giovedì 30 agosto 2018

Ho cavalcato una Pantera @GTBicycles

....e se facessi una recensione su una bicicletta? Anni e anni passati sulle moto, su tutto ciò che avesse un motore a scoppio dove il minimo "cavallaggio" non è stato mai sotto i 100 cv, e oggi scrivo di una bici. Non è l'eta che avanza (oddio forse un pò anche quella) ma nuove tecnologie ci hanno messo a disposizione un nuovo mezzo di trasporto, divertente, pratico ed anche estremo: l'e-bike. Quanti di noi, alla chiamata dell'amico per una gita in fuori strada, hanno pensato: "oddio oggi mi tocca spolmonarmi per salire fino in cima?". In effetti la mountain bike è tanto bella quanto vuole vedere l'uomo (e il suo allenamento) in faccia. I nostri fisici, i nostri muscoli, non sono preparati per sforzi estremi come quello. E' inutile che, mentre state leggendo, esordiate con frasi del tipo "pensa per te!". Nessuno a nessuna età è preparato per salire pietraie o sentieri di montagna senza un ottima preparazione atletica! Ed è qui che "qualcuno" ha avuto la genialata di elettrificare le nostre mtb per facilitare la pedalata laddove si incominciano a vedere le porte del paradiso. Si perchè anche se c'è l'assist su un e-bike bisogna pedalare, non è che sia una passeggiata!! Bene, dopo questo preambolo dove verro messo alla gogna dai puristi ma amato da quelli come me, passo a descrivere la bicicletta (se me lo avessero detto 20 anni fa li avrei uccisi). GT Pantera Dash (come il fustino) è stata l'oggetto di questa prova che ho condotto per i sentieri fiorentini di Settignano e Fiesole. Al primo colpo d'occhio in sella balzano subito le possenti gomme denominate "plus" nate apposta per questo tipo di bici in quanto (a mio avviso) la pedalata sulle sconnessioni quali pietraie o scalini di radici è sicuramente più incisiva vista appunto l'assistenza del motore, ergo la necessità di una gomma più motociclistica. Sicuramente influisce anche il peso complessivo visto che la bici supera i 22 kg in aggiunta a "atleti" non tanto slim (io peso 100 kg) si arriva masse importanti che devono essere digerite in sicurezza. La Pantera è una front con una forcella "a molla" con un escursione da 120mm che la rende confortevole su percorsi poco accidentati e salite perdendo ovviamente nel down hill dove la mancanza di idraulica si fa sentire con l'aumento della velocità. Ma veniamo al cuore della Pantera uno Shimano Steps E6000 38T che mi riferiscono essere un pò datato e applicato spesso per city bike. Sicuramente, leggendo qua e la, troviamo unità molto più performanti e moderne ma va considerato che la Dash è una bike entry level per far avvicinare l'appassionato a questo nuovo mondo senza spendere cifre esose. Non avendo mai provato altri motori devo dire che mi è piaciuto molto perchè ho aggredito le salite più impervie senza grossi problemi, senza la necessità di scendere, tranne quando mi sono trovato in presenza di ostacoli importanti. Tre i livelli di assistenza che non so quantificare in watt ma posso dire che il massimo (high), con una buona gamba, viene utilizzato poco o nulla anche perchè in presenza di forti pendenze rischia di essere più di ostacolo che altro. Simpatica anche la funzione WALK da usare in caso di "spinta a mano" per uscire dal Golgota della salita. Pratico anche il display del controllo dell'unità con una serie di informazioni utili quale il residuo della batteria in tempo reale, la velocità, il tempo di utilizzo, rimanente etc. Freni rigorosamente a disco che fanno il oro sporco lavoro sopratutto in discesa, peraltro anche abbastanza modulabili (basta prendere confidenza con le leve). Tutta la guarnitura (termine che ho imparato in questi giorni) è Shimano sinonimo di garanzia, qualità e affidabilità. Per la mia prova, visti i percorsi e la velocità con la quale li ho affrontati, non ho sentito un gran bisogno di una sospensione posteriore anche perchè ho tenuto la pressione della gomma posteriore ad 1 bar che mi ha permesso di avere quella sensazione di "ammortizzamento" necessaria e gradevole. Sicuramente in questo nuovo mondo ciclistico la differenza tra modelli molto più costosi e la Pantera è marcata nell'utilizzo dei materiali, motore, sospensioni e altro, ma da motociclista ho avuto delle ottime impressioni e l'unico limite è stato quello umano e non tecnico. Una bici insomma a 360° che ti porta ovunque tu voglia ricordando che comunque bisogna pedalare sempre perchè il motore aiuta ma non "salva". Non ho capito molto bene il limite dei 25 km/h per il motore, visto che tanti ciclisti su strada viaggiano abbondantemente sopra i 30 km/h. La ritengo una norma medioevale atta solo a limitare un mondo che sempre più si sta espandendo, rendendo un nuovo modo di fare sport in luoghi fino ad oggi "inesplorati".
Unico neo il forcellino che regge il deragliatore posteriore di fattura un pò povera sia nel materiale che nello spessore, non in grado di sopportare le sollecitazioni di un impulso muscolare in aggiunta a quello elettrico. Sicuramente argomento di richiamo per i possessori della bici.
Upgrade: Sabato mi sono recato da ProBike Firenze (dove ho acquistato la bike) e mi hanno sostituito il forcellino prelevandolo da una bici imballata. Con mia sorpresa il supporto era diverso da quello in mio possesso, meglio strutturato, composto da una bielletta e un forcellino più corto. Ringrazio per l'operato lo staff di Probike che mi ha permesso di riavere la mia bici! Rimane il consiglio a GT di richiamare le bici con il forcellino "lungo".

lunedì 13 agosto 2018

Reb Bull ti mette le ali! #AustrianGP 2018

Peccato che il suo main sponsor sia una bibita concorrente (Monster) ma ieri Lorenzo deve aver bevuto molta Red Bull visto che il circuito è anche di proprietà della bevanda austriaca. Ieri Lorenzo si è nuovamente trasformato cambiando il suo personaggio (e la sua strategia di gara) passando da martillo a "predatore" in attesa, cuocendo la sua preda, un suo simile, quel gatto che corrisponde al nome di Marquez. Tutto bello in una gara (purtroppo) a tre fatta di ritmi veloci sin da subito con Marquez a imporre il ritmo e i due ducatisti ad inseguire. Poi a metà gara Lorenzo ha acceso la miccia e da li è iniziato il duello tra i due con Dovizioso leggermente attardato a guardare. Lorenzo-Ducati un binomio micidiale non tanto per la vittoria ma per la consapevolezza di essere tutt'uno con l'aggiunta del palmares del maiorchino che già viene rimpianto dalla tifoseria e che adesso lo vede terzo in classifica generale.
Quarto un ottimo Crutchlow seguito da un "opaco" Petrucci e da Rossi che ci ha messo una pezza sullo strano momento della Yamaha. Si perchè le scuse del Sabato, da parte del responsabile Yamaha, hanno stupito un pò tutti, inusuali per un azienda giapponese, pensando proprio ad Honda quando divorziò da Rossi. Evidentemente in questa MotoGp succede anche questo ma ciò non toglie che gli appassionati possano nutrire qualche dubbio. 
La Moto2 ci ha restituito Bagnaia alla vittoria dopo aver cucinato un ottimo Oliveira che ha condotto la gara dall'inizio fino alle ultime due curve, strategia perfetta che riporta l'italiano in vetta alla classifica. Terzo un ancor ottimo Marini confermando lo stato di crescita del pilota dello Sky Racing Team.
In Moto3 la vittoria è andata (finalmente) ad un ottimo Bezzecchi in testa dall'inizio fino alla fine ma un menzione d'onore la meritano anche Bastianini (secondo) autore di una rimonta dopo essere partito dalle retrovie, ma sopratutto Jorge Martin recentemente operato al polso e ieri autore di una gara da vero campione.
Prossimo round Silverstone con la speranza di un'altra gara asciutta per assistere ad una pagina di vero motociclismo fatto di parecchio gas e pochi discorsi e teatrini. Stay Tuned!

lunedì 6 agosto 2018

Una poltrona per tre, #CzechGP 2018

Nella terra delle belle figliole si è consumata una bella pagina di motociclismo vero, di passione, di conferme e di grossi dubbi. Si conferma un bel pilota Andrea Dovizioso a digiuno di vittorie (e di qualche gara sfortunata) riuscendo nel fine settimana perfetto, prima la pole e poi la vittoria in volata su signori piloti quale Lorenzo e Marquez, dopo una gara molto tattica visto le preoccupazioni sull'usura delle gomme. Un trenino stile moto 3 per 3/4 di gara senza un passo irresistibile per tutti fino a che Lorenzo non ha deciso di rompere gli indugi. A quel punto la gara si è ridotta a 3 con Lorenzo in grande spolvero, Dovizioso super attento, e un Marquez con l'occhio al campionato. Alla fine proprio il duello tra i futuri compagni di squadra, Lorenzo e Marquez, ha permesso a Dovizioso di prendere qualche metro che lo ha portato alla vittoria finale, bella, maschia, corretta. Marquez si sarà accontentato? Intanto ha allungato in classifica su Rossi che anche ieri porta a casa un ottimo 4 posto ancora alle prese con una moto che a lui non piace ma che gli permette di essere ancora secondo in campionato. Grossi dubbi invece sulla gestione sportiva del Team Ducati che vede nascere oggi i frutti di un investimento che a fine stagione purtroppo si esaurirà. Ducati pensava di vincere subito col maiorchino senza però ricordarsi che nessuno, dopo Stoner, ci è mai riuscito. Lorenzo ha dimostrato che il mezzo c'è e con un buon metodo di lavoro un pilota può arrivare a vincere anche dopo un anno. Ma questa oramai è accademia e la frittata è fatta.
In Moto 2 un ottimo Olivera si prende la vittoria e la testa della classifica ma la sorpresa del giorno è Luca Marini che sembra essersi sbloccato, dopo la pole, anche nella gestione della gara condotta in maniera matura e senza strafare. Bagnaia arriva terzo ma un pò poco combattente. Vedremo.
La Moto3 ci ha come sempre riservato un bel trenino fino alla fine dove l'ha spuntata il nostro bravo Diggia dopo una gara che ha visto cambiare la testa della corsa curva dopo curva. Delude un pò Bezzecchi che non ha approfittato dello stop di Martin, ma alla fine punti importanti che lo lanciano in testa alla classifica generale.
Prossima settimana Zeltweg pista Ducati e pista Dovizioso con l'incognita Lorenzo e il dubbio di cosa passerà nella testa al capoclassifica Marquez. Si limiterà a marcare Rossi o a combattere?

lunedì 16 luglio 2018

La nona sinfonia di Marquez Beethoven, #GermanGP 2018

Era scritto nel destino o forse no, difficile però non pronosticare la nona sinfonia di Marquez Beethoven in un circuito a lui più che congeniale. Eppure le premesse parevano dargli meno chances dopo una pole risicata ma invece non ha resistito neanche questa volta. Troppo ghiotto il piatto da non poterlo consumare. Gara presso che perfetta sotto tutti i punti di vista: gioco, partita, incontro. Che dire di più? Ah, che Marquez ha poi festeggiato in una tribuna ricca di cappellini gialli e che non è successo nulla? E nel giorno dei wurstel alla spagnola al tavolo di Re Marc si siede il vecchio Re Rossi il quale, a dispetto di tutte le voci e crisi (Yamaha) si porta a casa un secondo posto che vale oro davanti al suo compagno di squadra che dapprima si incarta riuscendo a sbrogliarsi sul finale della gara. Di Rossi posso dire che mi piace molto più adesso come pilota che quello di qualche anno fa. Oggi è secondo nel mondiale lottando con una compagine di piloti tosta e pluri titolata condizione meno facile rispetto agli avversari di un tempo. E Ducati? Da applausi il buon Bautista (quinto) che ha annusato gli scarichi di Petrucci (quarto) ma che ha avuto il piacere di mettersi dietro sia Lorenzo (sesto) che Dovizioso, in completa "confusione" dopo aver firmato il rinnovo con la stessa Ducati. Fatto è che ora Rossi insegue a 46 lunghezze Marquez mentre il Dovi è a -77 un pò troppo per poter sperare di ripetere l'anno magico 2017. MotoGp che ci ha offerto un week end che ha visto Dany Pedrosa salutare la curva, senza neanche uno stralcio di proposta decente per un pilota del suo calibro. Contenti loro... 
La Moto2 vede Binder salire per la prima volta sul gradino più alto del podio (dopo aver firmato il rinnovo con KTM) seguito da un sempre più convincente Mir e dal primo podio di Marini giunto ad assaggiare le bollicine dello spumante un pò in ritardo rispetto alle premesse. Bagniaia sfortunato e fortunato a non rimanere coinvolto nella caduta di Pasini sempre molto veloce ma anche molto discontinuo. Peccato.
In Moto3 Martin continua a farla da padrone segnando pole position e gare intelligenti alle quali solo Bezzecchi riesce a rispondere e a seguirlo in campionato. Il resto del gruppo, ad iniziare da Bastianini, troppo discontinuo per poter cercare di attaccare il forte pilota spagnolo.
Prossimo round BRNO crocevia fondamentale (se non piove) per capire se c'è ancora margine di ripresa (pista molto simile al Mugello e Barcellona), oppure se il primo degli ultimi (cit), Rossi, sarà ancora a comandare questa nutrita pattuglia di poco convinti inseguitori.

lunedì 18 giugno 2018

Datemi un martello e... #CatalanGp 2018

Il fabbro Lorenzo si è ripetuto. Dopo il Mugello si è preso anche Barcellona, pista molto simile ma dal risultato non tanto scontato. Questo giro lo ha fatto prendendosi anche la pole position in maniera quasi imbarazzante, alla Lorenzo appunto. Paradossalmente per un pilota che risorge un altro si impantana cadendo rovinosamente a terra e gettando alle ortiche l'ottimo lavoro fatto fin qui. Dovizioso infatti, dopo la firma e dopo essersi lasciato andare a dichiarazioni discutibili (a mio modesto avviso) ha perso quella lucidità che lo aveva portato al titolo di vice campione del mondo ma sopratutto ha perso quella saggezza che aveva sempre dimostrato. Sarebbe stato bello vederti sotto il podio ad applaudire il tuo compagno di squadra, come lui ha fatto con te l'anno scorso, ma oramai sei infilato in quel meccanismo di belligeranza innescato da Ciabatti. Cosa succederà nel prosieguo del campionato non ci è dato saperlo ma fossi in Audi un bel cambio al vertice lo farei. Nel giorno di Lorenzo, Marquez fa il ragioniere e il dubbio che lo abbia fatto per la caduta di Dovizioso non ci verrà mai tolto, fatto sta che il funambolo spagnolo il Sabato ci ha dato un'altra grande prova di equilibrismo e incoscienza che rimarrà negli annali. Terzo ieri come al Mugello l'inossidabile Rossi autore di una gara furba, concreta, degna di un campione del suo calibro, relegando i compagni di marca nelle retrovie. Lui si dice non soddisfatto ma intanto è a -27 dalla vetta e sopratutto più avanti rispetto a Vinales. Dietro si è rivisto Cructhlow quarto che ha regolato un partente (da Honda) Pedrosa, davanti a Vinales e Zarko e il futuro ducatista in rosso Petrucci. 
Considerazioni ne potrei fare tante specialmente sulle strategie Ducati ma preferisco far parlare i fatti che fare come tanti pseudo giornalisti che danno solo fiato alla bocca.
In Moto2 abbiamo assistito alla prima vittoria di Quartararo che ha fatto il Lorenzo della situazione stroncando le velleità degli avversari a suon di giri veloci e una bella guida che nulla hanno potuto il buon Oliveira e Marquez. Sembrava incolore la gara di Bagnaia quando al parco chiuso i tecnici hanno svelato il mistero di una gomma difettosa.
Bastianini si sblocca finalmente in Moto3 alla sua prima vittoria con il team Leopard dopo una gara tattica che lo ha visto studiare gli avversari fino all'ultimo giro per poi scappare. Sul podio con lui Bezzecchi sempre più leader nel mondiale, visto anche lo zero di Martin caduto.
Una curiosità del GP di ieri: i piloti partiti dalla pole position hanno poi vinto la gara.
Prossimo round Assen (si correrà di domenica) con la speranza di tempo buono per continuare a vedere i reali valori in campo e per sentire lo scricchiolio tipico di chi si mangia le unghie (il sarcasmo ci sta tutto).

mercoledì 6 giugno 2018

Le discutibili strategie di Ducati

Una cosa brutta del motociclismo è l'abitudine, oramai conclamata da tempo, di chiudere i contratti a inizio stagione o addirittura dopo 2 o 3 gare. E' vero che l'esigenze son cambiate, le programmazioni, gli sponsor, ma almeno una regola andrebbe data. E' ormai di dominio pubblico l'imminente passaggio di Jorge Lorenzo da Ducati a Honda Repsol di fatto andando a costituire uno dei più forti Team degli ultimi 30 anni di motociclismo. Non sappiamo le motivazioni di quelle esternazione di Lorenzo all'indomani della vittoria al Mugello, ma sicuramente qualcosa non ha funzionato. Pur essendo un'ammiratore di Andrea Dovizioso, per tutte le sue caratteristiche di uomo e di pilota, va sottolineato che Dovizioso non è Lorenzo anche se in quest'ultimo anno e mezzo è esploso con delle belle vittorie proprio sul numero uno Marc Marquez. Un'errore simile Ducati lo ha già commesso con Stoner nel 2010, quando decisero di ingaggiare Rossi al posto dell'unico pilota che aveva fatto volare la Ducati. Lorenzo non è Casey ma rimane un signor pilota e se Ducati pensa di poter vincere un mondiale con la coppia Dovizioso-Petrucci secondo me sbaglia di grosso. Lorenzo in un anno e mezzo ha portato qualche podio e una sola vittoria a fronte di un ingaggio di 24 milioni di euro, ma casualmente con il suo arrivo Dovizioso ha iniziato a vincere. Coincidenze? Intanto bisognerà vedere cosa farà Jorge nel prosieguo del campionato, sicuramente farà di tutto per marcare il territorio levandosi dei macigni sopratutto nei confronti dell'AD Domenicali, il quale non ha avuto belle parole verso un 5 volte campione del mondo. Crede davvero l'AD che Petrucci possa essere la svolta? Io lo auguro al simpatico pilota ternano ma vincere un mondiale non è come vincere una gara. Con Lorenzo in Honda le cose si complicano un pò per tutti sulla carta perchè Honda non è Ducati avendo una reattività diversa alle esigenze dei piloti. Lorenzo non è Marquez ma nemmeno Pedrosa e sarà interessante vederlo in azione sulla RCV. L'unica salvezza certa di Ducati potrebbe essere il ritorno di Stoner ma Casey ha già più volte ribadito il suo niet anche se, leggendo il suo libro, qualcosa non mi torna... Tutto questo lo scopriremo solo vivendo, con la speranza che questi scossoni di mercato possano già influire sull'andamento di questo campionato.

lunedì 4 giugno 2018

La prima di Lorenzo (la sesta al #MugelloGP )

Lorenzo finalmente! Dopo un anno e mezzo di tribolazioni è arrivata la vittoria numero uno del campione spagnolo su Ducati. Una vittoria del maiorchino mancava agli appassionati (non ai tifosi) perchè Lorenzo, che piaccia o no, è sempre un signor pilota con 5 titoli di Campione del mondo alle spalle. Ha vinto alla sua maniera stroncando gli avversari uno ad uno con la sua guida "alla Biaggi". Aveva chiesto una moto ergonomicamente migliore per vincere e così è stato. A fine gara però Jorge si è tolto diversi sassolini dalle scarpe e quello più grosso è rappresentato da un non tanto velato addio alla Ducati. Cosa non ha funzionato forse lo sapremo in futuro ma a mio modesto avviso a Borgo Panigale dovranno rivedere molto le strategie di gestione della squadra corse. I numeri parlano chiaro: Lorenzo è stato il primo pilota dopo Stoner a vincere nel minor tempo possibile con Ducati com'è anche vero che da quando è andato via in Yamaha la casa giapponese non ha più vinto nulla. Freddi numeri ma realtà dei fatti. Lasciarlo andare via significa mettersi contro un signor pilota su di una moto dove ha già vinto, l'unico nell'era Marquez. Paradossalmente in Ducati dovrebbero augurarsi che la gara di ieri sia solo una vittoria isolata perchè altrimenti qualcuno dovrà riflettere. 
Alla splendida vittoria di Lorenzo fa da cornice la pole e record della pista di Valentino Rossi a digiuno da tanto tempo che ha poi saputo conclamare con un ottimo terzo posto in gara. Pole di Rossi e impennata di presenze in autodromo un equazione cara a Don Ezpeleta . Sorride amaro invece Dovizioso, ieri secondo con un brivido nel finale, che completa l'uno-due Ducati. Il forlivese forse sperava in qualcosa di più ma ieri ha dovuto fare i conti con il suo scomodo compagno di squadra. Nella rossa giornata di Ducati stona la caduta del funambolico Marquez scivolato di anteriore alla Scarperia, nonostante il suo tentativo di raddrizzare la moto con ginocchio, gomito e qualche santo. Uno zero che incide sulla classifica generale che vede salire Rossi al secondo posto a 23 lunghezze di ritardo ma a mio avviso non sufficienti per impensierire il fenomeno di Cervera. 
Ad un Rossi che brilla si annovera la debacle Yamaha con Vinales e Zarko mai in partita per il fine settimana, con lo spagnolo che si lamenta di continuo per il mancato supporto da parte Yamaha. Che sia un preludio all'arrivo di Lorenzo? Trovano scampoli di gloria anche le Suzuki quarta e quinta e abbastanza toniche sul lungo rettilineo del Mugello. Nella gara di casa non brilla neanche Petrucci il quale, dopo un contatto con Marquez alla Luco si ritrova a dover remare dalle retrovie segnando anche il giro veloce in gara. 
Prossimo round Barcellona, pista molto simile al Mugello dove avremo sicuramente delle conferme sull'andamento di questo "strano" mondiale segnato da questa mania di voler chiudere i contratti sin dall'inizio che minano un pò gli equilibri all'interno dei team. Nota stonata come sempre il pubblico becero e fischiante che con il motociclismo poco ha a che fare. Stay tuned!

giovedì 31 maggio 2018

Radio Mitology, tanta voglia di passato #RadioMitology

Chi ha detto che andare avanti nel tempo sia un progresso? Il tempo in cui viviamo non sembra neanche essere più un tempo reale, ma non perchè non è il nostro, ma perchè sembra che non sia più di nessuno. Tempo fa durante le prove della band un ragazzo del 1998 mi confessò che gli sarebbe piaciuto vivere negli anni 80, come abbiamo fatto un pò tutti noi nati negli anni 60. Mi ha detto che ascolta le musiche di suo padre che paragonate a quelle dei giorni nostri (e sua) sono avanti anni luce, sia nella fattura che nell'anima. Oggi il panorama musicale non è tutto da buttare ma bisogna porgere l'orecchio ai grandi nomi per ascoltare qualcosa di decente. E nella zona di Firenze e limitrofi ci viene in aiuto Radio Mitology, una radio che ha nel suo nome lo spirito che la incarna, ovvero catapultare l'ascoltatore indietro nel tempo con le musiche degli anni 70-80-90. Non essendo un grosso ascoltatore di radio (dopo un pò mi viene a noia) devo dire che la programmazione musicale mi allieta le giornate e mi riporta indietro nel tempo. Paradossalmente è come se il tempo stesso non fosse mai passato. La cosa buffa è che in diversi posti e uffici tutti ascoltano quella radio e tutti mi dicono la stessa cosa. Questo però ci da la misura che oggi qualcosa non quadri in questo tempo moderno dove sembra (e dico sembra) che tutto funzioni, tutto sia sotto controllo, tutto sia perfetto. A mio avviso le sonorità di Radio Mitology ci riportano a un tempo dove tutto realmente funzionava e dove tutto era più semplice, dove i social erano i bar o le compagnie alla panchina dei giardini. Se si fissava alle 20.00 le 20.00 erano senza una miriade di telefonate e messaggi vari. Eravamo intenditori solo del campo che ci interessava, ma non eravamo medici, avvocati, meccanici o costituzionalisti. Eravamo allenatori, quello si, ma quello lo siamo anche oggi. Alzi la mano chi sulle note di YMCA non muove il dito e il braccio da una parte all'altra del corpo. Alzi una mano chi non sa dov'è il castello se il lupo è ululì. Quali sono i tormentoni di oggi? E le musiche? Cosa ci rimarrà di questi anni? A noi ci sono restati gli anni 80, e abbiamo scattato forse meno fotografie ma sicuramente più indelebili.

lunedì 28 maggio 2018

La prima volta dell'olandese volante, #SBK Doningthon 2018

Va beh! il titolo era facile ma doveroso visto che stiamo parlando della prima vittoria, anzi due, di un olandese un SBK. Forse una vittora un pò tardiva viste le premesse ma comunque il lungo Michael si merita tutti gli applausi di questo fine settimana e con lui il Team Yamaha che gli ha fornito un ottima moto. Ma il problema resta sempre quello: chi fermerà Rea? Infatti nel giorno del trionfo Yamaha le Ducati sono letteralmente scomparse con Melandri non pervenuto e un Chaz Davies ottavo e quinto ma mai in partita, che adesso paga un gap dalla vetta della classifica di 65 punti (quasi un round e mezzo oppure 3 manches). Anche ieri il Cannibale ha lottato come un leone portando a casa un secondo e un terzo posto in maniera grintosa che neanche Mr.Pole Sykes è riuscito a fare. L'unico che si è distinto è stato il turco Raztatioglu (non mi ricordo mai come si scrive!) con la Kawasaki privata del Team Puccetti che si è tolto una bella soddisfazione di un secondo posto in gara 2 davanti proprio a Rea. 
Da segnalare la buona prestazione di Salvadori in gara 2 rimasto col gruppetto dei primi per un bel pò di giri, con una guida conservativa ma molto redditizia su di un Aprilia dal futuro incerto. 
Tutto sommato gare abbastanza piacevoli ma mondiale che va chiudendosi di round in round sempre a favore del "solito" Rea capace di gestire una super Kawasaki che ha saputo plasmarsi nonostante le restrizioni imposte. Adesso a tenere banco saranno i rinnovi dei contratti non più così tanto scontati come potrebbe sembrare e sopratutto capire in che direzione sta andando il campionato delle derivate di serie.

lunedì 21 maggio 2018

La legge di MM93, Le Mans 2018 #MotoGP

Doveva essere un anno interessante, combattuto, equilibrato viste le premesse dello scorso anno, eppure sembra che oramai sia già tutto finito. Dovizioso dice che la strada è ancora lunga ma intanto l'unica cosa che si allunga sempre di più (evitiamo i facili rimandi sessuali) è la distanza che c'è nella classifica generale. Se l'anno scorso Marquez partì in affanno quest'anno ad arrancare sono gli altri vittime di errori, scelte sbagliate, poca lucidità (forse) e strategie misteriose. Non hai a che fare con uno qualsiasi, ma hai a che fare con il numero uno, forse uno dei più forti nella storia del motociclismo. E così mentre le altre squadre cercano il bandolo della matassa in ogni settore, piloti, moto, reparto tecnico, ingaggi, Honda ha subito pensato di "bloccare" il suo pilota fornendogli un buon pacchetto che in mano sua diventa micidiale. Poche parole ma tanta sostanza: bravi! Quella che è mancata in Ducati, a mio avviso, forte di un buon pacchetto (forse il migliore) ma gestito in maniera un pò approssimativa. Dovizioso e Lorenzo una squadra vincente (anche senza gli acuti del maiorchino) nel 2017 ed oggi "turbata" da troppi discorsi da bar. In Yamaha addirittura stanno peggio con Rossi che chiede di essere ascoltato e Vinales che non riesce più ad essere quel top gun degno del suo nome. Con il massimo rispetto per la figura di Rossi, in Yamaha hanno preferito il marketing a risultati concreti dato che l'ultimo a vincere è stato proprio Lorenzo. A Valentino non puoi chiedere certamente di più ed anche il terzo posto di ieri vale oro colato. Menzione a parte merita Zarko che dopo una stratosferica pole position ha buttato via la gara a pochi giri dall'inizio, complice anche una troppa voglia di vincere, nel suo caso più che mai giustificata. Chi invece sta ancora battendo la testa sullo spigolo è Andrea Dovizioso, vittima di un errore "stupido" ma nel momento sbagliato. Ora però i margini di errore di Andrea si sono assottigliati tantissimo perchè Marquez è a oltre due gare di vantaggio. Bene invece il Team Pramac con un ottimo Petrucci (secondo) e un buon Miller (quarto) autori di due gare "mature", tanto è che in classifica mondiale entrambi i piloti sono avanti ai due ufficiali. Uno dei due sarà la futura guida ufficiale Ducati? Gara alla fine noiosa con l'unica menzione d'onore a Crutchlow che dopo il colpo di Sabato si è portato a casa uno stoico ottavo posto.
Il futuro pilota Ducati Bagnaia invece brilla in Moto2 con un'altra gara imperiosa che ha stroncato sul finale la resistenza di un Alex Marquez "segugio" ma mai veramente in partita. Sul terzo gradino troviamo Mir, scalpitante come non mai sin dalle prime battute, da tenere d'occhio per il prosieguo. Ma il premio più grande, oltre al vincitore, va a Vierge partito ultimo e arrivato quinto in una bella e grintosa rimonta.
La Moto3 invece (a mio avviso) ci ha riservato una brutta pagina sulla gestione della corsa da parte della direzione gara. E' vero che in Moto3 gli spiriti sono bollenti e che in branco sembrano uno sciame d'api, ma non puoi sanzionare un pilota per 1.3 secondi durante la gara per poi farli riscontare alla fine quando questi (erano più d'uno) sono in bagarre per la vittoria. In questo modo si crea un gruppo che non è un gruppo e i piloti si trovano a battagliare con un pilota che virtualmente non è li. L'unica cosa sensata è di far cedere una posizione o di far fare un passaggio dai box, oppure prendere una decisione a fine gara. Se poi a Le Mans il problema è il taglio delle varianti converrebbe (visto che sono asfaltate) di creare dei "percorsi obbligatori" obbligando il pilota ad una manovra "più stretta". Stratosferico il decollo di Kornflei sulla moto del povero (e bischero) Bastianini. Numero da annali!
Ultima considerazione sulle scimmie fischianti e ululanti sotto al podio (sempre i soliti) sinonimo di un mal costume sapientemente gestito dai soliti: mi raccomando fischiate tanto anche al Mugello, almeno Marquez andrà ancora più forte! Ciao belli, ci si vede al Mugello!

lunedì 14 maggio 2018

Rea come il maggiordomo: colpevole!!! #sbk Imola 2018

Cosa altro aggiungere? Nonostante una Superbike noiosa di base gli appassionati non possono non emozionarsi ad una gara 2 come quella del round di Imola. 2 avversari, forse 2 piloti simili, ma solo uno in grado di uccidere il mondiale nonostante l'organizzazione faccia di tutto per fermarlo. Lui è il Cannibale, verso il quale Max Biaggi disse una cosa molto profetica: "quando Johnny scenderà dalla Honda le vincerà tutte!". E così è stato. Bello anche lo sforzo di Kawasaki che ha saputo reagire ad una "castrazione" stupida fornendo ugualmente una moto performante che nelle mani di Rea diventa un arma micidiale. Guardatevi la danza tra le curve del Santerno e confrontatela con gli altri. Niente a che vedere con le bizze di una Ducati guidata magistralmente da un Chaz Davies ieri per la prima volta deluso dalla sua rossa. Il sorpasso e il contro sorpasso al Tamburello nonchè l'infilata maschia alla Tosa ci hanno regalato belle emozioni ma sono durate poco perchè il Cannibale ne aveva di più. Rea ha gia raggiunto King Carl Fogarty nel numero di vittorie e siamo certi che questo limite è destinato ad essere battuto e difficilmente eguagliato. Il resto della compagine ha fatto un pò da cornnice. Sykes un buon secondo e un buon terzo, così come Melandri terso in gara uno, e abbattuto poi da un ingenuo Van DerMark in gara 2. Bello comunque il gesto dell'olandese che si è andato a scusare con Marco ben accolto dal Team Ducati senza troppi inutili rancori o scenate varie. Mi è piaciuto anche il gesto di Michael Rinaldi che è partito come un razzo in gara 2 con un Davies che gli rampava alle costole, quando prima del Tamburello ha fatto un cenno al gallese di sfilarlo alla sua sinistra. Non è un gesto di sottomissione ma una dimostrazione di umiltà degna di chi vuole imparare. Spero che in futuro abbia la possibilità di rifarsi battendo sul campo i grandi campioni. Bravo! Curiosa anche la situazione di Honda colpita forse da un malocchio visto che non riesce a concludere un fine settimana senza che un suo pilota non si infortuni. Il fine settimana ha visto anche l'addio alle corse di Kenan Soufoglu, 5 volte campione del mondo di categoria, fermato dagli infortuni. Un campione che comunque il sabato prima aveva conquistato il terzo posto in griglia sinonimo di un gran manico nonostante gli acciacchi. 
Breve e personale riflessione su Rea e Davies degni di una sella ufficiale in MotoGp, specialmente il ducatista (Kawasaki non è presente) a fronte (forse) di qualche partenza illustre e di ritorni stantii...  

lunedì 7 maggio 2018

Tutti giù per terra, tranne uno... #MotoGPJEREZ 2018

Prima tappa europea e prima forte scossa al mondiale della MotoGp. Per carità niente di irreparabile, ma degli indizi sul prosieguo si possono già avere. Il primo è che Marquez è arrabbiato, molto arrabbiato, talmente arrabbiato che non sopporta più nessuno accanto decidendo di vincere in solitaria, non come Austin però... L'indizio più grande è stato il suo sliding alla penultima curva, quando l'elettronica della moto non ha assecondato la manciata di gas che ha dato per iniziare a scrollarsi di dosso gli avversari, della serie "chi mi ama mi segua". Essendo non tanto amato dietro hanno pensato bene di sdraiarsi tutti, Lorenzo, Dovizioso e Pedrosa, come nel più classico dei girotondi. La colpa? Delle gare e dell'agonismo senza puntare troppo il dito su nessuno altrimenti finiremmo per parlare del nulla (come accade ai tifosi del calcio sui rigori). Peccato perchè a fronte di un Marquez incontenibile potevamo avere almeno una Ducati sul podio e una classifica ancora ristretta. Spettatore non pagante e non colpevole un buon Zarko che si è ritrovato in seconda posizione con uno score dei tempi non male vista la moto che cavalca. Chi invece si è attenuto alle dichiarazioni successive al Gp di Argentina è stato il duo Yamaha il quale aveva espresso chiaramente che correre contro Marquez fa paura: infatti lo hanno visto da lontano, molto lontano, come la vecchia Yamaha del francese. Crisi? Chissà! Sul podio al terzo posto ritroviamo anche Iannone che è riuscito a regolare un gruppetto di scalmanati composto da Petrucci, Rossi e Miller (in quest'ordine). Che dire? Le Mans potrà essere un buon croce via per verificare l'andamento del mondiale (tempo permettendo) per capire se Ducati ha veramente fatto un balzo in avanti, se Marquez sarà ancora spietato, se Yamaha Factory sarà ancora della partita. Vedremo.
La Moto2 non l'ho vista perchè non ho beccato lo streaming giusto, mentre la Moto3 è stata come sempre combattuta e spettacolare dove ha visto trionfare per la prima volta Oettl con una gara accorta e ben gestita su di un ottimo Bezzecchi (ora in testa alla classifica). Bravi entrambi sopratutto nell'ultimo giro, molto corretti al contrario di Canet che ha pensato bene di stendere altri 3 piloti tra cui Martin e Bastianini che erano in lizza per la vittoria. Peccato perchè il finale sarebbe stato da cardiopalma! A bientot mes amis vous voient en France con la speranza di vedere ancora i tre moschettieri e il cattivo Richelieu.

lunedì 23 aprile 2018

Mondiale annacquato, Assen #WorldSBK 2018

Difficile valutare il fine settimana di SBK di Assen. Bello, brutto? Se partiamo dalle gestione direi pessimo ad iniziare dalla griglia invertita, con i nuovi regolamenti e le moto "livellate" non ha più senso una regola del genere. Se diamo un'occhiata alla starting grid notiamo solo 18 partenti, un pò pochini direi anche se manca il Team Honda al completo. Non era col livellamento delle prestazioni che sarebbero dovuti aumentare i partecipanti e i protagonisti in testa? Una sola cosa non cambia nel mondiale SBK, il nome del vincitore: Johnny Rea, anche ieri primo e secondo e già in testa al mondiale con una gara di vantaggio. Nessuno come lui! Solo Sykes in gara 2 riesce a stargli davanti con un ottima gara (avvantaggiato dall'inversione di griglia però). E gli altri? In terra d'Olanda Van Der Mark fa l'olandese e si porta a casa un secondo e un terzo posto mentre Davies un terzo e un quinto che sa un pò di amaro. Fores rimane stazionario con due buone prestazioni (quarto e quinto) mentre Melandri naufraga un pò con tutta una serie di problemi irrisolti. Gare abbastanza piacevoli sulle quali pende sempre la spada di Damocle della "poco sportività" nei confronti di Kawasaki e Rea, ma d'altronde quando uno è forte....è forte e i risultati parlano da soli.
Bella la Supersport dove ha visto trionfare Clusel sul vincitore morale della giornata Krummenaker partito da ultimo e arrivato ad insidiare il forte francese. Senza Soufoglu Yamaha si è ripresa lo scettro del mondiale che comunque resta più avvincente di campionati più blasonati.
Prossimo round Imola, terra di motori e piadine. Vedremo chi la mangerà o stara a guardare. 

Fars West MotoGP, #AmericasGP 2018

Più che un Far West questa MotoGp sta diventando una farsa e neppure comica, dove a parlare sono più i fatti esterni alle corse che le corse stesse. Del GP d'Argentina abbiamo già abbondantemente parlato e la questione si sarebbe dovuta chiudere li. Il problema è che alcuni non l'hanno fatta chiudere anzi, hanno tirato il sasso e levato il braccio senza porre fine a tutto ciò, tant'è che oggi c'è la caccia alla strega-Marquez rea (o reo) di essere costantemente under investigation ... perchè è semplicemente Marquez! Con queste premesse siamo giunti alla gara americana, in un bel circuito, flagellato dalle buche, nonostante i vari reclami, rifacimenti e rasamenti del caso. Ancora una volta la pista ha parlato e dal cilindro l'unico nome che è uscito è quello di Marc Marquez che in barba a tutto e a tutti (fischi partigiani compresi) si è permesso di vincere a mani basse. Gara impeccabile quella dello spagnolo che regola sul traguardo un redivivo Vinales e un riapparso Iannone con una Suzuki sempre più convincente. Quarto Rossi che ha portato a casa un buon risultato, davanti al ragioniere Dovizioso che per l'occasione si è preso la testa della classifica. Sesto un poco convincente Zarko davanti ad uno stoicissimo Pedrosa autore di una bella gara nonostante una vite nel polso destro. Bravo Dany! Gara noiosetta comunque senza grossi spunti o acuti che pone molti punti interrogativi sul motorsport, sul come viene gestito e sul come viene veicolato. 
In Moto2 rispunta il nome di Bagnaia che vince regolando Alex Marquez e un rientrante Oliveira. Pasini (Quinto) non ce l'ha fatta a rimanere la davanti complice anche una scelta strana della gomma posteriore. Da segnalare il quarto posto di Mir pilota interessante da non perdere d'occhio.
La Moto3 ci regala un doppio sorriso con un Bastianini buon secondo e un ottimo Bezzecchi terzo a conferma quanto fatto di buono in Argentina. Primo su tutti Martin anche lui autore di una gara matura lasciando intravedere che per vincere il mondiale si dovrà fare i conti con lui e il suo ottimo team.
Il prossimo round si torna in europa in quel di Jerez, pista particolare, dove inizieremo a vedere dei valori forse un pò più reali con qualche news di mercato e, speriamo, con una direzione più lucida e attenta che restituisca alle corse quel sano fascino che hanno sempre avuto prima che il cinema entrasse nel paddok.

giovedì 19 aprile 2018

Gioventù bruciata (ma non solo)

Alzi la mano chi di voi genitori non abbia il quasi "controllo" dei vostri figli. Ordine e disciplina dovrebbero essere scritti sulla porta di casa e ripetute ogni sera prima di cena quando facciamo un resoconto della giornata. E' così per tutti vero? Oppure c'è ancora qualche genitore che crede che i propri figli siano dei santi ai quali va perdonato tutto? A vedere i fatti credo che una buona parte di queste famiglie la pensi proprio così perchè è incredibile che ancor oggi siamo a commentare (e vivere) i fatti successi a Lucca ma anche da altre parti d'Italia. La mia domanda è: cosa fareste voi genitori di fronte a questi esempi di "violenza" gratuita, sia verso i coetanei sia verso i professori? Ora non mi veniate a dire "ma io non credevo una cosa così!". Non osservate i vostri figli? Ci parlate almeno una volta al giorno? E' vero che le istituzioni italiane non danno prova di un gran rigore, ne tanto meno che alcuni professori siano delle cime, ma esiste un corpo docente preparato che le istituzioni in primis dovrebbero tutelare. Vi vorrei ricordare che il professore è un ADDETTO A PUBBLICO SERVIZIO pertanto tutelato da una precisa legislazione. Le mele marce ci sono sempre state ma oggi mi sembra che si sia superata un pò la misura. Un ragazzo quando entra in classe deve sapere che non occupa un banco ma fa parte di un meccanismo che lo porterà dal banco ad un luogo di lavoro con gli stessi diritti e doveri nei confronti del futuro datore di lavoro. Ma mentre nel settore lavorativo hai la facoltà del libero arbitrio, potendo scegliere se smettere quel lavoro o meno, nella scuola devi avere l'obbligo di comportarti bene e accettare (tuo malgrado) un giudizio dell'insegnante. Ci sono le sedi opportune per contestare tali decisioni e non in classe spalleggiato da 4 repressi come te che poi impunemente filmano tutto. Chi di noi (grandi) non ha avuto almeno un professore che l'avesse preso in antipatia? Eppure nessuno di noi si sarebbe sognato di aggredirlo. Cos'è cambiato allora? Il pesce puzza sempre dalla testa, ricordatevelo! Aspetto con curiosità i provvedimenti che prenderanno le istituzioni nei confronti di questi sbandati, ma sopratutto sarei curioso di vedere cosa diranno i genitori (a telecamere spente). La colpa non è solo dei ragazzi....