà a SKY (a pagamento?) e gli darà la mazzata finale. Vedere sfrecciare la moto che abbiamo (magari) nei nostri garage è sempre una bella emozione per chi è appassionato e le diatribe se è meglio la Kawasaki o la Ducati hanno sempre appassionato i motociclisti. Ma oggi siamo nel mondo dei social e anche se vinci 4 titoli mondiali di seguito non sei considerato "carismatico". Certo se pensiamo che il carisma ce l'ha ancora chi non vince più niente dal 2009 non è che siamo messi bene. Rea lo possiamo considerare il Marquez dei nostri tempi eppure sembra che nessuno se ne sia accorto. Ha carisma un team manager che chiede di cambiare gli orari delle gare perchè le sue moto sono "cronopatiche"? 
Lode a Rea e alla Kawasaki sovrani di una terra di nessuno o almeno una terra di pochi ma buoni a differenza di altri regnanti, sovrani di un'arida pianura di scimmie urlanti (e ululanti)!